Che ora è...nel mondo?

mercoledì 29 agosto 2007

E il giorno dopo il plenilunio...il quiz è risolto!

Ancora una volta l'anonimo Francesco ha fatto centro e ancora una volta con gran rapidità, dimostrandosi abile non solo nei problemi più semplici ma anche in quelli più complessi. I lupi mannari erano dunque tre, si suicidano dopo la terza notte perchè solo allora, in base a un rigoroso ragionamento logico, possono avere la certezza di essere lupi mannari. Per la spiegazione vi rimando al commento di "anonimo" al precedente post.
Ragazzi, datevi da fare perchè Francesco fa sul serio: credo che quando Formucca tornerà dalle ferie avremo una grande sfida! Per ora onori al vincitore!

In notti come questa attenti ai lupi mannari !!!

L'ultimo test è stato risolto con grande rapidità da Francesco. Prima che le vacanze terminino ve ne voglio proporre un altro ben più impegnativo.
In un piccolo paesino sperduto, la gente vive tranquilla fino al giorno in cui avviene una terribile scoperta: alcuni abitanti sono dei lupi mannari e in notti di luna piena, come questa, scendono in piazza a ululare. Il sindaco corre subito ai ripari per debellare il grave problema ed emana un provvedimento secondo cui i cittadini che si accorgano di essere dei lupi mannari, dovranno suicidarsi. Poichè in quel paesino, tutti i cittadini sono rispettosi della legge, non v'è il minimo dubbio che essa verrà applicata, c'è però un piccolo problema: chi è lupo mannaro non sa di esserlo, nè gli può venire comunicato, poichè ognuno in quel posto si fa i fatti propri; potrà dedurlo solo dal comportamento degli altri. All'alba successiva alla terza una notte di luna piena, si scoprono in strada i cadaveri di alcuni lupi mannari.
Sapete dirmi quanti sono i lupi mannari in quel paese e perchè i suicidi avvengono proprio durante la terza notte di luna piena?
Tenete presente che ogni notte (comprese quelle di luna piena) tutti s'incontrano in piazza e ognuno può quindi osservare il comportamento degli altri e riconoscere i lupi mannari, anche se, come detto, non può eventualmente notare la propria anomalia. Tenete inoltre presente che, tutti gli abitanti sanno che almeno uno di loro è sicuramente un lupo mannaro.
Buon divertimento!

