Che ora è...nel mondo?

lunedì 27 ottobre 2008

Arrivano le perturbazioni: impariamo a prevederle!

L’anticiclone che per tutto il mese di Ottobre ha dominato la scena nell’Europa centro-meridionale, regalandoci una lunga appendice estiva, dopo il temporaneo cedimento di due settimane fa, si sta nuovamente sgretolando e stavolta, secondo il parere degli esperti, in maniera definitiva. Ce ne rendiamo conto osservando la mappa in alto, relativa alla situazione odierna, dove si osserva che, l’anticiclone delle Azzorre si è ormai ritirato sull’Atlantico, mentre l’Europa è dominato dalle zone di Bassa Pressione. Secondo gli esperti, passeremo rapidamente da un clima quasi estivo ad un clima da Autunno inoltrato. Se gli esperti annunciano il maltempo, il barometro di casa, anche in questa circostanza, non è da meno e si è sensibilmente abbassato nonostante il tempo apparentemente splendido. Con l’arrivo dell’Autunno voglio allora fornire qualche utile informazione a chi volesse servirsi di questo prezioso strumento per prevedere approssimativamente il tempo da sé (almeno a livello locale). Cerchiamo innanzitutto di capire cos’è il barometro. Contrariamente a quanto taluni affermano, il barometro non è lo strumento che segna il tempo attualmente in atto (altrimenti non si spiega perché spesso scende in condizioni di assoluto bel tempo o sale durante la pioggia), ma non è neppure lo strumento che indica che tempo farà (non esiste ancora uno strumento che può far questo); il barometro segna semplicemente la pressione dell’aria. Quest’ultima, oltre a variare con l’altitudine, varia anche in uno stesso posto al variare del tempo. L'Alta pressione (o anticiclone) è generalmente collegata al bel tempo, la bassa pressione (o depressione o ciclone) al cattivo tempo. Un aumento di pressione indica quindi miglioramento, una diminuzione è invece indice di peggioramento. Il tipo di barometro attualmente più usato è quello elettronico. Si tratta di stazioni meteorologiche, anche molto sofisticate, che oltre a segnare la pressione atmosferica, indicano anche numerosi altri parametri (temperatura interna ed esterna, umidità interna ed esterna, ecc.). Essi sono poco adatti ai neofiti, in quanto danno poco risalto ai valori della pressione e alle sue variazioni. Il tipo più adatto, per chi vuole imparare ad usare questo strumento, è invece l’antico barometro aneroide (a lancetta).

