Che ora è...nel mondo?

venerdì 28 marzo 2008

Week end con qualche grado in più e un'ora di sonno in meno

Dopo molti giorni di situazione meteorologica cattiva e stazionaria, improvvisamente, nelle ultime 24 ore, l’anticiclone delle Azzorre ha conquistato gran parte dell’Europa meridionale. Guardando la cartina, noterete la netta differenza rispetto all’ultima pubblicata. In particolare, potete osservare due massimi relativi: uno a nord e l’altro ad ovest della nostra penisola. Il cospicuo aumento di pressione è anche desumibile dalla semplice consultazione del barometro, a patto che lo abbiate in casa. Non è detto che la situazione si ristabilirà in maniera definitiva, ma quantomeno ci garantirà un fine settimana all’insegna del bel tempo su gran parte d’Italia (specie al sud) e temperature in aumento.

In questo fine settimana si passerà inoltre all’ora legale: nella notte fra Sabato e Domenica dalle ore due si salterà alle tre. L’ora solare tornerà nell’ultima Domenica di Ottobre. Purtroppo ci toccherà dormire un’ora in meno e qualcuno un po’ sbadato mancherà qualche appuntamento (magari importante). Vi consiglierei di spostare gli orologi, e soprattutto la sveglia, prima di andare a dormire. Chi viaggerà, arriverà in ritardo, ma in compenso farà un viaggio più breve, poiché i capistazione cercheranno di recuperare il più possibile durante le soste. In passato l’ora legale era in vigore solo da Giugno a Settembre. Da quanto ricordo io, essa esiste in Italia dal 1966. Non ho voluto perder tempo a verificare la data ma, anche se avevo solo 5 anni, lo ricordo bene e al massimo potrei sbagliarmi di un solo anno, in più o in meno. Fidatevi!

Politiche 2008: c'è il nodo del Senato

Il nostro blog, adeguandosi alla normativa vigente in Italia, non parlerà di statistiche nelle due settimane che precedono le elezioni. Poiché avevo promesso di scrivere qualcosa sul senato, è oggi l’ultimo giorno utile per farlo.

Aggiorniamo prima la situazione della camera. I dati restano molto diversi a seconda degli istituti di statistica, sebbene tutti concordino sul vantaggio del “Popolo della libertà” rispetto al “Partito Democratico”; si va da valori inferiori a 5 punti sino a quasi 9 punti, con il PD che ha rimontato qualcosa. L’istituto di cui si fida Berlusconi, che è quello che la volta scorsa aveva previsto la parità (che poi si è realizzata), indica un vantaggio del centro- destra di 8,6, punti, mentre un altro istituto di statistica, come una voce fuori dal coro, indica una discrepanza fra le due coalizioni di appena un punto e mezzo. Il valore medio è di circa 6,5 punti a favore di Berlusconi.

Dando per scontata la vittoria di Berlusconi alla camera, c’è da superare lo scoglio del senato, che è quello che ha creato i problemi al centro-sinistra nel corso della passata legislatura. La differenza rispetto alla camera consiste nel fatto che, al senato il premio di maggioranza è assegnato singolarmente al vincitore di ciascuna regione, per cui una leggera vittoria a livello nazionale di una coalizione, non necessariamente si traduce in un’ampia maggioranza della coalizione stessa. Per il senato non si è potuta adottare la stessa legge della camera, perché come rilevato dall’allora presidente Ciampi, sarebbe stata incostituzionale, poiché l’elezione dei senatori deve avvenire su base regionale. Secondo le ultime statistiche il Popolo della libertà avrebbe la maggioranza anche a Palazzo Madama, con 167 senatori su 315; 137 andrebbero al Partito democratico, 7 alla Sinistra l’arcobaleno e 4 all’UDC. Se le cose andassero così Berlusconi avrebbe una discreta maggioranza, anche con il voto contrario di alcuni o tutti i senatori a vita, avrebbe infatti nove senatori in più rispetto alla maggioranza richiesta. In realtà non è affatto detto che le cose vadano così, ci sono almeno 5 regioni (assegnate dai sondaggi a Berlusconi) in cui la vittoria del centro-destra non è del tutto scontata. In ordine d’importanza sono: Lazio, Liguria, Abruzzo, Marche e Sardegna. La sconfitta anche in una sola di queste regioni potrebbe quindi modificare la situazione. In bilico per il centro-sinistra (assegnatale dai sondaggi) c’è invece la Calabria. Si capisce quindi come la situazione, inizialmente tranquilla per Berlusconi, si sia di fatto complicato e l’Italia corre il rischio di trovarsi nuovamente in una situazione d’ingovernabilità. Inutile ripetere che, a rendere la vita difficile al centro-destra sia stata la frattura fra UDC e PDL. Senza di ciò il risultato delle prossime votazioni sarebbe già acquisito. Gli indecisi vengono valutati attorno al 30%; di essi, secondo le statistiche, circa la meta non andrà a votare, i rimanenti dovrebbero distribuirsi come quelli che hanno già deciso. In certi casi, però, gli indecisi possono votare in maniera diversa (come avvenne presumibilmente la volta scorsa) ed essere determinanti per il risultato. Aggiungo una mia ipotesi personale. Secondo me, gli indecisi sono elettori che in precedenza avevano votato per la coalizione vincente e sono rimasti delusi del suo operato. Molti di essi, tuttavia, votano alla fine come la volta precedente. Questo spiegherebbe la rimonta del centro-destra nelle scorse elezioni. Se le cose stanno realmente così il divario fra Berlusconi e Veltroni dovrebbe ulteriormente ridursi. Infine, secondo le statistiche, circa il 58% degli intervistati ritiene che vincerà Berlusconi, circa il 27% ritiene che vincerà Veltroni e il 15% non sa rispondere. Tutto ciò mi sembra scontato e non credo abbia una grande importanza.

