Che ora è...nel mondo?

domenica 30 dicembre 2007

L'anno vecchio

In uno dei miei primi post pubblicai la poesia "A Paperon de Paperoni", da me composta da bambino. Oggi, in occasione della fine dell'anno, mi sembra opportuno pubblicare una poesia dedicata all'anno vecchio, da me composta nel 1991, quando insegnavo catechismo ai cresimandi della parrocchia del Canneto, in occasione di uno spettacolo per la festa della famiglia (che guarda caso è la ricorrenza odierna) a cui dovevano partecipare per l’appunto tutti i ragazzi del catechismo. La poesia fu recitata da mia nipote che era anche mia allieva e che per l’occasione indossò i panni dell’anno vecchio. E’ un sonetto ABAB che composi traendo spunto (tanto per cambiare) da una storiella riportata dal mio libro di lettura delle elementari (da cui è tratta l'immagine). La lettura, che porta il titolo "Addio Anno vecchio", l'ho ripresa in mano solo in questo momento, a distanza di 39 anni, per fare la scansione dell'immagine (nel '91 mi limitai solo a comporre la poesia); ancora una volta l'ho trovata laddove la ricordavo, ma questa volta, per la verità, il contenuto l'ho trovato alquanto dissimile da come pensavo, per cui, in realtà, la poesia, anche nel contento, è più mia di quanto credessi.

L'anno vecchio

D’accordo vado via,

smettetela di urlare,

di odiar la faccia mia,

di farmi vergognare.

Ho fatto già i miei pacchi,

attendo alla stazione.

Son vecchio e pien d’acciacchi:

abbiate compassione!

Dodici mesi orsono

tutti m’acclamavate,

perché con gran frastuono

adesso mi cacciate?

E’ forse colpa mia

se il mondo va al contrario,

se gente tanto ria

devasta il calendario?

Che posso farci io

se l’uomo non ha amore,

non ha più fede in Dio

ha irrigidito il cuore,

se imbroglia, ruba, ammazza,

ha il cuore pien d’invidia,

la gente è tutta pazza

e agisce con perfidia?

Se avrete il cuore duro

(lasciatemelo dire)

anche l’anno venturo

lo stesso andrà a finire.

Ecco l’anno che viene,

io parto vado via;

ma ricordate bene:

la colpa non è mia!

Non mi resta che augurarvi Buon Anno. A risentirci nel 2008, sempre che vogliate continuare a collegarvi a questo blog.

sabato 29 dicembre 2007

Ad Anonimo l'ultimo quiz dell'anno!

Anonimo ha fatto suo anche l'ultimo quiz del 2007 ed è campione d'inver...Ah no, non c'entra. Comunque la sua striscia positiva si allunga, ormai non si contano più. Il punto debole di questi indovinelli non è tanto la loro semplicità, quanto la loro fama; devo asseggnarvi qualcosa di più originale, altrimenti, come scrivevo la volta scorsa, Anonimo (ma non troppo), è come un treno che passa, raccoglie e al ritorno scarica la soluzione. A proposito di treni...Il prossimo post sarà dedicato alla partenza dell'anno vecchio. Intanto complimenti al vincitore (che si sta dimostrando invincibile), al quale io e mia mamma contraccambiamo gli auguri, estendendoli alla sua famiglia. A presto per gli auguri a tutti quanti.

venerdì 28 dicembre 2007

Accendi il nuovo anno...

...con l'ultimo test dell'anno. Se nel 2007 non avete risolto alcun enigma, eccovi un'ultima possibilità.
Supponiamo di dover entrare in una stanza nella quale si trova una lampadina che si accende dall'esterno. Fuori ci sono 3 interruttori, tutti in posizione "off", solo uno accende la lampadina. La porta è completamente chiusa, per cui non si può vedere l'interno. La procedura più ovvia per stabilire qual è l'interruttore giusto sarebbe quella di aprire la porta e provare i tre interruttori. Supponiamo però di poter usare gli interruttori solo prima di aprire la porta e poi di non poterli usare più. Come sarà possibile, una volta entrati nella stanza (e senza più uscire), stabilire quale interruttore accende la lampadina?
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare che, prima di entrare possiamo armeggiare con gli interruttori a nostro piacimento e, una volta entrati, non è necessario tovare la luce accesa ma essere in grado di stabilire quale sia l'interruttore giusto senza dover nuovamente uscire dalla stanza.
Vediamo stavolta chi sarà il primo ad accendere la lampadina per rispondere!
A presto per gli auguri di buon anno.

domenica 23 dicembre 2007

Quando nacque Gesù ?

La risposta è tuttaltro che semplice, non esiste infatti certezza nè sull'anno di nascita nè tantomeno sul giorno. Come ognuno sa la nascita di Cristo è fissata, in tutto il mondo cristiano e quindi per gran parte degli stati come punto di riferimento per la datazione degli anni, che vengono ad essere suddivisi in a.C e d. C. Per la precisione non esistendo anno zero, Gesù sarebbe nato in quello che noi chiamiamo 1 A.C. A stabilire ciò fu il monaco Dionigi il Piccolo nel secolo VI, al quale risultava dai suoi calcoli che fosse nato quasi alla fine dell'anno 753 dalla fondazione di Roma, per cui l'anno 754 fu chiamato 1 d.C. Da diversi anni però questa ricostruzione della data di nascita di Gesù è stata messa in dubbio e si ritiene che la nascita sia avvenuta alcuni anni prima. Vediamo qual è la versione recente più accreditata. Secondo la narrazione di Matteo, in concomitanza con la nascita di Gesù, sarrebbe avvenuta la strage degli innocenti, ordinata da re Erode (3,16), quest'ultimo morì però sicuramente in quello che noi chiamiamo IV a.C., il che dimostra in modo inconfutabile che la nascita di Cristo è certamente avvenuta prima di quando si crede. Resta da stabilire l'anno esatto. Luca, nel suo Vangelo, scrive che Gesù nacque durante il censimento di Quirino, funzionario romano in Siria. Quirino però fece due censimenti, uno nel 6 a.C. come funzionario insieme a Sanzio Saturnino, l’altro nel 6 d.C. come governatore. Per quanto scritto in precedenza il censimento che coincise col natale di Cristo non può che essere il primo. C'è ancora da considerare un utimo particolare. Il Natale cristiano fu celebrato per la prima volta su tutto l'impero nel 330 d.C. su decreto dell’imperatore Costantino al posto della festa del Sol Invictus. In quell'anno il Natale fu celebrato due volte: il 6 gennaio, come da tradizione in Bisanzio, e poi ancora il 25 dicembre, come da decreto imperiale che fissava il definitivo cambiamento. A causa della doppia celebrazione l’anno 1079 dalla fondazione di Roma diventò l’anno 1080, producendo così un ulteriore sfasamento di un anno rispetto alla nascita di Cristo. Quest'ultima sarebbe in definitiva avvenuta in quello che noi chiamiamo 7 a.C. Si è poi cercata una conferma astromica basata sul racconto dei magi, la quale permetterebbe di stabilire anche il giorno esatto della nascita. Secondo l'evangelista Matteo, uomo colto e molto competente in astronomia, i Magi riuscirono a prevedere la nascita del messia e a recarsi a Betlemme, seguendo "la stella". Gli annali cinesi sono gli unici a registrare un fenomeno celeste proprio nel 7 a.C. Non si è trattato di una cometa ma della congiunzione fra Giove e Saturno, che per effetto della diffrazione apparivano ciascuno cinque volte più luminoso, producendo complessivamente una luce pari al doppio della luna piena. I pianeti erano così vicini da sembrare un'unica stella. Il fenomeno si ripete ogni 854 anni. Tutto ciò accadde nella notte del 13 novembre dell’anno 7 a.C., per cui questa dovrebbe essere la data esatta del Natale o comunque dell'arrivo dei magi! A proposito di pianeti ce n'è unito che ci tiene compagnia in queste notti: il rossastro pianeta Marte, che potrete scorgere guardando verso est intorno alle 20,30 e successivamene transita ben alto nel cielo. Il suo moto è quello tipico dei pianeti esterni che descrissi a suo tempo (V. blog di Venerdì 6 Luglio 2007). Non mi resta che augurarvi un Felice Natale.

venerdì 21 dicembre 2007

La leggenda del Panettone

Sono tante le teorie e le leggende sull'origine del panettone, io preferisco quella che ho appreso a scuola; stavolta utilizzo il mio libro di lettura di IV elementare. Qualcuno si chiederà a questo punto se si tratta di leggende che ricordo davvero o se vado a cercarle sui libri. Questa leggenda, come quella che ho riportato nel post precedente, fa parte delle tante leggende e dei tanti racconti imparati nel corso dell'infanzia e che continuo ad avere chiari nella mia mente. Quando poi vado a ricercarli nei libri dove ritengo si trovino, puntualmente li trovo, sostanzialmente identici a come li ricordo.
Era la sera della vigilia e il famoso panettiere milanese Ambrogio aveva preparato, insieme ai suoi garzoni, l’impasto per il pane del giorno dopo: Solennità del Natale. Su di un asse sovrastante il cassone, aveva posto una scodella colma di uova sbattute, zucchero vanigliato, burro e uvetta appassita. Quella crema sarebbe servita a preparare delle torte per le quali era famoso in tutto il rione e che il giorno dopo sarebbero state molto richieste. Ad un tratto, il più sbadato dei suoi garzoni urtò l’asse e fece precipitare il contenuto della coppa nel cassone sottostante, contenente la pasta per il pane. Il fornaio era disperato, il un sol colpo aveva perso pane e torte, proprio nel giorno più importante. Non gli restò che mescolare il tutto e infornare. Quando l’insolito pasticcio fu pronto, fece un assaggio e si accorse che era molto buono. Ebbe allora un’idea: venderlo ugualmente, facendo credere ai clienti che quello era un pane speciale, ideato e preparato appositamente da lui per il giorno di Natale; non il solito panetto ma un “panettone”. Il giorno seguente il panettone andò a ruba, tanto che non bastò a soddisfare tutte le richieste. Da quell’anno il panettone è divenuto uno dei più tipici dolci natalizi, divenendo famoso sia in Italia che all’estero.