La prima cosa da fare è eseguire la taratura, ossia spostare la lancetta sulla pressione presente in quel momento in quel luogo. Per fare ciò basta agire sulla vite situata sul retro. La pressione è generalmente indicata in mm. di mercurio e in hPa (ettopascal); il valore medio a livello del mare è 760 mm. pari a 1013,2 hPa. Per conoscere il valore della pressione (in quel posto e in quel momento) ed eseguire la taratura, si può usare una mappa delle isobare come quella pubblicata da me (naturalmente aggiornata), che si può ad es. trovare su Internet. Per dedurre approssimativamente il valore che interessa, basta vedere fra quali isobare è situata la propria zona. Ad es. dalla cartina in alto si può dedurre che a Foggia vi è una pressione di circa 1011 hPa, in quanto tale località si trova fra l'isobara di 1010 e quella di 1014, più vicina alla prima che alla seconda. Il modo più semplice e più preciso è però quello di cercare un sito che indichi direttamente l’attuale valore della pressione nella propria località o in una molto vicina. I barometri aneroidi sono dotati di una lancetta di promemoria (manovrabile dall’esterno) che permette di rilevare lo spostamento subito dalla lancetta sensibile. Basta sovrapporre la lancetta esterna a quella interna, così all’osservazione successiva, si potrà agevolmente conoscere di quanto la pressione è variata in un senso o nell’altro. Il barometro, contrariamente ad altri strumenti meteorologici (come termometro e igrometro), può anche essere collocato all’interno, in quanto le variazione esterne, si trasmettono simultaneamente anche agli ambienti chiusi, come la propria abitazione. Sul quadrante del barometro sono in genere riportate delle indicazioni relative al tempo che si prevede (Variabile, Pioggia, ecc.), ma esse sono puramente indicative, per non dire ornamentali. Il valore prognostico del barometro deriva dal fatto che, le variazioni di pressione precedono generalmente di molte ore, se non addirittura di giorni, le variazioni del tempo. Se ad esempio, dopo giorni d’alta pressione, il barometro incomincia a scendere, vuol dire che l’anticiclone si sta sgretolando o spostando e ciò aprirà verosimilmente la strada alle depressioni e alle relative perturbazioni. Allo stesso modo, se in condizioni di maltempo il barometro incomincia a salire, ci possiamo attendere l’arrivo di un anticiclone o quantomeno un temporaneo miglioramento del tempo. I parametri da considerare sono tre: il valore della pressione, la sua variazione e la velocità con cui la variazione avviene. Se in condizioni di bel tempo, il barometro si abbassa sensibilmente (ad es. da 1025 a 1015 hpa in 24 h.), è già segno di pioggia. Viceversa, se in una giornata di pioggia, il barometro sale (si sposta ad es. da 1000 a 1010 hPa), è facile attendersi il ritorno del sole. A questo punto, però, affinché il tempo permanga bello, è necessario che la pressione continui a salire fino a raggiungere un valore abbastanza alto: un improvviso stop o peggio ancora una nuova diminuzione indicherebbero un ritorno del maltempo. Occorre, però tener presente che, una diminuzione della pressione non necessariamente comporta un peggioramento del tempo, è necessario che la discesa continui per almeno 6-8 ore. L’esperienza dimostra che generalmente gli abbassamenti rapidi e profondi precedono perturbazioni violente di breve durata come temporali, acquazzoni e bufere, viceversa abbassamenti più lenti precedono fenomeni meno intensi ma persistenti. Allo stesso modo una risalita lenta e regolare porta in genere allo stabilizzarsi del tempo, laddove un aumento fulmineo è generalmente associato ad un breve intervallo di sereno fra due perturbazioni. Inoltre la velocità con cui avviene l’abbassamento è in genere collegata alla velocità della perturbazione: un abbassamento lento e continuo, indica maltempo nelle 24 ore successive, mentre un abbassamento brusco e repentino è segno di pioggia e/o vento imminenti. Un abbassamento di 1-2 hPa l’ora, precede quasi sempre l’arrivo di venti forti, per variazioni superiori ai due hPa l’ora, la bufera di vento è praticamente sicura. L’abbassamento si accompagna tipicamente a venti meridionali, ma se la pressione si fa molto bassa, è favorito l’ingresso di masse d’aria fredda d’origine polare con conseguente improvvisa inversione della direzione del vento, che aumenta ulteriormente d’intensità. Anche la risalita del barometro è in genere collegata a vento, si tratta in tal caso di venti occidentali o settentrionali, ma che a differenza della fase discendente, difficilmente si trasformano in bufera. Utili informazioni possono essere fornite anche dal termometro (che indica la temperatura) e dall’igrometro (che indica il tasso di umidità). Essi vanno però collocati all’esterno, all’ombra e al riparo da pioggia e vento. Collocare il termometro all’interno è praticamente inutile, soprattutto se vi sono stufe, climatizzatori, ecc. L’uso dell’igrometro in ambiente interno, può risultare un po’ più utile rispetto a quello del termometro, perché le variazioni dell’umidità sono più marcate rispetto a quelle della temperatura, ma sempre a patto che non vi siano apparecchi che alterano la temperatura e l’umidità. In linea generale, d’inverno, l’aumento di temperatura è segno di tempo in peggioramento, la diminuzione è segno di tempo in miglioramento; d’estate accade esattamente il contrario. Nella fase di formazione di un temporale, il termometro sale molto e subisce frequenti oscillazioni, questi elementi possono quindi servire, in presenza di altri indizi, a rafforzare l’ipotesi dell’arrivo di fenomeni temporaleschi. Inoltre, sempre in caso di temporale, l’inizio delle precipitazioni è preceduto, a distanza di pochissimi minuti, da un marcato abbassamento della temperatura. Di grande importanza è pure l’osservazione dell’igrometro. L’aumento dell’umidità comporta di solito annuvolamenti più o meno intensi, anche in condizioni di alta pressione (barometro alto); mentre un considerevole aumento del tasso d’umidità in campo di bassa pressione (barometro basso), precede quasi sempre l’arrivo della pioggia e, d’estate, del temporale. Di cattivo auspicio, soprattutto in campo di bassa pressione, sono pure i rapidi aumenti del tasso di umidità seguiti da altrettanto rapide diminuzioni, che possono essere segno di tempo instabile e precedono spesso rovesci o temporali. Di contro un tasso d’umidità che permane basso e invariato nonostante la bassa pressione, indica assenza di pioggia o fenomeni meno intensi del previsto. Per poter utilizzare corettamente i citati strumenti è però indispensabile acquisire una buona esperienza; occorre inoltre ricordare che, più elementi si hanno a disposizione, più aumenta la possibilità di fare una previsione corretta (anche la direzione del vento e l'osservazione delle nubi sono elementi utili) e comunque, in certi casi, è indispensabile far ricorso alle previsioni ufficiali.