mercoledì 22 agosto 2007

Aria di temporale

Estate: periodo caldo e siccito ma, per le regioni del nord, anche stagione di temporali, i quali nella seconda metà d'Agosto tendono ad estendersi anche altrove. Sarà quindi utile saperne un po' di più e magari cercare di prevederli. Innanzitutto i temporali possono essere di vari tipi, i più importanti sono i temporali frontali e i temporali di calore. I primi sono collegati alle pertubazioni e quindi alle basse pressioni, sono perciò preceduti da un sensibile abbassamento barometrico e da tutti gli altri segni premonitori collegati alle perturbazioni: rotazione del vento in senso antiorario, vento sciroccale, nubi in progressiva intensificazione, ecc. Il temporale è quindi inserito in una fase di maltempo ed è seguito da un brusco abbassamento della temperatura e spesso dall'arrivo di forti venti e/o dal ripetersi del fenomeno. Nel caso dei temporali di calore, invece, l'osservazione del barometro riveste pochissima importanza in quanto si verificano in condizione di pressione moderatamente alta e costante (a parte un abbassamento lievissimo nell'imminenza delle precipitazioni). Tali temporali si verificano in giornate estive inizialmente calde, calme e soleggiate, ad un certo punto le nubi incominciano ad addensarsi all'orizzonte; nelle ore centrali o in serata il cielo si copre e scoppia il temporale che non dura mai più di mezz'ora, dopo di che il tempo torna caldo, calmo e sereno come se nulla fosse accaduto. Vediamo ora, in generale, quali sono gli indizi che preannunciano un temporale.
I temporali sono generati dai Cumulonembi che si formano a partire da nubi apparentemente innocue: i Cumuli. Questi ultimi si formano in seguito al riscaldamento e al conseguente innalzamento dell'aria presente al suolo. Man mano che l'aria s'innalza, si espande e si raffredda venendo così a formare le nubi. Nella maggior parte dei casi si formano solo delle nubi innocue dette Cumuli humilis, estesi soprattutto in superficie (v. figura).
Se però l'instabilità continua, i cumuli s'igrandiscono, estendendosi soprattutto in altezza. L'innalzamento dell'aria continua fino a quando la massa d'aria in ascesa continua a trovare sopra di essa altra aria a temperatura più bassa. L'instabilità è quindi tanto maggiore, quanto più forte è la differenza di temperatura fra gli strati più bassi e quelli più alti, tale differenza a sua volta può essere determinata da un eccessivo riscaldamento del suolo o da un afflusso di aria fredda in quota. A seconda del grado d'instabilità, la crescita dei cumuli si arresta ad uno stadio diverso. Lo stadio successivo a quello dei Cumuli humilis è quello dei Cumuli medi, anch'essi innocui. Se l'instabilità continua, ma siamo in presenza d'inversione termica (uno straterello caldo interposto fra masse d'aria fredda), essa fa da "tappo" ed impedisce l'ulteriore ascesa; in tal caso la massa d'aria si espande solo orizzontalmente , per cui i cumuli si appiattiscono trasformandosi in Stratocumuli, che nonostante l'aspetto scuro, possono al massimo determinare un'inconsistente pioggerella. Se invece l'instabilità prosegue e non vi è inversione termica i Cumuli medi si trasformano in Cumuli congesti, estesi molto di più in altezza che in superficie, i quali si presentano all'orizzonte come un ammasso nuvoloso biancastro con contorni netti ma irregolari che si stagliano sul cielo azzurro (v. figura).
Essi possono provocare brevi acquazzoni, in assenza di vento; il pericolo maggiore è però che essi, a causa di una forte instabilità, si trasformino in Cumulonembi (nubi temporalesche). Questi ultimi hanno dei contorni più arrotondati rispetto ai cumuli e hanno l'aspetto di alte torri o montagne (v. figura).
I cumulonembi in figura sono del tipo Calvus, cioè privo di protuberanze e producono sempre acquazzoni o temporali. Se l'instabilità è maggiore, l'evoluzione continua e la nube può raggiungere i 12.000 m. di quota. A tale altezza la temperatura è bassissima per cui l'aria non può salire più di tanto, ma si estende in orizzontale ghiacciandosi; si formano così i Cumulonembi a incudine (v. figura), sicuri portatori di temporali, spesso violenti, che possono essere accompagnati (oltre che da tuoni e fulmini) da vento forte e grandine.