giovedì 20 dicembre 2007

Le scarpine d'oro

Nella publicazione dell'ultima leggenda natalizia ho avuto seri problemi tecnici con l'immagine. Per fortuna adesso tutto sembra essere ritornato normale.
Riprendo il libro di lettura a cui ho accennato in precedenza: si tratta del mio libro di V elementare, allora sì che si potevano trovare delle letture molto belle, tanto che talune mi sono rimaste impresse nella memoria a distanza di tanti anni. Allora l'insegnante poteva chiedere agli alunni di fare il riassunto; l'alunno la leggeva, la capiva e, con un po' d'impegno, poteva riuscire a riassumerla. Oggi invece i poveri scolari si trovano di fronte a letture del tipo: ...l'uomo uscì, l'uscio cigolò dietro di lui...le rane gracidavano nello stagno...l'aria era soave..ecc...Come potranno fare a riassumere una successione di frasi di cui non resta impresso nulla? Ma torniamo a noi! Oggi vi racconto una leggenda natalizia, tratta dal mio libro di lettura, che allora m'impressionò molto e che continuo a portare nel cuore.
Era la sera del 25 Dicembre. Un anziano zampognaro aveva camminato per l'intera giornata suonando le sue pastorali per tutte la vie del paese, ma nessuno gli aveva dato un soldo. Colto dal freddo e dalla stanchezza, andò a rifugiarsi in una chiesa buia e vuota: nel corso della giornata la chiesa era stata gremita di gente ma ora erano tutti in casa a festeggiare. Il povero zampognaro si distese su una panca da dove scorse la statua della Madonna col Bambino in braccio: anch'ella pareva mesta. Si trattava della "Madonna dalle scarpine d'oro", detta così perchè per l'appunto calzava un paio di preziose scarpe d'oro. Vedendola tanto sola e triste come lui, pensò di allietarla suonandole la più bella dellle sue melodie natalizie. Alla fine s'inginocchiò davanti alla statua, qund'ecco che la Madonna si chinò, sfilò la sua scarpetta destra e la donò allo zampognaro. Egli comprese che quella era l'elemosina della Madonna per lui e, dopo averla a lungo ringraziata, andò via pieno di gioia. Si recò da un gioielliere per vendere la scarpetta e procurarsi il denaro per sopravvivere, ma quando l'orefice la vide la riconobbe subito e, ipotizzando un furto, chiamò subito le guardie. Così lo zampognaro finì sotto processo; il giudice non potè credere alla sua versione dei fatti e lo condannò a morte con l'accusa di furto sacrilego. Prima di eseguire la condanna gli fu chiesto di esprimere un desiderio ed egli, per ringraziare ancora una volta la Vergine della sua generosità, chiese di poter suonare per l'ultima volta davanti alla statua. In una chiesa gremita di devoti e di curiosi, lo zampognaro, pieno di amarezza e commozione, eseguì ancora una volta la sua pastorale. Al termine la Madonna si chinò, sfilò la scarpetta sinistra e la donò allo zampognaro. Tutta la gente sbigottita cadde in ginocchio e gridò al miracolo. Lo zampognaro ebbe salva la vita e il miracolo fu interpretato come un invito della Madonna alla carità.
Ciao e alla prossima storia!

martedì 18 dicembre 2007

La leggenda del Pettirosso

Tutti noi siamo abituati ad inserire nei nostri presepi i due animali che con il loro fiato riscaldarono il Bambinello: il bue e l'asino, quest'ultimo di proprietà di Giuseppe e Maria che lo usarono nei loro lunghi viaggi. Io, per la verità, negli ultimi anni ho aggiunto una mucca e un maiale, convinto che nella stalla doveva esserci qualche altra bestia. Secondo una leggenda, però, un altro animale condivideva la stalla con la Sacra Famiglia di Nazaret: un uccellino marrone.
Una notte si accorse che il fuoco che scaldava la mangiatoia stava per spegnersi (evidentemente non erano solo il bue e l'asino a scaldare Gesù Bambino), così si mise a battere ininterrottamente le ali e riuscì ad alimentare la fiamma per l'intera nottata. Il mattino seguente fu premiato con un bel petto rosso brillante, simbolo del suo amore per Gesù. Così nacque il Pettirosso!
A proposito di freddo, le temperature sulle nostre regioni sono ancora molto basse, al centro-nord spira un forte vento gelido e al sud vi sono ancora nubi. La depressione che ha provocato maltempo sul Mediterraneo si sta però colmando e l'Anticiclone, che da qualche giorno domina l'Europa centrale e orientale, si estenderà anche sull'Italia garantendo tempo bello e mitigando il freddo. Buone notizie quindi per chi sta per mettersi in viaggio per raggiungere i propri cari e per chi, restando in città, si recherà nei supermercati per le solite compere natalizie. Buon Viaggio e Buon Shopping: per gli auguri di Natale avremo tempo più in là!

sabato 15 dicembre 2007

Le palline di Natale

Alla conferenza di Bali, sul clima, alla quale hanno partecipato 190 paesi, è stato finalmente raggiunto un compromesso anche con gli USA per la riduzione dei gas inquinanti. Sarebbe l'occasione giusta per riprendere il discorso, iniziato la scorsa estate, sul riscaldamento del pianeta ma per ora, come promesso, preferisco andare avanti con le leggende natalizie, anche perchè, con il Natale alle porte e con il gelo che attanaglia il centro - sud, mi sembra fuori luogo parlare di surriscaldamento.
Le leggende sul Natale, così come le tradizioni, sono davvero moltissime. In certi casi, come per la leggenda che vado a raccontarvi, risulta difficile stabilire se la tradizione derivi dalla leggenda o se viceversa la leggenda sia sorta per giustificare una tradizione già esistente. Ad ogni modo: "Sapete perchè le palline colorate sono usate come addobbo natalizio?". Statemi a sentire!
Pochi giorni dopo la nascita di Gesù, un arista di strada si trovò a passare da Betlemme e, vedendo che tutti accorrevano alla grotta, decise di recarsi anche lui a far visita al Bambino; non sapeva però cosa portargli in dono poichè era molto povero. Alla fine decise di regalare a Gesù l'unica cosa che possedeva: la sua abilità di giocoliere. Così si recò alla capanna e si esibì nei suoi soliti numeri con le palline colorate. Il Bambinello stette a guardarlo e rise tantissimo. Per questo ancora oggi, per ricordare il sorriso di Gesù Bambino, si usa decorare l'albero di Natale con tante belle palline colorate.
A presto per altre curiosità e leggende.

giovedì 13 dicembre 2007

Buon Natale ovunque tu sia!

Ho preso in prestito il titolo di un brano riportato dal mio libro di lettura delle elementari, dove si mette in risalto l'universalità delle feste natalizie che, a seconda dei luoghi, presentano tradizioni differenti, che sono un misto di sacro e profano. Con la festa di S. Lucia, si sono concluse per noi gallipolini le tradizionali feste di preparazione al Natale di cui ho scritto in precedenza. Inoltre anticamente, a partire dal giorno successivo al giorno di S. Lucia, si faceva corrispondere a ogni giorno un mese dell'anno (il 14 era Gennaio, il 15 era Febbraio, ..., il 25 era Dicembre) e ci si attendeva il tempo corrispondente al mese considerato. Secondo un noto proverbio (in uso sia nel salento che altrove) S. Lucia è il giorno più corto. Ciò accadeva realmente prima della riforma gregoriana del calendario, quando il solstizio cincideva con tale data, inoltre tuttora, S. Lucia, sebbene non sia più il dì più corto, è il giorno in cui il sole tramonta prima. In questo periodo ritengo opportuno lasciare un po' da parte gli argomenti seri e seguire la favola natalizia raccontandovi le sue tradizioni e leggende. Incominciamo proprio da S. Lucia.
S.Lucia da Siracusa, martire dei tempi di Diocleziano, è molto venerata sia in Italia che altrove (ad es. in Svezia), la sua storia s'intreccia con varie leggende a partire da quella legata agli occhi, che avrebbe miracolosamente riacquistato dopo che le erano stati strappati dai suoi carnefici. Altra leggenda è quella che fa discendere S.Lucia dalla stirpe del famoso scienziato Archimede (anch'egli siracusano). In molte zone del Nord, nella notte fra il 12 e il 13 Dicembre, i bambini attendono l'arrivo della Santa che elargisce loro i doni richiesti, a patto che li abbiano meritati. E' quanto accade in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e in talune zone del Veneto e dell'Emilia Romagna.
I bambini scrivono una letterina alla Santa elencando i doni che vorrebbero e le buone azioni fatte durante l'anno per meritarli; i cattivi infatti avranno solo carboni. La sera della vigilia vanno a "nanna" presto, perchè se la Santa dovesse trovarli ancora in piedi gli lancerebbe sabbia e cenere negli occhi, accecandoli. S.Lucia, secondo la tradizione gira per le strade cavalcando l'asinello Tobia e, secondo taluni, è accompagnata da un aiutante: Gastaldo. I bambini per ingraziarsi la Santa, le fanno trovare del cibo, generalmente un panino, latte, caffè, mandorle e mandarini. Preparano anche il pasto per l'asino: fieno, crusca, zucchero e acqua, nonchè il vino per Gastaldo. Secondo taluni la tradizione dei doni risalirebbe al Medio Evo, quando molti paesi limitrofi del Nord e del Centro Italia erano in lotta fra di loro. Nella notte di S. Lucia, gli abitanti di un paese benestante, impietositi dalla miseria in cui versavano i paesi nemici, si recarono in tali luoghi e distribuirono alle popolazioni il cibo di cui avevano tanto bisogno.
Nei prossimi giorni vi racconterò altre storie e altre leggende natalizie. A presto.

domenica 2 dicembre 2007

Cambiamenti in campo liturgico. Forse per l'Immacolata Messa in latino a Gallipoli!

Tempo di mutamenti in campo liturgico. Tanto per cominciare, da ieri, prima Domenica d'Avvento, è entrato in uso il nuovo lezionario che riporta la versione aggiornata delle letture bibliche, dopo le ultime modifiche eseguite dai traduttori; entro il 2010, tutti i lezionari dovranno essere sostituiti. A quanto pare però non vi sono modifiche sostanziali e si ha la sensazione che si stia esagerando con le frequenti modifiche. Ci sono poi le novità riguardanti le due preghiere più famose: Padre Nostro e Ave Maria. Nella prima preghiera, la modifica era stata già annunciata diversi anni fa: la sostituzione della frase "Non indurci in tentazione" con "Non abbandonarci alla tentazione". Si ritiene infatti assurdo che Dio possa indurci in tentazione. Più discutibile la trasformazione nell'Ave Maria, dove si sostituirà l'espressione "Ave o Maria" con Rallegrati o Maria. Personalmente ritengo che l'espressione usata fino ad oggi risultasse più completa mettendo in risalto sia il saluto dell'Arcangelo, che l'invito a gioire. Non dimentichiamo inoltre che il brano, sebbene sia tratto dal Vangelo, è pur sempre una preghiera rivolta da noi alla Madonna, per cui il termine "rallegrati" detto da noi è poco pertinente, mentre "Ave" suona come un rispettoso saluto. Quello che però fa più discutere in questi giorni è la liberalizzazione, da parte del pontefice, delle Messe in latino. Come tutti sanno, il Concilio Vaticano II, modificando le regole tridentine, ha sostituito il latino con la lingua madre di ciascuna nazione cattolica. Era consentito seguire la regola preconciliare solo previa autorizzazione episcopale, ora invece sarà possibile celebrare Sante Messe in latino (e con il sacerdote rivolto verso l'altare) ogni qualvolta i fedeli ne faranno richiesta al proprio parroco.
Il rettore del santuario di maria Ss. del Canneto di Gallipoli, Don Antonio Pisanello, ha accolto favorevolmente quest'atto del Santo Padre e ha promesso ai suoi fedeli di celebrare una Messa in latino in occasione della prossima solennità dell'Immacolata Concezione. Resta ancora qualche dubbio circa la reale attuazione del progetto, legata alla perplessità e alla contestazione da parte di taluni esponenti della diocesi di Nardò - Gallipoli. Intanto il coro del Santuario (di cui anch'io faccio parte) sta preparando i canti che dovrebbero essere eseguiti in tale circostanza. Vedremo come andrà a finire.