Per ora credo che basti, ma se qualcuno volesse informazioni più dettagliate, me lo chieda pure e sarò lieto di accontentarlo.

giovedì 23 ottobre 2008

SuperEnalotto da capogiro. La parola a Paperinik!

Al SuperEnalotto, questa sera, montepremi record: un 6 da circa 100.000.000 di Euro E’ in questo momento il montepremi più alto a livello mondiale e il quinto montepremi mai raggiunto al mondo, nella storia dei giochi. La febbre del gioco sale sempre più: stranieri che vengono a giocare in Italia, giocatori ridotti sul lastrico inseguendo la combinazione vincente, gente che gioca, prega, sogna. Dopo tanto parlare in radio e in TV, fra informazioni vere e false, è ora che anch’io dica la mia, dandovi qualche cifra. La difficoltà di realizzare il 6 al SuperEnalotto è data dall’enorme numero di combinazioni possibili. Esso corrisponde al numero di “combinazioni di 90 termini in classe 6”, calcolabile con la seguente formula:
C = n! / k! * (n-k)!
Dove n è il numero di termini e k la classe. Otteniamo la spaventosa cifra di 622.614.630 combinazioni possibili. La probabilità di azzeccare il 6 con una sola combinazione giocata è dunque di uno su 622.614.630, pari al 0,00000016 %, il che significa che è praticamente nulla. La probabilità di vincere aumenta ovviamente in modo proporzionale alla somma giocata, per conoscerla basta quindi moltiplicare la percentuale appena indicata per il numero di combinazioni messe in gioco. Giocando il minimo consentito, ossia una schedina da 1 €, pari a due combinazioni, si ha una probabilità di vittoria del 0,00000032 %. Vi renderete conto che si parte da una percentuale talmente bassa che, anche con un cospicuo numero di combinazioni giocate, la probabilità di vincere è comunque irrisoria. Se ad es. si mettessero in gioco 100.000 combinazioni, spendendo ben 50.000 €, la probabilità di vittoria ammonterebbe solo al 0,016 % . Questo spiega come mai, nonostante l’altissimo numero di giocate effettuate in tutta Italia, il 6 può mancare così a lungo. In tutti gli altri giochi, la probabilità è molto più alta. Persino indovinare una cinquina su una sola ruota risulta più facile! In questo caso, infatti, siamo di fronte al numero di "combinazioni di 90 termini in classe 5", pari a 43.949.268; giocando 5 numeri su una ruota si ha quindi una probabilità di vittoria pari al 0,00000228 %. Nel Totogol, le combinazioni possibili sono pari al “numero di disposizioni con ripetizione di 4 termini in classe 14”, calcolabile con la seguente formula:
D = n^k
N. B. : il cappelletto significa elevato. Il numero di colonne possibili è quindi pari a: 268.435.456 (non si scherza neanche tanto); la probabilità di vittoria con una singola colonna è pertanto: 0,00000037%. Il Totocalcio è molto più facile, trattandosi delle "disposizioni con ripetizione di 3 termini in classe 14". Qui il numero di colonne possibili è pari a: 4.782.969, con una probabilità per colonna del 0,00002091%. Chiudiamo con il Totip, dove le colonne possibili, essendo pari alle "disposizioni con ripetizione di 3 termini in classe 12", sono soltanto 531.441 e la probabilità per colonna pari al 0,00018817%. Va rimarcato che, in questi ultimi tre giochi, a differenza di Lotto e SuperEnalotto, basandosi il pronostico sulla conoscenza delle squadre o dei cavalli (fatto spesso trascurato dai matematici che parlano in TV), si ha in realtà una probabilità di vittoria notevolmente più alta di quella appena indicata. Questo spiega come mai in tali giochi si vinca con relativa facilità.
Concludendo possiamo affermare che, il sei, relativamente al singolo concorso, è di difficile realizzazione e ciò fa crescere il jackpot. La cosa diventa però fattibile nell'arco di più concorsi, soprattutto quando, come ora, crescendo il premio in palio, crescono notevolmente le schedine giocate. Non ritengo perciò che si debba aspettare a lungo per per assistere alla clamorosa vincita.
Avrei ancora da scrivere parecchio, ma ci vorrebbe molto tempo. Per ora mi fermo qui, se però la vincita non sarà realizzata neppure questa sera, prometto di tornare con altre osservazioni.
A questo punto, se volete, fate pure le vostre giocate, ma fatelo con prudenza e parsimonia. Se giocherete con moderazione, comunque vadano le cose, vi sarete divertiti ed avrete coltivato i vostri sogni; se invece eccederete, rischierete la caduta nel vizio o forti sprechi di denaro.
La probabilità ci rema contro, ricordiamocelo!!!