In caso di evoluzione temporalesca, il vento segue un andamento tipico: inzialmente spira in direzione opposta a quella da cui provengono le nubi (verso il temporale); quando il temporale si avvicina il vento si calma (la calma prima della tempesta); infine, quando il cielo è ormai cupo e minaccioso, il vento prende a spirare dalla stessa direzione delle nubi, divenedo forte e vorticoso, mentre la temperatura si abbassa bruscamente. Quando vedrete accadere ciò, dovrete immediatamente cercarvi un riparo perchè la pioggia è imminente. Quando il temporale è passato, il vento torna a spirare dalle nubi che si allontanano e poi torna a calmarsi (la calma dopo la tempesta).
Vediamo ora quali indizi potete sfruttare per prevedere se vi sarà un evoluzione temporalesca. Iniziamo dagli strumenti. Come scritto all'inizio, i temporali frontali sono preceduti da un brusco e notevole abbassamento del barometro oppure da un ulteriore diminuzione in condizioni di pressione già bassa. Pertanto, se durante l'estate, vedete la lancetta del barometro spostarsi rapidamente, con grande probabilità avremo dei fenomeni temporaleschi. Se invece il forte abbassamento si verifica in inverno, è più facile attendersi l'arrivo di pioggia e bufera di vento. Inoltre, quando sembra stia per scoppiare un temporale (anche di calore), può essere utile guardare il movimento della lancetta: se si abbassa anche di poco, la pioggia è ormai inevitabile e imminente; se rimane ferma il temporale sarà di scarsa entità, se infine tende a salire, la pioggia verrà presumibilmente scaricata nelle zone limitrofe, lasciando asciutta l'area in questione. Molto importante è anche l'osservazione dell'igrometro (che indica il tasso d'umidità), preferibilmente collocato all'esterno: l'umidità molto alta, in condizioni di calura, favorisce lo sviluppo di temporali. Un altro segno d'instabilità è l'aumento dell'umidità seguito da una rapida diminuzione: in tal caso c'è da attendersi un acquazzone o un temporale (anche forte) seguito da un ampio rasserenamento. Se invece l'umidità rimane costantemente bassa, i temporali sono poco probabili, anche in presenza di bassa pressione. Il modo più efficace per prevedere i temporali, specie di calore, è però quello di seguire l'evoluzione delle nubi. La presenza di un cielo a pecorelle, causato dagli Altocumuli, d'inverno indica pioggia più o meno prossima e d'estate temporale. Altro indizio di temporale sono gli Altocumuli castellani, gli altocumuli cioè tendenti a formare delle protuberanze, come nella figura in basso. In tal caso c'è da attendersi un temporale a distanza di 8-10 ore.
Questi sono solo segni premonitori, ma la vera causa dei temporali è, come scritto in precedenza, l'evoluzione dei Cumuli. Essi compaiono di norma nella tarda mattinata, quando l'aria si riscalda e subiscono generalmente un modesto sviluppo. Se tutto si svolge in questi termini, il tempo permarrà bello e i cumuli scompariranno nel pomeriggio, lasciando il cielo limpido e sereno. Se invece i cumuli compaiono sin dal primo mattino e tendono a perdurare e ad ingrossarsi, in giornata avremo probabilmento un acquazzone o un temporale. Di cattivo auspicio sono anche i cumuli presenti in serata o in nottata, in tal caso l'atmosfera è instabile e nel mattino seguente saranno favoriti i temporali. Infine, indipendenemente dall'ora, l'indizio più nefasto è dato dai cumuli che s'ingrossano rapidamente. Quando i Cumuli congesti presentano contorni netti ed il cielo è fosco, ci possiamo attendere lo scoppio di un temporale anche di forte intensità; se, invece, i contorni sono altrettanto netti, ma si stagliano su un cielo limpido e la visibilità è buona, avremo al massimo dei brevi rovesci. Quando i Cumuli congesti, divenuti ormai scuri, incominciano a sfrangiarsi perdendo la loro iniziale compattezza, vuol dire che stanno evolvendo in nubi temporalsche; in genere passa circa mezz'ora prima dello scoppio del temporale. L'entità di quest'ultimo dipenderà dallo stadio di sviluppo che raggiungeranno i Cumulonembi (calvi o a incudine), in generale sono tanto più forti quanto più il corpo della nube si presenta massiccio e a contorni netti. Anche l'incudine (quando è presente) può darci delle indicazioni sull'intensità, che sarà tanto maggiore quanto più l'incudine è massiccia e ben formata. L'incudine in figura è ben formata ma ha un corpo esile, per cui non si prevede un temporale eccessivamente violento.
Naturalmente ci sarebbe da considerare molto altro ancora, ma ritengo sia giusto fermarmi qua: tutte queste informazioni hanno bisogno di essere assimilate e all'inzio non sarà per nulla facile applicarle. Farete quindi bene, finchè non vi sarete spratticatati, ad affidarvi al parere degli esperti o meglio ancora a munirvi d'ombrello: non si sa mai...