venerdì 30 novembre 2007

Puntuale come il treno arriva la risposta di Anonimo

So già che avrete da ridire sul titolo: è un luogo comune che il treno non sia puntuale. Ma perchè essere sempre così pessimisti? Io ho viaggiato tantissime volte in treno e nella maggior parte dei casi l'ho trovato puntuale, sicuramente più di quanto lo siano tante persone quando danno gli appuntamenti...e poi i treni del nostro indovinello lo sono di sicuro. Dal canto suo, Anonimo (o Francesco che dir si voglia) sembra ormai un treno, che passa, raccoglie gli indovinelli e al ritorno scarica la soluzione.
In questo caso la soluzione è sconcertante, nel senso che abbatte le nostre convinzioni. Chiunque, ad una prima lettura dell'enigma, giurerebbe che ciascuno dei due treni, arrivando ogni 10 minuti, ha la stessa probabilità di giungere per primo. In realtà la probabilità è diversa a seconda degli orari, potendo variare dal 90% a favore di uno al 90% a favore dell'altro, passando per il 50%. Se quello per Colle Fiorito arriva ad es. alle 8,00, le 8,10, le 8,20, ecc. e quello per Poggio Ameno alle 8,01, le 8,11, le 8,21, ecc., come ipotizzato dal nostro vincitore, il viaggiatore incontrerà per primo quello per Poggio Ameno solo se giunge alla stazione fra le 8,00 e le 8,01 oppure fra le 9,00 e le 9,01, ecc. mentre nei rimanenti nove minuti di ogni decina incontrerà per primo quello per Colle Fiorito; ecco perchè la probabilità di quest'ultimo è di 9 su 10. Va solo precisato che questo è appunto un esempio, quello che conta non sono gli orari effettivi ma la distanza che intercorre fra il primo e il secondo treno: se questa è inferiore a 5 minuti, è favorito il primo treno, se è superiore a 5 minuti è favorito il secondo, se è esattamente di 5 minuti, i due treni hanno la stessa probabilità. Strano ma è così!
Ora vi lascio perchè è tardi. Ricordo soltanto, per chi è gallipolino e purtroppo non ha il nostro calendario "Cantu te Caddhuzzu", che oggi è S. Andrea, una delle feste che noi consideriamo di preparazione al Natale, insieme a S. Teresa d'Avila (15 Ottobre), S. Martino (11 Novembre), S. Cecilia (22 Novembre), Immacolata (8 Dicembre) e S. Lucia (13 Dicembre). Valgono perciò le nostre tradizioni gastronomiche ("pittule", baccalà, pesce fritto, ecc.). Si dice inoltre: "Santu 'Ndrea li pariti te friddea", ossia a S. Andrea si raffreddano i muri delle abitazioni. Ora invece splende il sole e l'aria si è riscaldata. Non fidatevi: la perturbazione non è ancora passata!

martedì 27 novembre 2007

Riparte il treno...e riparte la sfida!

Ragazzi si riparte con la gara degli indovinelli.
Piero è un bel ragazzo che vive a Monte Nevoso ed è innamorato di due ragazze, una di Colle Fiorito e l'altra di Poggio Ameno, entrambe molto carine. Essendo incapace di scegliere, ogni giorno si reca in stazione e, fra i treni diretti alle due destinazioni, prende il primo che gli capita. Sebbene ciascuno dei due treni passi ogni 10 minuti e sebbene l'orario in cui Piero si reca in stazione è sempre diverso, egli si ritrova 9 volte su 10 a Colle Fiorito. Come si spiega?
Non dovrebbe essere molto difficile. Perciò affrettatevi...o perderete il treno!

martedì 20 novembre 2007

Scontro Fini - Berlusconi: dove va la politica italiana?

Con il ritorno all'ovile di Pier Ferdinando Casini, nella casa delle libertà pareva tornata l'armonia, ma la tranquillità è durata giusto il tempo di votare la finanziaria, poi le discussioni son riprese più aspre di prima. Il fatto eclatante è però la rottura del connubbio Berlusconi - Fini, un rapporto che sembrava destinato a durare nel tempo, un raro esempio di amore eterno, un valido modello per tutte le coppie di oggi. Tutto incominciò nell'autunno del '93, quando in occasione del ballottaggio Fini - Rutelli, per il comune di Roma, alla domanda "Se fosse a Roma per chi voterebbe?", Silvio (già allora famosissimo) rispose seccamente: "Conoscete già le mie idee, voterei per Fini!". Allora qualcuno, ignaro della serietà della cosa, scherzò dicendo: "Per forza Berlusconi è nella Fininvest!". Da lì a pochi mesi ecco la discesa in campo del cavaliere, protagonista dell'irripetibile impresa di creare un partito dal nulla e farlo divenire primo partito in Italia. Da subito la sua attenzione si concentrò su Fini, il quale da parte sua gli tese la mano, incominciando una rivoluzione che progressivamente lo ha portato a stravolgere la dottrina del partito sino al rinnegamento totale del fascismo e alla sua definizione di "male assoluto". Il rapporto fra i due leader, a parte qualche screzo passeggero, è andato avanti, come insegna la chiesa, nella buona e nella cattiva sorte, superando anche la proverbiale crisi del 7° anno. Ora però, allo scadere degli altri 7 anni, improvvisamente la crisi è arrivata. Berlusconi, dopo aver indetto l'originale, quanto assurda, raccolta di firme per far cadere il governo, ha deciso di dar vita ad un nuovo soggetto politico e minaccia nuove alleanze se i suoi persevereranno nell'idea di non non aggregarsi. Come se non bastassero i dissapori all'interno della maggioranza, si sono acuiti i disaccordi all'interno dell'opposizione; a questo punto l'intero scenario politico è imperversato da profondi contrasti che lo scuotono da destra a sinistra. Due gli interrogativi: Berlusconi si distaccherà davvero dai suoi alleati? Il governo sopravviverà fino alla fine della legislatura?
La risposta alla prima domanda mi sembra scontata: la crisi passerà! Il nuovo soggetto politico di Berlusconi è un contenitore destinato ad ospitare soltanto il suo stesso partito. La nuova legge elettorale fra non molto si farà e non credo che si voglia tornare al sistema proporzionale puro della prima repubblica; vi sarà un meccanismo che in qualche modo richiederà delle alleanze, Berlusconi non avrà i numeri per potercela fare da solo e (se non l'avrà già fatto) dovrà ristabilire i legami con i vecchi alleati. Del resto questa lite non è che la solita sbandata che avviene puntualmente dopo ogni delusione, in questo caso dopo la vittoria di Prodi al senato di qualche giorno fa. Ma chi l'aveva detto che Prodi sarebbe caduto? Se così fosse stato, il nostro blog l'avrebbe anticipato: è qui per questo! Invece è dall'inizio dell'anno che prevede contrasti all'interno della maggioranza ma senza crisi di governo. Si vede che Silvio non ci segue!
Per quel che riguarda appunto l'eventuale crisi, il discorso è più complesso. Va però subito notato che la vittoria della finanziaria al senato è in realtà molto più effimera di quanto il presidente del consiglio si ostina a far credere. Quattro voti di scarto vogliono significare che sarebbe bastato che Dini e Bordon votassero secondo le proprie convinzioni e si sarebbe giunti al clamoroso pareggio. L'opposizione ha gridato alla crisi sin dall'inizio della legislatura e sembra arrendersi proprio ora che essa incomincia a maturare. L'ostacolo di Dicembre sulla finanziaria verrà ancora superato, ma Prodi verrà crescentemente strattonato da destra e da sinistra: l'esempio della coperta corta calzerà davvero a pennello. Non credo che Dini, moderato com'è, vorrà far cadere il governo; la crisi avverrà quando la coperta si straccerà nel mezzo, quando cioè Prodi, incapace di mediare le opposte richieste, cederà lo scettro. A questo punto Dini e altri parlamentari si sentiranno autorizzati a non appoggiare nuovi governi di centro -sinistra e l'unica soluzione sarà il governo istituzionale, infine il voto anticipato. Perchè ciò accada è necessario ancora un bel po' di tempo: chi vivrà vedrà!

martedì 13 novembre 2007

Da Esopo ai giorni nostri

Come promesso vi traduco il brano "'Ppandire lu campanieddhu a 'ncanna allu cattu" tratto dalla rubrica "Parcè ticimu cusì" del nostro prossimo calendario in vernacolo " Cantu te caddhuzzu" e da me pubblicato nel blog pochi giorni fa. Ho cercato di attenermi il più possibile alla versione dialettale.
Appendere il campanello al collo del gatto
Taluni si vantano di riuscire a risolvere tutto in un batter d’occhio, ma poi al fare dei conti, si scopre che ciò che vorrebbero fare è impossibile. Quando uno voleva fare ciò che non si può, gli antichi dicevano che voleva “appendere il campanello al collo del gatto”. Questo proverbio deriva nientemeno che da una favola di Esopo, lo scrittore greco. C’era una volta un gatto che faceva la posta ai topi che stavano nella tana. Essi, spaventati, non uscivano più e, poiché la provvista stava per esaurirsi, rischiavano di morire di fame. Si riunirono perciò in consiglio, ma nessuno riusciva a trovare una soluzione. Improvvisamente uno esclamò: “Ho trovato…ho trovato…Appendiamo un campanello al collo del gatto, se sentiremo suonare vorrà dire che il gatto è qui vicino, se invece non sentiremo nulla vorrà dire che non c’è ed allora potremo uscire.” Tutti i topi, battendo le mani, gli gridarono: “Bravo, bravo…” e iniziarono a far festa. Solo il topo più anziano stava in silenzio. Alla fine disse: “Ciò che voi dite è tutto giusto, solo una cosa non mi è chiara, chi andrebbe a legare il campanello al gatto?” Di botto piombò il silenzio. “Io non ci andrò!” - Esclamò uno. “Io neppure!” – Aggiunse l’altro. Così, uno alla volta, si allontanarono tutti a testa bassa.
Avevate già compreso tutto, vero?

venerdì 9 novembre 2007

Al Sud Maltempo in vista !

Questa mattina, quando mi sono alzato e, come al solito, ho dato uno sguardo al barometro, sono rimasto sorpreso nel notare che, durante la notte si era abbassato di ben 5 hPa. Ora la diminuzione di pressione sta continuando mentre la temperatura è in aumento e in cielo sono comparse le prime nubi.
Quando l'abbassamento è così netto e perdura per diverse ore, c'è da aspetarsi un marcato peggioramento delle condizioni del tempo con l'arrivo di pioggia e vento. Tutto ciò vale nello specifico per la mia zona (il Salento) ma naturalmente non è escluso che il peggioramento abbia un raggio molto più ampio.

giovedì 8 novembre 2007

Un assaggio del nuovo calendario

I fedelissimi del nostro blog sapranno che la "Comunità del Canneto" di Gallipoli, associazione ONLUS, di cui io faccio parte, fra le altre cose, pubblica ogni anno un suo calendario in vernacolo: "Cantu te caddhuzzu". L'immagine in alto si riferisce al primo dei calendari (quello del 1990), il prossimo sarà dunque il 19°; la sua uscita è prevista entro l'otto Dicembre e proprio in questi giorni stiamo lavorando agli ultimi ritocchi. Le rubriche variano quasi tutte anno per anno, la rubrica da me curata quest'anno ha il titolo "Parcè ticimu cusì" (Perchè diciamo così). Essa prende in considerazione ogni mese un modo di dire, un proverbio, o semplicemente un termine gallipolino e ne spiega le origini. Fra i tanti detti popolari ho privilegiato quelli collegati a una favola, un aneddoto o alla storia di Gallipoli per far sì che la rubrica risulti piacevole e istruttiva. Naturalmente è solo una delle tante rubriche, che anche quest'anno sono molto interessanti. Vi dò un assaggio della mia rubrica riportando una favola pubblicata nel mese di Ottobre che spiega un modo di dire gallipolino molto antico: "Ppandire lu campanieddhu a 'ncanna allu cattu".
Certa gente se vanta ca risorve tuttu a na mazzata, ma poi allu tirare te li cunti, se scopre ca na certa cosa nu’ se pote fare. Quandu unu ulia cu fazza 'ccinca nu’ se pote, li ‘ntichi ticiene ca “ulia cu ‘ppenda lu campanieddhu a ‘ncanna allu cattu”. Stu motu te tire, vene nienzimenu te nu cuntu te Esopo, nu scrittore crecu. Nc’era na fiata nu cattu ca facia la posta alli surici ca stavene intra allu bucu. Iddhi, spaurisciati nu ‘ssiene cchiui e, siccomu la pruvista staci se spicciava, rischiavene cu mojerene te fame. Se riunira perciò a cunsiju, ma ciujeddhi 'cchiava na soluzione. Tuttu 'ncoddu se utau unu te iddhi: “Aggiu 'cchiatu, aggiu 'cchiatu…Ppandimu nu campanieddhu a ‘ncanna allu cattu: ci santimu sunare ole dica ca stae quannanzi, ci mbece nu’ santimu nienti ole dica ca nu 'nc’ete e putimu ‘ssire.”. Tutti li surici 'nde critara: “Brau, brau..”, 'nde schiattarisciara li mani e 'nsignara cu fazzene festa. Sulu lu sorice 'cchiu’ vecchiu stava quetu quetu. Alla fine tisse: “Quiddhu ca iti tittu vae tuttu bonu, sulu na cosa nu aggiu capitu: “Lu campanieddu allu cattu ci vae cu 'nde lu ‘ttacca?”. Tuttu 'ncoddu se ‘ntise silenziu. “Jeu nu bau!” – tisse unu, “Mancu jeu!” – tise l’addhu, e chianu chianu tutti se ‘lluntanara culla cuta ‘mmienzu ‘ll’anche.
Chi non è di Gallipoli si diverta a tradurlo, fra qualche giorno gli darò modo di verificare la sua traduzione.
Ciao, a presto