mercoledì 22 ottobre 2008

Zip risolta....e la nostra famiglia cresce!

Finalmente anche la zip, pubblicata il 25 Settembre, è stata risolta. Ancora una volta il merito lo si deve a una new entry, un personaggio dal nome importante,.....ma che dico importante: importantissimo!!! In una parola Cesare.
La sequenza era la seguente: Secondi-Fuori-Gioco-Candela. Il primo accostamento si riferisce alla frase usata nel pugilato all'inizio di ogni ripresa: "Fuori i secondiii"; l'accostamento fuori-gioco non ha bisogno di commenti; infine abbiamo il famoso detto "Il gioco non vale la candela".
In questo caso il gioco vale il nostro plauso. Ieri abbiamo fatto i complimenti a Manè, oggi facciamoli a Cesare: "Diamo a Cesare ciò che è di Cesare!".

martedì 21 ottobre 2008

Vince Manè: complimenti!

E' da poco pervenuta la risposta al quiz precedente, quello delle focacce. Non so chi sia Manè: spero un nuovo lettore, perchè significherebbe che la famiglia cresce.
La spartizione equa è dunque la seguente: 9 monete al primo pastore e 3 monete al secondo. La spiegazione (da me esplicitamente richiesta) potete leggerla nel commento. Completo solo dicendo che, il pastore che ne tira fuori 7, ne mangia 4 e ne offre 3, pertando avrà diritto ai restanti 3/4 della somma.
Complimenti al vincitore, e vi ricordo che è sempre aperto il quiz del 25 Settembre.

domenica 19 ottobre 2008

Un quiz diverso

Visto che la zip non la chiude nessuno, proviamo con un test di tipo differente!
Un esploratore si perde in alta montagna. Dopo aver girovagato per più di un giorno, stremato dal freddo, dalla stanchezza e dalla fame, chiede ospitalità a due pastori. Essi lo accolgono nella loro dimora e gli offrono da mangiare; il primo tira fuori dalla sua bisaccia 7 focacce, il secondo altre 5. Le focacce vengono divise in parti uguali fra i tre commensali. A fine pasto, l'esploratore va via; prima, però, ripaga i due pastori donando loro 12 monete d'oro. Dopo che l'esploratore si è allontanato, i pastori pensano a come dividere le 12 monete. Il primo vorrebbe una suddivisione proporzionale al servizio reso e vorrebbe 7 monete per sè e 5 per il suo amico. L'altro vorrebbe invece una spartizione amichevole: 6 monete ciascuno.
Indipendentemente da ciò che decideranno i due pastori, qual è, secondo voi, la spartizione equa in rapporto alle focacce offerte? E perchè?
Ricordatevi inoltre che il precedente quesito è sempre in attesa di soluzione!