mercoledì 15 agosto 2007

Quiz risolto alla velocità della luce

Un anonimo (si fa per dire) ha già risolto il quiz "sotto l'ombrellone": lo dicevo che era facile. Una volta tanto sono contento che il test sia stato risolto in fretta, vuol dire che c'è gente che mi segue! Non so quale metodo abbia usato per arrivare alla soluzione, comunque i quesiti di questo tipo si possono risolvere in due modi: andando per tentativi o con un preciso procedimento matematico. In questo caso il procedimento era il seguente.
Si indica il carico dell'asino con x e quello del mulo con y. L'affermazione dell'asino ci dà la seguente relazione:
x + 20 = 2(y - 20)
L'affermazione del mulo ci dà quest'altra relazione:
y + 20 = x - 20
Possiamo così impostare un sistema a due equazioni e due incognite, che ci dà il risultato: x = 140 e y = 100.
Tutto chiaro? Se dite di no e siete studenti, non lamentatevi se vi hanno dato il debito in matematica!
Saluti e complimenti a Francesco. Buon Ferragosto a tutti!

martedì 14 agosto 2007

Quiz soto l'ombrellone

Estate, tempo di vacanze: chi le trascorre al mare, chi in montagna, chi preferisce visitare posti nuovi. I divertimenti sono i più svariati, dalla discoteca, al nuoto, alle bocce; ma un po' tutti, di tanto in tanto, preferiscono far riposare il fisico facendo una chiacchierata o un cruciverba, magari sotto l'ombrellone. Mi sembra perciò il momento giusto per proporvi un nuovo quiz.
Un asino disse a un mulo: "Se tu mi dessi 20 Kg. del tuo carico, avrei un peso pari al doppio del tuo!". Rispose il mulo: "Se invece tu mi dessi 20 Kg. del tuo carico, avrei un peso uguale al tuo!". Che carico portava ciascuno di essi?
Il quesito è abbastanza facile, vediamo chi è il primo a rispondere! Intanto "buon proseguimento di vacanze!".

venerdì 10 agosto 2007

Non solo "Notte di S.Lorenzo"

Come ogni anno, in occasione della notte di S.Lorenzo (10 Agosto), si organizzano cene all'aperto e, nei luoghi marittimi, serate o meglio nottate in spiaggia. A darne l'occasione è lo spettacolo delle stelle cadenti, dette anche "lacrime di S. Lorenzo" poichè ritenute dalla tradizione, le lacrime versate dal Santo per i nostri peccati. Ma cosa sono in realtà le stelle cadenti e come avviene il fenomeno?
Esistono nel nostro sistema solare un immenso numero di particelle piccolisssime e leggerissime (appena un dg.), dette meteore, costituite da frammenti di roccia, polvere o ghiaccio, provenienti dalle comete che transitano nel nostro sistema solare. Quando esse vengono a trovarsi a poca distanza dalla terra ne vengono attratte e si dirigono verso il nostro pianeta a velocità vertiginose (circa 72 Km./sec.); l'attrito con la nostra atmosfera le fa enormemente riscaldare e le più piccole di esse evaporano divenendo incandescenti. Nel loro percorso verso la terra lasciano perciò una scia che dà luogo al suggestivo fenomeno delle stelle cadenti o filanti. Naturalmente particelle come queste possono sporadicamente essere incontrate in qualunque periodo dell'anno; vi sono però dei periodo in cui la frequenza del fenomeno diviene tale da dar luogo ad autentici spettacoli pirotecnici naturali. Ciò accade quando la terra transita nelle vicinanze di nubi di meteore particolarmente dense i cosiddetti sciami. Quando la Terra, nel suo giro di rivoluzione intorno al sole incrocia l'orbita dello sciame, può incontrare le meteore. Gli sciami possono occupare l'intera orbita su cui si muovono o solo una sua parte. Nel primo caso, ogni ogni qualvolta la Terra transita per quel punto (in quel determinato giorno dell'anno) incontra sempre una parte dello sciame; nel secondo caso, invece, l'incontro con le meteore avviene solo in certi anni, cioè quando parte dello sciame viene a trovarsi contemporaneamente in quel punto. Lo sciame caratteristico della notte di S. Lorenzo è di quelli che occupano l'intera orbita per cui il fenomeno si ripete puntualmente ogni anno. Tale sciame deriva dalla cometa Swift Tuttle.
Le stelle cadenti prendono il nome dalla costellazione dalla quale sembrano provenire, del caso delle stelle di S. Lorenzo si parla di Perseidi perchè sembrano provenire dalla costellazione del Perseo. Sciame del secondo tipo è quello delle Leonidi, dalla costellazione del Leone, che produce piogge di stelle nel mese di Dicembre che si ripetono con un periodo di tre anni. La pioggia di perseidi incomincia a fine Luglio e va avanti fino a oltre il 20 Agosto, la frequenza è di 5-10 meteore l'ora, in certi giorni raggiunge però il picco di circa 100 meteore l'ora. In passato ciò avveniva il 10 Agosto ( da cui la tradizione), nel corso degli anni la data dell'incrocio con lo sciame si è lentamente spostata e quest'anno il picco massimo sarà fra il 12 e il 13 Agosto. Vi dò alcuni consigli per l'avvistamente che quest'anno è favorito dal fatto che, in quel giorno saremo in fase di Luna nuova.