venerdì 26 ottobre 2007

Week end all'insegna del bel tempo...e del buon sonno

E così la precoce ondata di freddo si è davvero attenuata un po' ovunque (volevo ben dire di spargere la voce): da noi, a Gallipoli, nella giornata odierna, abbiamo oltrepassato i 20°C, sebbene il tempo sia stato perturbato. Anche nelle altre zone si sono avute nuvole e piogge, ma pure da questo punto di vista il tempo è in miglioramento. La settimana che si sta per concludere è stata caratterizzata da ripetuti errori dei meteorologi che, in questa fase, si stanno rivelando più bravi nelle previsioni generali di medio periodo che in quelle dettagliate a breve scadenza. Particolarmente errate, almeno al sud, le previsioni per le successive 48 ore: in più di un occasione, la rubrica di Rai 1 "Che tempo fa" ha dovuto correggere il tiro, non sempre riuscendovi pienamente. Così dopo la lezione impartitaci la scorsa settimana dagli esperti, con la tempestiva e precisa previsione dell'arrivo del freddo, noi dilettanti possiamo rialzare la cresta. Il barometro in questi ultimi giorni fa registrare valori di pressione più alti; osservando la mappa della situazione al suolo relativa alle ore 13,10 di oggi ne scpriamo la causa: l'anticiclone dele Azzorre ha lentamente abbandonato la Scandinvia e si è portato a latitudini più basse fondendosi con quello siberiano, tutto ciò favorisce il miglioramento del tempo sulle nostre regioni. Il fine settimana dovrebbe perciò essere soleggiato su gran parte dell'Italia, con temperature miti.

Attenzione però, la depressione che sta arrecando piogge sul Mediterraneo, anzichè spostarsi verso Est, si è mossa a ritroso, portandosi sulla Spagna. La forza centrifuga dovrebbe perciò rispedircela indietro, provocando un nuovo peggioramento del tempo all'inizio della prossima settimana. L'anticiclone si affermerà pienamente solo dopo che il vortice ciclonico si sarà portato sui balcani, sempre che nel frattempo non intervengano altri fattori.

In questo fine settimana avremo anche il ritorno all'ora solare, nella notte fra Sabato 27 e Domenica 28 sposteremo le lancette dalle h.3,00 alle h. 2,00; l'ora legale tornerà Domenica 27 Marzo 2008. Quest'anno l'ora legale ci ha fatto risparmiare 84.000.000 di Euro. Non so se ci avete fatto caso, ma ormai l'ora legale dura di più di quella solare (7 mesi a 5). Domani notte dormiremo dunque un ora in più, chi viaggia starà invece un'ora in più in treno (quest'ultimo infatti resterà fermo per un'ora, dalle 2 alle 3 o , se preferite, dalle 3 legali alle 3 solari) ma arriverà puntualmente. Viceversa, quando si sposta l'ora in avanti, il viaggio è un po' più breve (si corre di più) ma si arriva in ritardo.

Non mi resta che augurare felice week end e buon sonno a tutti: riprendiamoci l'ora persa lo scorso Marzo!

lunedì 22 ottobre 2007

Il signore si può accomodare!

L'anonimo ha saputo rispondere alla parola d'ordine e può quindi entrare.... E pure alla svelta, visto il freddo che fa ! La risposta giusta da dare al guardiano era appunto Tre, per il motivo che l'anonimo (ma non troppo) spiega nel suo commento. E' vero l'indovinello non è bastato a scaldare l'ambiente: come ci comunica il nostro vincitore (che rivela così sempre più la sua identità) a Roma ci sono 8°C. In effetti era forse troppo semplice e anche troppo famoso, devo assegnarvi qualcosa di più difficile! Il problema maggiore è però che non si assiste ancora ad una bella gara, ma ci riproveremo. In quanto al freddo, come dice Aleandro Baldi in una sua canzone, passerà...

Proviamo a scaldare questo freddo Autunno

Da alcuni giorni in Italia persiste una situazione di maltempo collegata a temperature del tutto inusuali per questo periodo, basti pensare che ieri, a Potenza, l'incontro di calcio di C1 con il Martina è stato rinviato per neve. Responsabile di questa situazione è l'attuale posizione dell'anticiclone delle Azzorre, che, come potete osservare dalla cartina relativa alle ore 10,10 di oggi, dall'Atlantico si protende verso nord (dove raggiunge 1032 hPa) lasciando scoperta l'Italia. Si stabilisce così un flusso d'aria fredda da nord verso sud che fa abbassare la temperatura sul Mediterraneo e, scontrandosi con aria più umida e temperata, alimenta una depressione presente sull'Italia che sta arrecando cospicue precipitazioni su tutte le nostre regioni. La scorsa settimana ho preferito tacere sul'arrivo della perturbazione perchè ormai ne erano tutti ben informati per la puntuale previsione da parte dei mass media. Cerchiamo ora di riscaldarci un po' con un bel quiz. Vi propongo il seguente:
In un centro segreto si accede solo rispondendo alla parola d'ordine. Arriva il primo soldato e la guardia gli dice: "dieci". Il soldato prontamente risponde cinque e viene fatto entrare. Arriva il secondo soldato e la guardia dice: dodici. Il soldato risponde sei e viene fatto entrare. Ai due successivi viene chiesto sei e otto e viene risposto rispettivamente tre e quattro: anch'essi vengono fatti accomodare. Una spia, nascosta nelle vicinanze, osserva tutto ed è convinta di aver capito. Si avvicina perciò al portone e, alla parola d'ordine due, risponde prontamente uno, ma il guardiano incomincia a sparare. Come mai?
Per ora riscaldiamo la giornata con il fuoco del guardiano e con la sfida fra risolutori di quiz, fra qualche giorno il freddo andrà via altrettanto rapidamente di come è arrivato e le temperature di questi giorni saranno solo un ricordo... Cosa dite? Ne son proprio sicuro? No, ma spargete la voce!

domenica 14 ottobre 2007

Elezioni primarie: Proiezioni 'NTOXA

Con le primarie di oggi si fa un grosso passo avanti verso la costituzione del Partito Democratico che andrà ad inglobare DS e Margherita, quest'ultima formatasi in precedenza proprio dall'unione di più partiti (Democratici, PPI e Rinnovamento Italiano). Mentre però la nascita della Margherita fu un giusto ed opportuno atto di fusione di forze omogenee d'ispirazione moderata e per gran parte cattolica, il neo Partito Democratico unisce due partiti spesso in disaccordo specie sui temi etici. Quella linea trasversale che molte volte ha diviso i due poli, separando a sinistra proprio DS e Margherita, viene ora del tutto ignorata, rendendo difficile comprendere la dottrina del nuovo soggetto politico e facendo ipotizzare motivazioni puramente strategiche e interessi di primato politico. Da un lato è utile, anzi indispensabile, che le innumerevoli forze in campo si uniscano (non se ne può più di vedere spuntare partiti come funghi), dall'altro vorremmo vedere un panorama chiaro: non solo pochi partiti, ma soggetti rappresentativi di precise ideologie e di precisi obbiettivi fra i quali il popolo possa scegliere in base alle proprie convinzioni e i propri ideali. Per tale ragione condivido la scelta degli altri partiti della sinistra che non hanno aderito all'iniziativa; in particolare va lodata la coerenza dei Socialisti di Boselli che con fierezza hanno difeso la loro storica identità, creando coerentemente legami solo con chi condivide le stesse idee. Ad ogni modo, in tutta Italia si sta in questo momento votando per le primarie e si continuerà a farlo sino alle h. 20,00 di oggi. Cinque i candidati alla segreteria del partito: Walter Veltroni, Enrico Letta, Rosy Bindi, Mario Adinolfi, Piergiorgio Gawronski. L'affluenza alle h. 17,00 risultava molto alta. Per quel riguarda, invece, le proiezioni sui risultati, mi sembra esagerato scomodare la Doxa o altri istituti di statistica, bastano le mie: la 'NTOXA . Considerando che Adinolfi e Gawronski, pur con tutte le loro buone intenzioni, restano degli outsider, assodato che la maggior parte degli elettori seguirà l'orientamento del proprio attuale partito e tenuto conto che i moderati dovrebbero dividersi fra Letta e Bindi, il calcolatore fa sortire con netto distacco il nome Walter Veltroni.
Ora sorgerà un nuovo partito dall'aria americana ma, riprendendo il discorso di prima, ritengo che nel nostro panorama politico non si avrà pace finchè i partiti non torneranno a formarsi sulla base di idee comuni e non sulla base della comune ostilità a l'una piuttosto che all'altra personalità politica!