venerdì 17 ottobre 2008

Ecco la traduzione

Come promesso, eccovi la traduzione del brano pubblicato alcuni giorni fa e tratto dal calendario in vernacolo “Cantu te caddhuzzu” Il titolo “lu cofunu”, che preferisco non tradurre, sta ad indicare il grande recipiente di terracotta nel quale veniva adagiato il bucato, nonché il tipico lavaggio che veniva eseguito.
Lu cofunu
Quando ancora la lavatrice non esisteva, il bucato si faceva a mano, nella cosiddetta “pila”. Per far venire le robe più pulite (specie la biancheria), dopo averle lavate con acqua e sapone, le si mettevano in un grande recipiente di terracotta (lu cofunu) e le si coprivano con un telo, detto a Gallipoli “cennaraturu”, perché veniva cosparso di cenere, che era il detersivo di allora. Oggi, alcune ditte di detersivi la stanno usando nuovamente perché si sono accorte che era efficace. Insieme alla cenere, venivano messe delle bucce d’arancia, che servivano a profumare la biancheria. Poi, con un pentolone, veniva versata su l’acqua bollente. Il recipiente di terracotta, che aveva un buco nella parte inferiore, stava appoggiato su una panca ed era sistemato un po’ sporgente, in modo che il foro cadesse all’esterno. L’acqua bollente penetrava attraverso il telo, lavava la biancheria, usciva attraverso il buco e andava a raccogliersi in un’anfora opportunamente collocata sotto di esso. Si facevano cinque o sei risciacqui (le “quatare”) con l’acqua bollente. Per non perdere il conto, dopo ognuno di essi veniva fatto un segno con il carbone sul recipiente stesso. L’ultimo risciacquo era chiamato dialettalmente “passata”: in acqua venivano disciolti dei pezzi di sapone e veniva tappato il buco sottostante, affinché l’accqua e sapone restasse all’interno. Il bucato era quindi lasciato in ammollo per una nottata e il giorno seguente veniva risciacquato con acqua fresca, prima di essere steso al sole.
Il calendario 2009 sarà pronto fra poco e forse, per la prima volta, insieme ad esso verranno pubblicate delle agendine, anch'eese in vernacolo. Se vi piacciono le radizioni popolari non mancate di acquistarli!!1

lunedì 13 ottobre 2008

Persiste l'Anticiclone ma....

E' ormai da più di una settimana che sulle nostre regioni persiste un tempo mite e soleggiato: una specie di Settembre ritardato ed inevitabilmente un po' più fresco. Di sicuro le ottobrate romane non sono mancate! La causa del tempo molto stabile è l'alta pressione che da molti giorni domina la scena di gran parte dell'Europa e costringe le perturbazioni atlantiche a scorrere ad alte latitudini.
Guardando la cartina di oggi (in alto), vi accorgerete che detto anticiclone è ancora presente. In realtà si è però notevolmente indebolito; nella mia città ad es. il barometro si è abbassato di ben 8 hPa. nel giro delle ultime 48 h. Questo significa che esso diviene ora meno resistente all'attacco delle perturbazioni e probabilmente, nei prossimi giorni, verrà disfatto, con conseguente peggioramento del tempo.
Per domani, dunque, ancora bel tempo un po' ovunque, ma qualcosa sta cambiando: preferisco avvisarvi sin d'ora prima che mi si dica che lo sapevate già. Paperinik è qui anche per questo!