Per prima cosa cercate d'individuare la costellazione del Perseo (da dove sembrano cadere le stelle); essa si trova nelle vicinanze della più nota Cassiopea caratteristica per forma di W (v. mappa in alto). Spostate poi lo sguardo di circa 40° in qualunque direzione, rispetto al centro del Perseo, in tal modo potrete sfruttare la sensibilità alla luce della parte esterna della retina e cogliere meglio la scia luminosa. La massima frequenza del fenomeno è alle 6 del 13 Agosto, quando noi ci muoveremo proprio incontro allo sciame, ma la migliore ora di osservazione, per vari motivi (fra cui l'oscurità) sarà intorno l'una di notte. Pertanto non più notte di S. Lorenzo, ma soprattutto notte di S.Chiara, S. Cassiano, ecc. Buon divertimento dunque, qust'anno abbiate un occhio più esperto e speriamo che i vostri desideri si realizzino tutti!

sabato 4 agosto 2007

Torre S.Giovanni fra storia e leggenda

Vi sarete accorti che gli argomenti trattati nel mio blog seguono l'attualità e i periodi dell'anno: durante l'estate, periodo in cui la nostra città diviene meta di turisti, mi piace scrivere delle tradizioni e degli edifici storici di Gallipoli. Oggi vi racconto qualcosa a proposito di Torre S.Giovanni, la fortezza situata vicino il lido che da essa prende il nome. Essa fu costruita come roccaforte per l'avvistamento dei nemici e, nel 1500, fu protagonista di un evento tragico divenuto leggenda. In quel periodo, Gallipoli era alleata degli spagnoli di Carlo V nella guerra contro i francesi e i turchi. L'alabardiere Flavio, che faceva la guardia presso la torre, s'innamorò di una donzella gallipolina di nome Florinda. Purtroppo i due avevano pochissime opportuità d'incontrarsi, poichè lui era sempre impegnato a fare la guardia e lei usciva pochissimo di casa. Finalmente nel giorno di Pasqua, Florinda ottenne il permesso dai suoi genitori di uscire con le amiche e insieme a loro si recò alla torre per incontrare Flavio. Solo Florinda entrò, mentre le sue amiche restarono ad attenderla fuori. I due innamorati trascorsero i più bei momenti della loro vita, le ore passarono in fretta e quando Florinda uscì era quasi buio, tanto che le sue amiche, stanche di aspettare, erano andate via da un pezzo. Florinda si avviò sola verso la città, ma quando giunse era ormai tardi e il ponte levatoio era già stato sollevato. Pensò allora di tornare alla torre e trascorrrere la nottata con il suo amato Flavio. Era una notte buia, senza nè luna nè stelle e vicino la torre non si vedeva a un palmo. Flavio udì dei rumori e vide un'ombra aggirarsi nei pressi della torre, credendo che si trattasse di un nemico, gli scagliò addosso la sua lancia. La povera Florinda fu colta in pieno petto e urlando stramazzò al suolo. Dall'urlo, Flavio riconobbe la sua amata e si precipitò giù dalla torre, ma quando giunse sul posto, Florinda era già esanime. Flavio restò a vegliarla tutta la notte, piangendo disperatamente per l'atroce sventura che gli era capitata; appena fece giorno comprò una barca, mise su la sua amata e si allontanò verso l'orizzonte. Da quel giorno nessuno lo vide più tornare. Il grande amore tra Flavio e Florinda, però, non finì lì, ma continuò al di là dello spazio e del tempo: ancora oggi, nelle notti buie come quella, se ci fate caso, potete vedere due gabbiani giungere dal mare e posarsi sulla torre, trascorrono silenziosi la notte, stretti uno accanto all'altro, appena fa alba spiccano il volo e tornano insieme verso il mare, allontanandosi a perdita d'occhio.