venerdì 12 ottobre 2007

La scuola che vorrei

Centomila studenti sono oggi scesi in piazza per manifestare contro le nuove leggi sulla scuola ed in particolare contro le facoltà a numero chiuso ed il ritorno agli esami di riparazione; una volta tanto lo sciopero non ha solo come fine una giornata di vacanza ma la difesa di idee che stanno realmente a cuore a tanti studenti. Per quanto riguarda il numero chiuso, sono il primo ad associarmi agli studenti: non mi sembra giusto che vengano condizionate sempre più le scelte e il futuro di tanti giovani, che vengano soffocate le loro aspirazioni e i loro legittimi interessi. Sul secondo punto sono invece in totale disaccordo: capisco che agli studenti dispiaccia essere rimandati, ma quando la regola fu cambiata fui il primo a dissentire. Ricordo, ai tempi del liceo, che gli esami di riparazione erano il mezzo più efficace per far colmare agli studenti le loro lacune; infatti, i compagni di classe che venivano rimandati, nei primi mesi dell'anno seguente erano fra i più preparati nelle materie in questione. Purtroppo è sempre così: prima si eliminano le cose migliori, poi si torna al punto di prima; ci vuole davvero tanto a capire ciò va bene e ciò che invece va cambiato? La scuola è uno di quei settori in cui i vari ministri che si sono succeduti hanno cercato di cambiare tanto ma son rimasti sempre allo stesso punto: infruttuosi tentativi di adeguare la preparazione scolastica al mondo del lavoro, inutili cambiamenti di materie e di programmi, sciocchi cambiamenti nei sistemi di valutazione (a che serve una lettera al posto di un numero?) o nella denominazione delle scuole e delle discipline. Intanto le scuole continuano a non fornire la preparazione che si prefiggono, in particolar modo gli istituti professionali e industriali tutto assicurano tranne che una preparazione professionale: ne sa molto di più chi ha imparato la professione privatamente che coloro che hanno frequentato la scuola, non siamo forse all'assurdo? La scuola funziona male ma nessuno rivolge l'attenzione ai suoi principali difetti. Il rapporto fra insegnanti e studenti continua ad oscillare fra l' ineducazione e il terrore. Studenti e genitori accusano spesso ingiustamente gli insegnanti, essi, a loro volta, non sentono la minima responsabilità per una classe impreparata: sembra che istruire sia compito specifico degli insegnanti privati. La valutazione poi, più che dall'effettiva preparazione dipende sempre più dalla fortuna o la sfortuna di essere stati interrogati un certo giorno o su certi argomenti piuttosto che su altri. La mia scuola ha come modello le elementari, soprattutto quelle di una volta dove l'insegnante, essendo unico, conosceva vita e miracoli di ciascuno dei sui allievi. Alle elementari (almeno quelle che ricordo io), s'instaurava una convivenza fra alunni e insegnante, quest'ultimo correggeva i compiti in classe e quelli fatti a casa, girava fra i banchi, chiamava alla lavagna quando lo riteneva opportuno, interrogava senza alcun preavviso, come poteva non conoscere l'effettivo valore dell'alunno? Andando avanti negli studi (e questo ccadeva anche ai miei tempi) la scuola si trasforma sempre più in un gioco a quiz, in una rigida media aritmetica fra poche interrogazioni e pochi compiti in classe (magari copiati). Perchè mai un'esercitazione dovrebbe contare meno di un compito in classe? Perchè un invito informale alla lavagna o un intervento dal posto dovrebbe contare meno di un interrogazione ufficiale? Perchè compiti e interrogazioni devono avere preavviso? Per quale motivo il docente, al di là dei voti segnati sul registro, non può tener conto di tutto ciò che sa dell'alunno? Altro modello che mi sento di suggerire per la scuola è quello degli apprendisti che imparano il mestiere, quelli sì che vengono guidati e istruiti dal maestro, di loro si sa davvero quanto rendono e quanto hanno imparato. Vorrei una scuola con chiari obbiettivi, dove si studia ciò che serve e lo si impara davvero, dove ogni docente sente la responsabilità della propria scolaresca, dove domina un atmosfera di distensione e un rapporto amichevole fra insegnanti e alunni, dove la valutazione rispecchia il vero profitto di ciascuno. Si sono fatte tante leggi ma qualcuno a mai pensato a queste cose? Vorrei infine che il mio ragionamento fosse esteso al mondo del lavoro e ad ogni aspetto della vita sociale, vorrei che venisse abbattuta la burocrazia la cui giusta definizione è quella che ascoltai una volta alla ruota della fortuna: "La burocrazia è l'arte di rendere impossibile ciò che è possibile!". Vorrei che scomparisse la rigida assegnazioni dei posti in base a schematiche procedure, al superamento di concorsi (peraltro truccati) basati sulla conoscenza di nozioni inutili al lavoro in questione. In una sola parola vorrei che nella scuola, nell'università, nel lavoro e in ogni campo si mirasse a far emergere ciò che ognuno sa e può dare alla società, nel suo interesse e per il bene della collettività. I giochi a quiz lasciamoli a Mike Bongiorno!

sabato 6 ottobre 2007

Nostalgia della cara vecchia schedina

Il gioco del Totocalcio, dopo il continuo crescendo degli anni 70 e 80 e dopo il picco massimo raggiunto negli anni 90, quando assieme al neo nato Totogol fece registrare montepremi di circa 35.000.000.000 di vecchie lire, da diversi anni è in piena crisi; a nulla son servite le riunioni degli addetti ai lavori e il tentativo di lanciare nuovi giochi come Totosei e Totobingol o di rinnovare quegli già esistenti (vedi trasformazione del Totogol e innovazione del Totocalcio con l'aggiunta del 14° incontro). Le cause della crisi sono sotto gli occhi di tutti: anticipi e posticipi di campionato, partite serali, sfasamento fra il campionato di A e di B, introduzione di nuovi giochi, additittura dificoltà di trovare schedine con il palinsesto. Sono ben lontani i tempi dei pomeriggi trascorsi davanti alla radio ascoltando, con la schedina alla mano, "Tutto il calcio minuto per minuto". Non tutti conoscono però la principale origine di questa crisi; io che seguo il Totocalcio sin da bambino, credo di saperlo bene! Ricordo che, negli anni '60, quando io bambino chiedevo al mio papà di giocare la schedina da me compilata, il costo era di 50 £. a colonna. Con il trascorrere degli anni e con la grave svaluta degli anni '70, il prezzo è andato gradatamente aumentando, aumenti ben cadenzati, che i giocatori riuscivano ad assimilare molto bene. E' andata avanti così, fino agli inizi degli anni '90 (sarà stato il 92...93, non ricordo bene), quando il CONI, che allora gestiva il gioco, incoraggiato dai continui record del montepremi, ebbe l'idea di applicare diversi e cospicui aumenti nel giro dello stesso anno, credendo forse di far salire i suoi incassi alle stelle. Fu proprio in occasione dell'ultimo degli aumenti, che i giocatori, non potendone più, ridussero drasticamente le proprie giocate, tant'è vero che per la prima volta, nonostante l'aumento, il montepremi restò invariato. Gli addetti ai lavori cercarono di minimizzare dicendo che si trattava del solito calo di giocate di fine campionato. In realtà non poteva essere così: perchè mai una riduzione di giocate così improvvisa? Infatti era il primo atto di disaffezione dei giocatori, lo dimostra il fatto che, da allora in poi le giocate sono progressivamente calate sino alla piena crisi; fu il nascere del SuperEnalotto a dare il colpo di grazia. Per capire quanto possa essere stato gravoso ed inadeguato il costo delle giocate, basti pensare che, il costo di una quindicina di anni fa era esattamente quello di oggi, poichè dopo quell'infelice esperienza nessuno ha avuto il coraggio d'introdurre nuovi aumenti, anzi, con il passaggio all'Euro il costo è leggermente diminuito: da 1.000 £ a 0,50 € a colonna . Collegabile a tale crisi è probabilmente anche il calo d'interesse per i sistemi. Ricordo che neglianni 80, camminando per strada s'inciampava in opuscoli che publicizzavano i sistemi, lo stesso avveniva sui giornali e, fino agli inizi degli anni 90, nelle TV private, ovviamente con metodi di convincimento non sempre onesti. Ritengo però, che la diminuita conoscenza delle tecniche sistemistiche fra la gente comune, abbia anche altre cause, prima fra tutte l'ampia diffusione dei PC che ha portato a sostituire i manuali di sistemistica con software specifici, il cui utilizzo è per lo più esercitato dai titolari delle ricevitorie. Va tuttavia precisato che in questo campo i computer sono facilmente battibili non essendo ancora stato trovato un algoritmo valido per tutti i tipi di sistemi. Nel blog trovate il link relativo al miglior sito del settore, anch'esso per la verità è un po' in crisi, visto che gli aggiornamenti sono divenuti molto rari e sto avendo difficoltà a contattarlo per invirgli alcuni miei nuovi primati. Per chi comunque volesse sapere qualcosa in più dell'argomento, mi propongo prossimamente di fornire alcune semplici lezioni di sistemistica, magari riusciamo a rilanciare il Totocalcio!
A proposito di siti in crisi, per sopravvenuti problemi, Redbaron (per me PaperBat) ha fatto sapere che in questo periodo farà poche publicazioni al mese e ha invitato i suoi lettori a consultare anche il mio blog. Lo ringrazio di ciò e mi riprometto, nell'ambito delle mie possibilità, di sopperire a qualche sua lacuna. A presto!

domenica 23 settembre 2007

Chi sarà Miss Italia 2007: ditelo voi!

Ci prepariamo ad assistere alla terza serata di uno dei concorsi più antichi d'Italia; per ora (purtroppo) ancora concorso di bellezza, ma in questo 21° secolo, vorremmo che il termine sparisse e che gare di questo tipo lasciassero il posto o si tramutassero in gare, (possibilmente prive di raccomandazioni) atte a mettere in risalto le doti delle aspiranti. Un cambiamento in tal senso, in questi ultimi anni pare sia stato già avviato ma c'è ancora molto da cambiare. Intanto quest'anno, con in campo il suo re, la gara del quiz non poteva mancare ed è quella a cui assisteremo questa sera. Mike Bongiorno si è però già distinto dalle prime battute, grazie polemica con la sua compagna di viaggio di questa edizione di Miss Italia. L'indice d'ascolto è prontamente salito: era tutto organizzato apposta? Trovo strano che questa insinuazione non sia ancora stata avanzata, ma dato che di questi tempi tutto è fiction, lo ritengo probabile.
Per quel che riguarda il pronostico, in un primo momento avevo dato il via ad un'operazione Paperinik, il quale in un batter d'occhio può giungere dappertutto per cercare di captare i sentori della gente, ma poi ho deciso per una volta di passare la palla a voi, dò a ognuno la possibilità di 5 nomi, vediamo chi sarà il più bravo! Dite che vincerà ancora Francesco?Accanto ai pronostici, potete anche indicare la vostra preferita, il che è diverso. Secondo me la qualità quest'anno è migliorata: mi sembrano molto belle e dolci.

giovedì 20 settembre 2007

Rimettiamo a posto le stagioni!

Domani sarà il 21 Settembre e secondo quanto crede la grandissima parte della persone, inizierà l'Autunno, anche in molti canali TV e radio, così come avvenuto molte altre volte, verrà detta la stessa cosa: non credetegli! L'Autunno avrà inizio Domenica 23 Settembre! Se l'errore è ammisibile per la gente comune, non lo è per i mass media che dovrebbero fare molta attenzione alle loro affermazioni, purtroppo i loro errori sono tanti e spesso gravi.
Le stagioni dipendono dall'inclinazione dell'asse terrestre combinata con la posizione della terra sull'eclittica (orbita intorno al sole); poichè l'inclinazione (v. figura in alto) è sempre la stessa, l'inclinazione dei raggi solari rispetto all'orizzonte, varia al variare della posizione della terra rispetto al sole. Nel nostro emisfero la massima inclinazione è raggiunta il 21 Giugno (solstizio d'estate) e la minima il 21 Dicembre (solstizio d'inverno), il 21 Marzo (equinozio di primavara) e il (23 Settembre (equinozio d'autunno) si ha l'inclinazione media. Nell'altro emisfero accade esattamente il contrario. Ad es. il 21 Giugno (in figura terra a sinistra del sole) il nostro emisfero è rivolto verso il sole e i suoi raggi avranno quindi da noi la massima inclinazione, mentre l'altro si trova dal lato opposto e i raggi solari avranno quindi lì la minima inclinazione. Il periodo più caldo dovrebbe aversi quando il sole ha la massima inclinazione rispetto all'orizzonte (è più alto), il più freddo quando ha la minima inclinazione (è più basso), in realtà ciascuna stagione è un pò posticipata poichè la terra assorbe il calore e lo tira fuori nei mesi successivi. Le date prima indicate sono approssimative; infatti il giro di rivoluzione dura 365 giorni e sei ore, per cui di anno in anno, l'orario degli equinozi e dei solstizi è posticipato di 6 ore, per poi essere anticipato di 24 ore negli anni bisestili, per cui il massimo ritardo che raggiunge è 18 ore. Tale ritardo fa sì che possa essere scavalcata la mezzanotte e si cambi data. In conseguenza di ciò, nel nostro emisfero, la primavera può incominciare il 20 o il 21 Marzo, l'estate sempre il 21 Giugno (pur cambiando ora), l'autunno il 22 o il 23 Settembre (quest'anno il 23) e l'inverno il 21 o il 22 Dicembre. Poichè il giorno predominante è il 21, le stagioni entrano tutte ufficialmente il 21, tranne l'autunno che entra il 23 Settembre (poichè il 21 non è mai toccato).
A proposito di stagioni, ancora una volta sono ottimista sull'evolversi delle condizioni del tempo e ritengo che avremo ancora giornate belle e calde. Se diamo uno sguardo alla mappa delle isobare di oggi, ci rendiamo conto che gran parte dell'Europa (Italia compresa) è protetta dall'anticiclone delle Azzorre che si presenta con quattro massimi.
Parlando delle mie previsioni, faccio notare che la maggioranza di governo scricchiola di nuovo, come ho previsto in precedenza, mentre con il gioco della ghigliottina da me proposto in primavera, ho precorso i tempi scegliendo la parola "Nessuno" oggi apparsa a "L'eredità", fruttando al concorrente 140.000€ (purtoppo da noi la nostra Elena non vinse nulla). Di recente mi sto sbilanciano in varie previsioni vedremo se si avvereranno; penso che nei prossimi giorni farò anche le previsioni sulla nuova Miss Italia. Continuate a collegarvi con me!

martedì 18 settembre 2007

Smascherate le figlie e forse anche l'intervistatore!