domenica 12 ottobre 2008

Un assaggio del calendario 2009

Il calendario dell'Associazione culturale del Canneto, di Gallipoli "Cantu te Caddhuzzu 2009" sta per essere ultimato. Quest'anno ho collaborato con due rubriche e come al solito ve ne do un assaggio (sperando che poi lo compriate). La più importante delle rubriche da me curate, per ora non ha un titolo definitivo, ma riguarda i "consigli della nonna" che spesso trovate nei giornali, riguardanti la cucina, la pulizia, ecc. Una delle 12 parti delle rubrica è la seguente:
Lu cofunu
Quandu ‘ncora nu ‘nc’erene lavatrici, le ‘rrobbe se sciacquavene a manu, intra la pila. Cu fazzene vanire le ‘rrobbe ‘cchiù pulite (specie quiddhe ianche comu li casciuni), topu ca l’erene sciacquate cull’acqua e sapone, le mintiene intra a nu crande “cofunu” te crita e le ‘ngucciavene cu na specie te telu ca era chiamatu cennaraturu, percè ddha susu mintiene la cennere, ca era lu detersivu te tandu. Moi, certe ditte staci la usene ‘ntorna percè s’ane ddunate ca era bona. Paru culla cennere, mintiene puru le scorze te burtucallu, ca sarviene cu fazzene ‘ndurare le ‘rrobbe. Poi, cu na quatara, ‘nde calavene l’acqua bujente. Lu cofunu, ca era bucatu te sotta, stava ‘mpuggiatu su na banca, ma vania sestimatu nu picca sporgente, cusì lu bucu catia te fore. L’aqua bujente trapanava lu cennaraturu, sciacquava le ‘rrobbe, se ‘nde ‘ssia te lu bucu e vania racoddu intra a nu limbu postu te sotta. Faciene cinque sei quatare te acqua bujente. Cu nu perdene lu cuntu, pe’ ogni quatara faciene nu segnu cullu craone sullu cofunu stessu. L’urtima quatara era chiamata passata: intra ‘ll’acqua, ‘ggiungiene facci stozza te sapone e chiutiene lu bucu te lu cofunu, cusì l’acqua e sapone ‘rrumania intra. Lassavene le ‘rrobbe a bagnu pe’ na notte e lu giurnu topu le sciacquavene all’acqua pulita e le stendiene allu sole.
Chi non è salentino si diverta a tradurre. Fra pochi giorni pubblicherò la mia traduzione.
Intanto vi rammento che l'ultimo enigma è ancora senza soluzione. Non so se è troppo difficile o se non ci sono concorrenti, vi sarei grato se me lo faceste sapere.
A presto

