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giovedì 13 dicembre 2007

Buon Natale ovunque tu sia!

Ho preso in prestito il titolo di un brano riportato dal mio libro di lettura delle elementari, dove si mette in risalto l'universalità delle feste natalizie che, a seconda dei luoghi, presentano tradizioni differenti, che sono un misto di sacro e profano. Con la festa di S. Lucia, si sono concluse per noi gallipolini le tradizionali feste di preparazione al Natale di cui ho scritto in precedenza. Inoltre anticamente, a partire dal giorno successivo al giorno di S. Lucia, si faceva corrispondere a ogni giorno un mese dell'anno (il 14 era Gennaio, il 15 era Febbraio, ..., il 25 era Dicembre) e ci si attendeva il tempo corrispondente al mese considerato. Secondo un noto proverbio (in uso sia nel salento che altrove) S. Lucia è il giorno più corto. Ciò accadeva realmente prima della riforma gregoriana del calendario, quando il solstizio cincideva con tale data, inoltre tuttora, S. Lucia, sebbene non sia più il dì più corto, è il giorno in cui il sole tramonta prima. In questo periodo ritengo opportuno lasciare un po' da parte gli argomenti seri e seguire la favola natalizia raccontandovi le sue tradizioni e leggende. Incominciamo proprio da S. Lucia.
S.Lucia da Siracusa, martire dei tempi di Diocleziano, è molto venerata sia in Italia che altrove (ad es. in Svezia), la sua storia s'intreccia con varie leggende a partire da quella legata agli occhi, che avrebbe miracolosamente riacquistato dopo che le erano stati strappati dai suoi carnefici. Altra leggenda è quella che fa discendere S.Lucia dalla stirpe del famoso scienziato Archimede (anch'egli siracusano). In molte zone del Nord, nella notte fra il 12 e il 13 Dicembre, i bambini attendono l'arrivo della Santa che elargisce loro i doni richiesti, a patto che li abbiano meritati. E' quanto accade in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e in talune zone del Veneto e dell'Emilia Romagna.
I bambini scrivono una letterina alla Santa elencando i doni che vorrebbero e le buone azioni fatte durante l'anno per meritarli; i cattivi infatti avranno solo carboni. La sera della vigilia vanno a "nanna" presto, perchè se la Santa dovesse trovarli ancora in piedi gli lancerebbe sabbia e cenere negli occhi, accecandoli. S.Lucia, secondo la tradizione gira per le strade cavalcando l'asinello Tobia e, secondo taluni, è accompagnata da un aiutante: Gastaldo. I bambini per ingraziarsi la Santa, le fanno trovare del cibo, generalmente un panino, latte, caffè, mandorle e mandarini. Preparano anche il pasto per l'asino: fieno, crusca, zucchero e acqua, nonchè il vino per Gastaldo. Secondo taluni la tradizione dei doni risalirebbe al Medio Evo, quando molti paesi limitrofi del Nord e del Centro Italia erano in lotta fra di loro. Nella notte di S. Lucia, gli abitanti di un paese benestante, impietositi dalla miseria in cui versavano i paesi nemici, si recarono in tali luoghi e distribuirono alle popolazioni il cibo di cui avevano tanto bisogno.
Nei prossimi giorni vi racconterò altre storie e altre leggende natalizie. A presto.

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