Anche questa volta il nostro Anonimo, o Francesco, che dir si voglia, ha risolto il test con gran rapidità: se consideriamo che passerà pure un certo tempo prima che li legga, il tempo che c'impiega è davvero esiguo. Che sia lui l'intervistatore? Del resto solo un intervistatore come Francesco avrebbe potuto accettare una risposta come quella della signora e dedurne, in pochi secondi, le età delle figlie. Le rispettive età sono le seguenti: 9,2,2. Poichè il prodotto è deve dare 36, ciascuna età dev'essere ricercate fra i divisori di tale numero che sono i seguenti: 1,2,3,4,6,12,18,36. Fra le posibili terne che si possono formare con tali numeri, occorrerà prendere in considerazione solo quelle che danno come prodotto 36 (naturalmente ogni numero potrà anche essere ripetuto più volte nella stessa terna: possono esserci gemelle). Si giunge così alle otto terne prese in considerazione da anonimo. Nel commento postato, vedete una serie di otto cinquine in quanto è stato aggiunto, come quarto numero, il prodotto dei tre numeri, che come detto, dev'essere 36 e come quinto numero la somma degli stessi. Poi si procede come ha fatto il nostro bravissimo risolutore d'indovinelli.
Intanto, mentre noi pensiamo a giocare e a chiacchierare, Beppe Grillo ha tanto spopolato con il suo blog, che ora, forte di un grande seguito di gente, ha deciso di scendere in campo per risolvere i problemi del paese. Come ha opportunamente fatto notare qualcuno, se i politici fanno i comici, è giusto che i comici facciano i politici! Grillo ha defino Romano Prodi un "Valium", il nostro presidente del consiglio ha ribattuto dicendo di essere "sveglio come un grillo". Chi dei due ha ragione lo sapremo in seguito; intanto, in previsione di un fallimento di entrambi, proporrei di formare delle nostre liste....ma forse è meglio non farsi venire dei "grilli" in testa!

domenica 16 settembre 2007

L'ultimo enigma dell' estate

L'estate sta finendo!...
...E un anno se ne va! Risponderete di certo in coro. In effetti anche l'estate 2007 sta per finire nell'archivio dei nostri ricordi, meglio però non pensare a quel flusso inarrestabile del tempo che passa su di noi invecchiandoci. Piuttosto, prima che l'estate finisca del tutto, voglio sfidarvi a risolvere un ultimo indovinello (ultimo per quest'estate s'intende) .
Un intervistatore si reca a casa di una signora e le chiede l'età delle figlie. Ella gli risponde in modo alquanto enigmatico: "Il prodotto delle età delle mie figlie è uguale a 36, mentre la somma delle età medesime è uguale al numero civico di questa abitazione.". L'intervistatore va via ma subito dopo rientra e afferma: "I dati che lei mi ha fornito sono insufficienti per dare una risposta alla mia domanda!". La signora risponde: " Oh che sbadata, dimenticavo di dirle che la maggiore ha gli occhi azzurri!". L'intervistatore dice che questo gli basta e va via soddisfatto. Sapete dirmi qual è l'età delle figlie?
Per quanto riguarda il grado di difficoltà del quesito, posso dirvi che l'ho letto una sera prima di andare a letto e ho incominciato a pensarci un po', poi mi sono addormentato. Il mattino seguente mi sono rimesso al lavoro e sono giunto alla soluzione. Ritengo che sia stato l'enigma più difficile che abbia mai risolto in vita mia. Non è detto però che io sia bravo. Buon divertimento!

mercoledì 5 settembre 2007

Pioggia e freddo sull'Italia ma l'estate non finisce qui!

Sulle nostre regioni, dopo le piogge e i temporali dei giorni scorsi, è giunta anche un'ondata di aria fresca che ha fatto scendere le temperature nettamente al di sotto della media del periodo, mentre in montagna è persino fioccata la neve. La causa di ciò è una depressione, attiva anche in quota, che ha attraversato prima le regioni settentrionali e successivamente quelle centrali e meridionali, andandosi infine a posizionarsi, nella giornata odierna, sui balcani, da dove continua ad arrecare instabilità specie sul versante adriatico (v. analisi al suolo).

La mappa, riferita alle ore centrali di oggi, ci mostra però l'anticiclone delle Azzorre che si affaccia verso l'Italia; esso nei prossimi giorni conquisterà presumibilmente le nostre regioni permettendo il ritorno del bel tempo. Io, che come al solito, seguo la situazione anche dal mio rudimentale osservatorio domestico, ho avuto conferma di ciò dal sensibile aumento del barometro che, dopo aver toccato il minimo di 1009 hPa nelle prime ore del mattino, ha raggiunto in serata i 1016 hPa, anche l'umidità è notevolmente diminuita. La presenza di aria fresca lascia però prevedere residua instabilità anche per la giornata di domani, specie al sud e sulle regioni adriatiche, dopo di che il tempo dovrebbe migliorare a partire dal nord. E' probabile quindi un fine settimana all'insegna del bel tempo e un ritorno delle temperature estive. Il proverbio "S.Egidio ti dirà di che estro Settembre sarà", secondo cui il mese di Settembre come incomincia così prosegue, credo che quest'anno, come del resto è accaduto altre volte, verrà smentito.

lunedì 3 settembre 2007

Gallipoli andrà in B e rilancerà Barba

Fra poche ore, la squadra di calcio del Gallipoli, che otto giorni fa ha travolto la Massese 4-1, scenderà in campo a Salerno per disputare la seconda di campionato di C1 gir. B. Indipendententemente da quanto accadrà questa sera, ritengo che la nuova formazione ci regalerà un'annata di grandi soddisfazioni. La squadra, guidata quest'anno da mister Bonetti, è in gran parte rinnovata e annovera grandi nomi, con Rossi in porta, Molinari (proveniente dal Frosinone) e Vastola (proveniente dal'Ascoli) in difesa, l'argentino Correa a centrocampo e altri importanti calciatori anche con esperienza di A o di B. Si attende inoltre di vedere all'opera la nuova coppia d'attacco, con l'ex perugino Ginestra (scambiato con Califano) accanto a Di gennaro, cannoniere della scorsa stagione, che nella prima giornata ha siglato una tripletta. Stavolta la campagna acquisti, a differenza di quanto accaduto lo sorso anno, pare davvero azzeccata. Il nostro presidente Vincenzo Barba, senatore ed ex sindaco (o già sindaco, come preferisce dire lui) della nostra città, spodestato da Palazzo Balsamo, ha concentrato il suo impegno sulla squadra di calcio, consepevole che da essa potrà dipendere il suo prestigio e la possibilità di essere rieletto. Il mese chiave sarà il prossimo Maggio, quando vi saranno elezioni e chiusura del campionato. Queste le mie previsioni: il Gallipoli salirà in B e Vincenzo Barba la spunterà sul filo di lana.
In campo amministrativo, previsioni a parte, occorre augurarci, per il bene di Gallipoli, che vinca il migliore; per quel che riguarda il calcio, invece, spero tutti i gallipolini e gran parte dei salentini si uniscano al grido Forza Gallipoli !!!

mercoledì 29 agosto 2007

E il giorno dopo il plenilunio...il quiz è risolto!

Ancora una volta l'anonimo Francesco ha fatto centro e ancora una volta con gran rapidità, dimostrandosi abile non solo nei problemi più semplici ma anche in quelli più complessi. I lupi mannari erano dunque tre, si suicidano dopo la terza notte perchè solo allora, in base a un rigoroso ragionamento logico, possono avere la certezza di essere lupi mannari. Per la spiegazione vi rimando al commento di "anonimo" al precedente post.
Ragazzi, datevi da fare perchè Francesco fa sul serio: credo che quando Formucca tornerà dalle ferie avremo una grande sfida! Per ora onori al vincitore!

In notti come questa attenti ai lupi mannari !!!

L'ultimo test è stato risolto con grande rapidità da Francesco. Prima che le vacanze terminino ve ne voglio proporre un altro ben più impegnativo.
In un piccolo paesino sperduto, la gente vive tranquilla fino al giorno in cui avviene una terribile scoperta: alcuni abitanti sono dei lupi mannari e in notti di luna piena, come questa, scendono in piazza a ululare. Il sindaco corre subito ai ripari per debellare il grave problema ed emana un provvedimento secondo cui i cittadini che si accorgano di essere dei lupi mannari, dovranno suicidarsi. Poichè in quel paesino, tutti i cittadini sono rispettosi della legge, non v'è il minimo dubbio che essa verrà applicata, c'è però un piccolo problema: chi è lupo mannaro non sa di esserlo, nè gli può venire comunicato, poichè ognuno in quel posto si fa i fatti propri; potrà dedurlo solo dal comportamento degli altri. All'alba successiva alla terza una notte di luna piena, si scoprono in strada i cadaveri di alcuni lupi mannari.
Sapete dirmi quanti sono i lupi mannari in quel paese e perchè i suicidi avvengono proprio durante la terza notte di luna piena?
Tenete presente che ogni notte (comprese quelle di luna piena) tutti s'incontrano in piazza e ognuno può quindi osservare il comportamento degli altri e riconoscere i lupi mannari, anche se, come detto, non può eventualmente notare la propria anomalia. Tenete inoltre presente che, tutti gli abitanti sanno che almeno uno di loro è sicuramente un lupo mannaro.
Buon divertimento!