sabato 4 ottobre 2008

La Bibbia giorno e notte

Come molti ormai sapranno, è al via una iniziativa senza precedenti: da domani, Domenica 5 Ottobre h. 19, fino a sabato 11 Ottobre h. 15, nella Basilica di "S. Croce in Gerusalemme" a Roma, verrà letta, per intero, la Sacra Bibbia. Saranno oltre 1200 i lettori che si alterneranno al leggio. Ogni brano avrà una durata di 4-8 minuti e sarà accompagnato dalla proiezione di immagini, atte a focalizzare l'attenzione degli spettatori sull'argomento trattato. La lettura sarà intervallata, ogni 90 minuti, da musiche e canti. Il primo capitolo della Genesi sarà declamato da sua Santità Benedetto XVI. Vi sarà anche la patecipazione di Roberto Benigni, che di recente si è distinto nella lettura della Divina commedia. All'importante manifestazione sono stati invitati anche gli esponenti delle chiese ortodosse e protestanti e persino il rabbino ebreo. Speriamo che questo serva a riappacificare le diverse comunità religiose e permetta loro di trovare un punto d'incontro
Per seguire meglio il lungo racconto, ritengo utile fornirvi qualche indicazione sulla Bibbia.
Innanzitutto la Bibbia non è un libro ma bensì un insieme di 73 libri, scritti da uomini diversi, in epoche molte diverse e quindi in stili differenti; gli studiosi ritengono che siano stati scritti nell'arco di circa 1.000 anni. In realtà, all'inizio, i vari racconti erano tramandati oralmente da una generazione all'altra e furono messi per iscritto a partire dai tempi di re Salomone, vissuto nel X sec. A.C.
La Bibbia si divide in due parti: Antico Testamento (antica alleanza fra uomo e Dio) e Nuovo Testamento (nuova alleanza fra uomo e Dio). La prima parte comprende i libri scritti prima della nascita di Gesù Cristo (i primi 46 libri), la seconda parte i libri scritti dopo la nascita di Gesù Cristo (i successivi 27 libri). L'antico testamento è quindi un'eredità della religione ebraica, mentre il nuovo testamento completa il messaggio divino, alla luce degli insegnamenti di Gesù ed insieme al precedente costituisce il fondamento del cristianesimo. I libri dell'antico testamento, a sua volta, possono essere suddivisi in 4 gruppi: Pentateuco, storici, sapienziali, profetici. Il Pentateuco, come indica la stessa etimologia, comprende 5 libri (i primi 5), ossia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. Essi rappresntano i fondamenti della fede e della legge ebraica (la Torah), per cui rientrano anche nei testi sacri deggli ebrei. I libri storici sono quei 16 libri successivi, che trattano della storia del popolo ebraico, visto come popolo prescelto da Dio. Vi appartengono ad es. Il libro di Giosuè, i due libri di Samuele e i due libri dei re. I libri sapienziali sono 7 e sono il frutto della saggezza del popolo ebraico, comprendono cioè insegnamenti, meditazioni, preghiere, ecc. Sono tali il libro deniminato appunto Sapienza, il libro dei Proverbi, i Salmi (attribuiti a salomone) e altri. Infine i 18 libri profetici, che chiudono l'antico testamento, sono quelli che riportano i discorsi dei profeti riguardanti la venuta nel messia e l'avvento del regno di Dio. Comprendono i libri dei profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, e quelli dei tanti profeti minori. I libri del nuovo testamento possono ugualmente essere divisi in quattro gruppi. Il primo comprende i primi 5 libri, i più importanti, ovvero i 4 Vangeli (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), che riportano il messaggio del Cristo, e il libro degli Atti degli Apostoli, scritto da Luca come continuazione del suo Vangelo. Il secondo gruppo comprende le 13 lettere di S. Paolo, indirizzate a singoli individui (ad es. Timoteo) oppure a intere comunità cristiane (ad es. i Corinzi). Ad esse possiamo accostare la lettera agli ebrei, di autore ignoto ma scritta nello stile di Paolo ed anch'essa indirizzata ad una comunità specifica: gli ebrei. Il terzo gruppo comprende 7 lettere scritte da autori diversi da Paolo (una da Giacomo, tre da Giovanni, due da Pietro e una da Giuda Taddeo). Queste ultime sono dette lettere cattoliche, in quanto, a differenza delle precedenti, sono indirizzate, non a comunità specifiche, ma all'intero mondo cattolico. Conclude la bibbia l'Apocalisse di S. Giovanni, un libro a sè stante, che si distingue dagli altri per il linguaggio simbolico in esso contenuto: molto difficile per noi, ma chiaro ai lettori del tempo. Contrariamente a quanto si crede, non è un libro che annuncia sventure, ma un libro scritto per infondere speranza e coraggio.
I cristiani ritengono che la bibbia sia stata scritta da comuni mortali ma su ispirazione divina, per cui tutto ciò che contiene è ritenuto sacro e incontrovertibile. A differenza di quanto sostenuto dalla chiesa di un tempo, però, l'ispirazione divina riguarda solo il messaggio religioso, per il resto essa rispecchia la cultura del tempo in cui è stata scritta e di chi l'ha scritta. Inoltre gran parte di quanto la Bibbia contiene ha un significato allegorico, per cui essa va interpretata e non presa alla lettera. Alcuni eventi biblici (come la creazione del mondo) sono raccontati più volte, con versioni differenti, ciascuna di esse corrisponde ad una tradizione ebraica diversa. Tutti i Cristiani (cattolici, ortodossi, protestanti, ecc.), sono accomunati dalla stessa Bibbia. I testimoni di Geova adottano, invece, una bibbia anomala, mancante di talune parti e basata su una traduzione dall'inglese (e non dall'originale); inoltre danno ad essa una traduzione letterale. Questo è uno dei motivi per cui non possono essere ritenuti cristiani.
A chi seguirà le dirette televisive, non mi resta che augurare Buon Ascolto e Buona Meditazione.