mercoledì 22 agosto 2007

Aria di temporale

Estate: periodo caldo e siccito ma, per le regioni del nord, anche stagione di temporali, i quali nella seconda metà d'Agosto tendono ad estendersi anche altrove. Sarà quindi utile saperne un po' di più e magari cercare di prevederli. Innanzitutto i temporali possono essere di vari tipi, i più importanti sono i temporali frontali e i temporali di calore. I primi sono collegati alle pertubazioni e quindi alle basse pressioni, sono perciò preceduti da un sensibile abbassamento barometrico e da tutti gli altri segni premonitori collegati alle perturbazioni: rotazione del vento in senso antiorario, vento sciroccale, nubi in progressiva intensificazione, ecc. Il temporale è quindi inserito in una fase di maltempo ed è seguito da un brusco abbassamento della temperatura e spesso dall'arrivo di forti venti e/o dal ripetersi del fenomeno. Nel caso dei temporali di calore, invece, l'osservazione del barometro riveste pochissima importanza in quanto si verificano in condizione di pressione moderatamente alta e costante (a parte un abbassamento lievissimo nell'imminenza delle precipitazioni). Tali temporali si verificano in giornate estive inizialmente calde, calme e soleggiate, ad un certo punto le nubi incominciano ad addensarsi all'orizzonte; nelle ore centrali o in serata il cielo si copre e scoppia il temporale che non dura mai più di mezz'ora, dopo di che il tempo torna caldo, calmo e sereno come se nulla fosse accaduto. Vediamo ora, in generale, quali sono gli indizi che preannunciano un temporale.
I temporali sono generati dai Cumulonembi che si formano a partire da nubi apparentemente innocue: i Cumuli. Questi ultimi si formano in seguito al riscaldamento e al conseguente innalzamento dell'aria presente al suolo. Man mano che l'aria s'innalza, si espande e si raffredda venendo così a formare le nubi. Nella maggior parte dei casi si formano solo delle nubi innocue dette Cumuli humilis, estesi soprattutto in superficie (v. figura).
Se però l'instabilità continua, i cumuli s'igrandiscono, estendendosi soprattutto in altezza. L'innalzamento dell'aria continua fino a quando la massa d'aria in ascesa continua a trovare sopra di essa altra aria a temperatura più bassa. L'instabilità è quindi tanto maggiore, quanto più forte è la differenza di temperatura fra gli strati più bassi e quelli più alti, tale differenza a sua volta può essere determinata da un eccessivo riscaldamento del suolo o da un afflusso di aria fredda in quota. A seconda del grado d'instabilità, la crescita dei cumuli si arresta ad uno stadio diverso. Lo stadio successivo a quello dei Cumuli humilis è quello dei Cumuli medi, anch'essi innocui. Se l'instabilità continua, ma siamo in presenza d'inversione termica (uno straterello caldo interposto fra masse d'aria fredda), essa fa da "tappo" ed impedisce l'ulteriore ascesa; in tal caso la massa d'aria si espande solo orizzontalmente , per cui i cumuli si appiattiscono trasformandosi in Stratocumuli, che nonostante l'aspetto scuro, possono al massimo determinare un'inconsistente pioggerella. Se invece l'instabilità prosegue e non vi è inversione termica i Cumuli medi si trasformano in Cumuli congesti, estesi molto di più in altezza che in superficie, i quali si presentano all'orizzonte come un ammasso nuvoloso biancastro con contorni netti ma irregolari che si stagliano sul cielo azzurro (v. figura).
Essi possono provocare brevi acquazzoni, in assenza di vento; il pericolo maggiore è però che essi, a causa di una forte instabilità, si trasformino in Cumulonembi (nubi temporalesche). Questi ultimi hanno dei contorni più arrotondati rispetto ai cumuli e hanno l'aspetto di alte torri o montagne (v. figura).
I cumulonembi in figura sono del tipo Calvus, cioè privo di protuberanze e producono sempre acquazzoni o temporali. Se l'instabilità è maggiore, l'evoluzione continua e la nube può raggiungere i 12.000 m. di quota. A tale altezza la temperatura è bassissima per cui l'aria non può salire più di tanto, ma si estende in orizzontale ghiacciandosi; si formano così i Cumulonembi a incudine (v. figura), sicuri portatori di temporali, spesso violenti, che possono essere accompagnati (oltre che da tuoni e fulmini) da vento forte e grandine.
In caso di evoluzione temporalesca, il vento segue un andamento tipico: inzialmente spira in direzione opposta a quella da cui provengono le nubi (verso il temporale); quando il temporale si avvicina il vento si calma (la calma prima della tempesta); infine, quando il cielo è ormai cupo e minaccioso, il vento prende a spirare dalla stessa direzione delle nubi, divenedo forte e vorticoso, mentre la temperatura si abbassa bruscamente. Quando vedrete accadere ciò, dovrete immediatamente cercarvi un riparo perchè la pioggia è imminente. Quando il temporale è passato, il vento torna a spirare dalle nubi che si allontanano e poi torna a calmarsi (la calma dopo la tempesta).
Vediamo ora quali indizi potete sfruttare per prevedere se vi sarà un evoluzione temporalesca. Iniziamo dagli strumenti. Come scritto all'inizio, i temporali frontali sono preceduti da un brusco e notevole abbassamento del barometro oppure da un ulteriore diminuzione in condizioni di pressione già bassa. Pertanto, se durante l'estate, vedete la lancetta del barometro spostarsi rapidamente, con grande probabilità avremo dei fenomeni temporaleschi. Se invece il forte abbassamento si verifica in inverno, è più facile attendersi l'arrivo di pioggia e bufera di vento. Inoltre, quando sembra stia per scoppiare un temporale (anche di calore), può essere utile guardare il movimento della lancetta: se si abbassa anche di poco, la pioggia è ormai inevitabile e imminente; se rimane ferma il temporale sarà di scarsa entità, se infine tende a salire, la pioggia verrà presumibilmente scaricata nelle zone limitrofe, lasciando asciutta l'area in questione. Molto importante è anche l'osservazione dell'igrometro (che indica il tasso d'umidità), preferibilmente collocato all'esterno: l'umidità molto alta, in condizioni di calura, favorisce lo sviluppo di temporali. Un altro segno d'instabilità è l'aumento dell'umidità seguito da una rapida diminuzione: in tal caso c'è da attendersi un acquazzone o un temporale (anche forte) seguito da un ampio rasserenamento. Se invece l'umidità rimane costantemente bassa, i temporali sono poco probabili, anche in presenza di bassa pressione. Il modo più efficace per prevedere i temporali, specie di calore, è però quello di seguire l'evoluzione delle nubi. La presenza di un cielo a pecorelle, causato dagli Altocumuli, d'inverno indica pioggia più o meno prossima e d'estate temporale. Altro indizio di temporale sono gli Altocumuli castellani, gli altocumuli cioè tendenti a formare delle protuberanze, come nella figura in basso. In tal caso c'è da attendersi un temporale a distanza di 8-10 ore.
Questi sono solo segni premonitori, ma la vera causa dei temporali è, come scritto in precedenza, l'evoluzione dei Cumuli. Essi compaiono di norma nella tarda mattinata, quando l'aria si riscalda e subiscono generalmente un modesto sviluppo. Se tutto si svolge in questi termini, il tempo permarrà bello e i cumuli scompariranno nel pomeriggio, lasciando il cielo limpido e sereno. Se invece i cumuli compaiono sin dal primo mattino e tendono a perdurare e ad ingrossarsi, in giornata avremo probabilmento un acquazzone o un temporale. Di cattivo auspicio sono anche i cumuli presenti in serata o in nottata, in tal caso l'atmosfera è instabile e nel mattino seguente saranno favoriti i temporali. Infine, indipendenemente dall'ora, l'indizio più nefasto è dato dai cumuli che s'ingrossano rapidamente. Quando i Cumuli congesti presentano contorni netti ed il cielo è fosco, ci possiamo attendere lo scoppio di un temporale anche di forte intensità; se, invece, i contorni sono altrettanto netti, ma si stagliano su un cielo limpido e la visibilità è buona, avremo al massimo dei brevi rovesci. Quando i Cumuli congesti, divenuti ormai scuri, incominciano a sfrangiarsi perdendo la loro iniziale compattezza, vuol dire che stanno evolvendo in nubi temporalsche; in genere passa circa mezz'ora prima dello scoppio del temporale. L'entità di quest'ultimo dipenderà dallo stadio di sviluppo che raggiungeranno i Cumulonembi (calvi o a incudine), in generale sono tanto più forti quanto più il corpo della nube si presenta massiccio e a contorni netti. Anche l'incudine (quando è presente) può darci delle indicazioni sull'intensità, che sarà tanto maggiore quanto più l'incudine è massiccia e ben formata. L'incudine in figura è ben formata ma ha un corpo esile, per cui non si prevede un temporale eccessivamente violento.
Naturalmente ci sarebbe da considerare molto altro ancora, ma ritengo sia giusto fermarmi qua: tutte queste informazioni hanno bisogno di essere assimilate e all'inzio non sarà per nulla facile applicarle. Farete quindi bene, finchè non vi sarete spratticatati, ad affidarvi al parere degli esperti o meglio ancora a munirvi d'ombrello: non si sa mai...

mercoledì 15 agosto 2007

Quiz risolto alla velocità della luce

Un anonimo (si fa per dire) ha già risolto il quiz "sotto l'ombrellone": lo dicevo che era facile. Una volta tanto sono contento che il test sia stato risolto in fretta, vuol dire che c'è gente che mi segue! Non so quale metodo abbia usato per arrivare alla soluzione, comunque i quesiti di questo tipo si possono risolvere in due modi: andando per tentativi o con un preciso procedimento matematico. In questo caso il procedimento era il seguente.
Si indica il carico dell'asino con x e quello del mulo con y. L'affermazione dell'asino ci dà la seguente relazione:
x + 20 = 2(y - 20)
L'affermazione del mulo ci dà quest'altra relazione:
y + 20 = x - 20
Possiamo così impostare un sistema a due equazioni e due incognite, che ci dà il risultato: x = 140 e y = 100.
Tutto chiaro? Se dite di no e siete studenti, non lamentatevi se vi hanno dato il debito in matematica!
Saluti e complimenti a Francesco. Buon Ferragosto a tutti!

martedì 14 agosto 2007

Quiz soto l'ombrellone

Estate, tempo di vacanze: chi le trascorre al mare, chi in montagna, chi preferisce visitare posti nuovi. I divertimenti sono i più svariati, dalla discoteca, al nuoto, alle bocce; ma un po' tutti, di tanto in tanto, preferiscono far riposare il fisico facendo una chiacchierata o un cruciverba, magari sotto l'ombrellone. Mi sembra perciò il momento giusto per proporvi un nuovo quiz.
Un asino disse a un mulo: "Se tu mi dessi 20 Kg. del tuo carico, avrei un peso pari al doppio del tuo!". Rispose il mulo: "Se invece tu mi dessi 20 Kg. del tuo carico, avrei un peso uguale al tuo!". Che carico portava ciascuno di essi?
Il quesito è abbastanza facile, vediamo chi è il primo a rispondere! Intanto "buon proseguimento di vacanze!".

venerdì 10 agosto 2007

Non solo "Notte di S.Lorenzo"

Come ogni anno, in occasione della notte di S.Lorenzo (10 Agosto), si organizzano cene all'aperto e, nei luoghi marittimi, serate o meglio nottate in spiaggia. A darne l'occasione è lo spettacolo delle stelle cadenti, dette anche "lacrime di S. Lorenzo" poichè ritenute dalla tradizione, le lacrime versate dal Santo per i nostri peccati. Ma cosa sono in realtà le stelle cadenti e come avviene il fenomeno?
Esistono nel nostro sistema solare un immenso numero di particelle piccolisssime e leggerissime (appena un dg.), dette meteore, costituite da frammenti di roccia, polvere o ghiaccio, provenienti dalle comete che transitano nel nostro sistema solare. Quando esse vengono a trovarsi a poca distanza dalla terra ne vengono attratte e si dirigono verso il nostro pianeta a velocità vertiginose (circa 72 Km./sec.); l'attrito con la nostra atmosfera le fa enormemente riscaldare e le più piccole di esse evaporano divenendo incandescenti. Nel loro percorso verso la terra lasciano perciò una scia che dà luogo al suggestivo fenomeno delle stelle cadenti o filanti. Naturalmente particelle come queste possono sporadicamente essere incontrate in qualunque periodo dell'anno; vi sono però dei periodo in cui la frequenza del fenomeno diviene tale da dar luogo ad autentici spettacoli pirotecnici naturali. Ciò accade quando la terra transita nelle vicinanze di nubi di meteore particolarmente dense i cosiddetti sciami. Quando la Terra, nel suo giro di rivoluzione intorno al sole incrocia l'orbita dello sciame, può incontrare le meteore. Gli sciami possono occupare l'intera orbita su cui si muovono o solo una sua parte. Nel primo caso, ogni ogni qualvolta la Terra transita per quel punto (in quel determinato giorno dell'anno) incontra sempre una parte dello sciame; nel secondo caso, invece, l'incontro con le meteore avviene solo in certi anni, cioè quando parte dello sciame viene a trovarsi contemporaneamente in quel punto. Lo sciame caratteristico della notte di S. Lorenzo è di quelli che occupano l'intera orbita per cui il fenomeno si ripete puntualmente ogni anno. Tale sciame deriva dalla cometa Swift Tuttle.
Le stelle cadenti prendono il nome dalla costellazione dalla quale sembrano provenire, del caso delle stelle di S. Lorenzo si parla di Perseidi perchè sembrano provenire dalla costellazione del Perseo. Sciame del secondo tipo è quello delle Leonidi, dalla costellazione del Leone, che produce piogge di stelle nel mese di Dicembre che si ripetono con un periodo di tre anni. La pioggia di perseidi incomincia a fine Luglio e va avanti fino a oltre il 20 Agosto, la frequenza è di 5-10 meteore l'ora, in certi giorni raggiunge però il picco di circa 100 meteore l'ora. In passato ciò avveniva il 10 Agosto ( da cui la tradizione), nel corso degli anni la data dell'incrocio con lo sciame si è lentamente spostata e quest'anno il picco massimo sarà fra il 12 e il 13 Agosto. Vi dò alcuni consigli per l'avvistamente che quest'anno è favorito dal fatto che, in quel giorno saremo in fase di Luna nuova.

Per prima cosa cercate d'individuare la costellazione del Perseo (da dove sembrano cadere le stelle); essa si trova nelle vicinanze della più nota Cassiopea caratteristica per forma di W (v. mappa in alto). Spostate poi lo sguardo di circa 40° in qualunque direzione, rispetto al centro del Perseo, in tal modo potrete sfruttare la sensibilità alla luce della parte esterna della retina e cogliere meglio la scia luminosa. La massima frequenza del fenomeno è alle 6 del 13 Agosto, quando noi ci muoveremo proprio incontro allo sciame, ma la migliore ora di osservazione, per vari motivi (fra cui l'oscurità) sarà intorno l'una di notte. Pertanto non più notte di S. Lorenzo, ma soprattutto notte di S.Chiara, S. Cassiano, ecc. Buon divertimento dunque, qust'anno abbiate un occhio più esperto e speriamo che i vostri desideri si realizzino tutti!

sabato 4 agosto 2007

Torre S.Giovanni fra storia e leggenda

Vi sarete accorti che gli argomenti trattati nel mio blog seguono l'attualità e i periodi dell'anno: durante l'estate, periodo in cui la nostra città diviene meta di turisti, mi piace scrivere delle tradizioni e degli edifici storici di Gallipoli. Oggi vi racconto qualcosa a proposito di Torre S.Giovanni, la fortezza situata vicino il lido che da essa prende il nome. Essa fu costruita come roccaforte per l'avvistamento dei nemici e, nel 1500, fu protagonista di un evento tragico divenuto leggenda. In quel periodo, Gallipoli era alleata degli spagnoli di Carlo V nella guerra contro i francesi e i turchi. L'alabardiere Flavio, che faceva la guardia presso la torre, s'innamorò di una donzella gallipolina di nome Florinda. Purtroppo i due avevano pochissime opportuità d'incontrarsi, poichè lui era sempre impegnato a fare la guardia e lei usciva pochissimo di casa. Finalmente nel giorno di Pasqua, Florinda ottenne il permesso dai suoi genitori di uscire con le amiche e insieme a loro si recò alla torre per incontrare Flavio. Solo Florinda entrò, mentre le sue amiche restarono ad attenderla fuori. I due innamorati trascorsero i più bei momenti della loro vita, le ore passarono in fretta e quando Florinda uscì era quasi buio, tanto che le sue amiche, stanche di aspettare, erano andate via da un pezzo. Florinda si avviò sola verso la città, ma quando giunse era ormai tardi e il ponte levatoio era già stato sollevato. Pensò allora di tornare alla torre e trascorrrere la nottata con il suo amato Flavio. Era una notte buia, senza nè luna nè stelle e vicino la torre non si vedeva a un palmo. Flavio udì dei rumori e vide un'ombra aggirarsi nei pressi della torre, credendo che si trattasse di un nemico, gli scagliò addosso la sua lancia. La povera Florinda fu colta in pieno petto e urlando stramazzò al suolo. Dall'urlo, Flavio riconobbe la sua amata e si precipitò giù dalla torre, ma quando giunse sul posto, Florinda era già esanime. Flavio restò a vegliarla tutta la notte, piangendo disperatamente per l'atroce sventura che gli era capitata; appena fece giorno comprò una barca, mise su la sua amata e si allontanò verso l'orizzonte. Da quel giorno nessuno lo vide più tornare. Il grande amore tra Flavio e Florinda, però, non finì lì, ma continuò al di là dello spazio e del tempo: ancora oggi, nelle notti buie come quella, se ci fate caso, potete vedere due gabbiani giungere dal mare e posarsi sulla torre, trascorrono silenziosi la notte, stretti uno accanto all'altro, appena fa alba spiccano il volo e tornano insieme verso il mare, allontanandosi a perdita d'occhio.

venerdì 27 luglio 2007

Le nuove di Paperbat

Per quanto concerne la notizia riguardante l'abbattimento dell'Ampelea, Paperbat fa una correzione: la fatidica data in cui ci saranno le prime firme per lo sgombero è il 5 Agosto e non il 5 Settembre, come scritto in precedenza.
Un'altra notizia riguarda il concerto gratuito di Raf che si terrà a Gallipoli il 10 Agosto nell'area portuale, per il Tour Arancio: ci voleva proprio in ques'estate torrida ma con poche attrazioni! Il programma completo dei concerti nel Salento potete trovarlo nel blog di Redbaron.

domenica 22 luglio 2007

S.Cristina compatrona di Gallipoli

Come ogni anno, a Gallipoli, inizia domani la festa di S. Cristina, una festa alla quale i gallipolini non sanno o forse non posono rinunciare, anche se, in anni di crisi comunale come questo, presenta un programma più scarno. L'origine della festa risale al 1867, quando la Santa, avendo salvato la nostra città da una grande epidemia di colera, assunse il titolo di compatrona di Gallipoli, venendo accostata ai nostri due santi protettori: S. Sebastiano e S.Agata. La devozione dei gallipolini per S.Cristina è però molto più antica, tanto che esisteva (ed esiste tuttora) una cappella a lei dedicata che risale probabilmente al XIV secolo, situata sulla banchina prospiciente piazza Canneto (oggi piazza Aldo moro). Vediamo di riassumere l'origine del culto.
Santa Cristina è una martire cristiana, nata a Bolsena al tempo di Diocleziano. Suo padre Urbano, prefetto romano acerrimo persucutore dei cristiani, la educò alla religione pagana, tanto che secondo certe fonti divenne inizialmente vestale. Ad ispirare la sua conversione fu Massimina, una delle sue educatrici e secondo taluni sua ancella, la quale le insegnò di nascosto la dottrina cristiana. La fanciulla se ne convinse al punto tale da essere pronta a sopportare e a sfidare tutto e tutti per amore del Signore. Per questa sua scelta dovette subire le ire e gli atroci castighi del padre prima e dei suoi successori poi; scampata più volte alla morte in modo prodigioso, fu infine uccisa a frecciate nell'anfiteatro romano, in esecuzione della condanna inflitta dal prefetto Giuliano. La sua fama e la sua devozione si diffusero ben presto nel mondo cattolico. Il culto da parte dei gallipolini incominciò proprio in occasione di una pestilenza che colpì l'Italia intera. Si narra che, in tale circostanza Suor Pirelli (una claustrale dell'ordine delle clarisse) ebbe una visione: una fanciulla vestita di bianco, con una corona di rose in testa, colpiva un cane a bastonate e lo faceva annegare nelle acque del mare. In punto di morte, la suora, già in odore di santità, svelò il senso della visione: la fanciulla era S. Cristina che affondava il cane, ossia la pestilenza, nel mare di Gallipoli. La profezia si avverò, infatti la pestilenza raggiunse i paesi limitrofi ma lasciò indenne Gallipoli. Poco tempo dopo la signora De Tommasi, che abitava a Gallipoli nelle vicinanze del luogo in cui poi fu costruita la cappella, fu protagonista di un evento prodigioso. Tutte le mattine vedeva una fanciulla simile a quella descritta da suor Pirelli seduta vicino al mare, che sorridendo osservava il paese. Un bel giorno la fanciulla rivelò alla signora di essere Cristina da Bolsena e chiese che fosse edificata in quel posto una cappella in suo onore. Detto questo scomparve e d'allora non si vide più. Fu così che nacque la cappella di S. Cristina. In seguito però la cappella fu sconsacrata e per lunghi anni (forse secoli) fu adibita ad altri usi: deposito di alici, ricovero dei pescatori, ecc. Il culto di S. Cristina andò però avanti nella vicinissima chiesa del Canneto. Giungiamo così al miracolo! Nel 1866 scoppiò una grave epidemia di colera e stavolta Gallipoli fu fra i comuni più colpiti, molti dei suoi abitanti si spostarono nella vicina Alezio, rimasta ancora incontaminata. Poco dopo però il morbo si fece sentire anche lì, tanto che i gallipolini preferirono tornare alle proprie case. Mons. La scala, vescovo di Gallipoli, organizzò delle veglie di pregniera per invocare le intercessioni dei santi patroni: S. Agata e S. Sebastiano e in Cattedrale furono esposte le loro statue; ma il morbo non cessò. Vennero allora esposte, in adorazione, le ossa di S. Fausto, ma l'epidemia continuò a mietere vittime. Finchè un giorno giunse dal vescovo Don Serafino Consiglio, un sacerdote gallipolino rettore della chiesa della Purità, il quale disse: "Eccellenza, se si vuole che l'epidemia cessi, dobbiamo rivolgerci a S. Cristina!". E così dicendo raccontò la storia delle visioni che vi ho appena descritto. Il vescovo rimase tanto impressionato dal raccnto che espose immediatamente in Cattedrale un quadro di Santa Cristina ed organizzò delle suppliche in suo onore. Da quel giorno in poi, il colera cessò e non ci fu più alcuna vittima fra i gallipolini. Si decise allora di organizzare un triduo di ringraziamento in onore della Santa di Bolsena e si scelse come luogo proprio l'omonima cappella che, in quell'occasione, venne definitivamente riconsacrata e rapidamente allestita per permettervi lo svolgimento della messa. Successivamente la confreternita della Purità presentò ai fedeli una statua del De Lucrezis: S. Cristina con una cagnetta accanto, simbolo della pestilenza. E' la statua che tuttora viene portata in processione per terra e per mare.

S. Cristina divenne compatrona di Gallipoli, con lo speciale titolo di nostra protettrice contro le pestilenze e a partire dall'anno seguente incominciò ad essere festeggiata ogni 24 Luglio con gran solennità. Da allora in poi la pestilenza non colpì più la nostra città, neppure nel 1886 quando vennero colpiti tutti i paesi del circondario. Fin qui la storia! Intorno alla statua del De Lucrezis è però sorta anche una leggenda secondo cui la pestilenza si scatenerebbe ogni qualvolta la cagnetta, riuscendo a sfuggire al controllo della Santa, si allontana dal piedistallo e va in giro a diffondere il morbo, e cesserebbe quando la cagnetta torna al suo posto. Ancora oggi alcune persone anziane, guardando la statua esclamano: "Mai sia ci 'nde scappa lu cane!", ossia: "Guai se le sfugge il cane!".