Intanto i partiti e i candidati premier sono spuntati come i funghi, basti pensare che vi sono in competizione 4 partiti d’ispirazione comunista. Vi sono anche curiosi partiti che prendono in considerazione temi specifici, come la difesa dei consumatori e la difesa dei diritti degli andicappati: temi importanti ma che dovrebbero far pare di un programma più ampio. Il più strano di tutti, anche nel nome, è il Partito dei grilli parlanti, il quale dice d’ispirarsi a Collodi, ma probabilmente mira a sfruttare la popolarità di Beppe Grillo. Questo partito promette addirittura la corresponsione di una quota fissa da parte dello stato a tutti i cittadini, per garantire lo stretto necessario per sopravvivere anche a chi non lavora. L’idea è assurda se si pensa che il denaro è solo una merce di scambio: la vera ricchezza sono i beni prodotti. Lo stato non può quindi possedere più di quello che è stato prodotto e distribuirlo in sovrappiù a tutti, anche a chi non lavora. Magari il partito s’ispirasse davvero alla saggezza del Grillo Parlante, il quale rimprovera Pinocchio di stare nell’ozio e lo incita a studiare e a lavorare per procurarsi di che sopravvivere. La verità è che tutti i partiti s’ispirano piuttosto a Pinocchio, il vero simbolo dovrebbe essere quello che vedete in basso. Presenta però un inconveniente: il naso lungo sporgerebbe dal cerchio e invaderebbe la scheda elettorale; forse è per questo che nessuno lo adotta!

giovedì 27 marzo 2008

La Pasqua è passata ma...

E’ passata una decina di giorni da quando, tempestivamente, vi segnalai l’arrivo del maltempo che avrebbe caratterizzato le feste pasquali, in tutta la nostra penisola. Ora la Pasqua è passata ma le condizioni del tempo non accennano a migliorare. Proprio nella giornata di Pasqua il mio barometro ha segnato il valore minimo di 995 hPa. L’esperienza dimostra che, quando vengono raggiunti valori così bassi, le perturbazioni continuano generalmente a susseguirsi anche nel periodo successivo e il tempo tarda a ristabilirsi. Infatti, dopo aver raggiunto il valore (comunque ancora basso) di 1009 hPa, da noi la pressione è tornata scendere. Lo stesso accade nel resto d’Italia e d’europa, come dimostra la cartina in basso. Se nell’ultima da me pubblicata si vedeva solo l’ombra dell’alta pressione, ora non si scorge neppure quella. La scena continua ad essere dominata dalla bassa pressione posta a sud della Finlandia, attorno alla quale si sviluppano altri vortici depressionari, che avvolgono anche il Mediterraneo, mentre l’anticiclone delle Azzorre continua ad essere confinato sulle omonime isole.

Con questa situazione, dopo l’accenno di miglioramento avutosi, in talune zone, in questi giorni, c’è da attendersi, in tutta la penisola, un afflusso di aria fredda e instabile, associata a vento, pioggia e temporali. La primavera si farà ancora attendere!

Colgo l’occasione per farvi notare che ho aggiunto il link di You Tube, vista l’importanza che il sito ha assunto in questo periodo; poi vedrò di migliorare anche il mio blog.

venerdì 21 marzo 2008

Quando morì Gesù?

Come scrissi lo scorso anno, in occasione delle feste natalizie (e come del resto molti ormai sanno), non si conosce la data esatta della nascita di Gesù, sia per quanto riguarda il giorno che per quanto riguarda l’anno. Altrettanto incerta è pure la data di morte.

La chiesa cattolica festeggia la Pasqua con le modalità che ho descritto attentamente nel mio post di alcuni giorni fa e che hanno come principale obbiettivo quello di avvicinare la Pasqua cristiana a quella ebraica, ma evitando di farla coincidere esattamente con essa. La Pasqua ebraica è parimenti una festa mobile di antichissime origini che celebra, come prescritto esplicitamente dalla bibbia, nel libro dell’Esodo, la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egizia. Essa, collegandosi ad una festa contadina di inizio primavera, culmina in concomitanza del primo plenilunio di primavera (il15 del mese di Nisan). L’accostamento della Pasqua cristiana a tale festa deriva dal fatto che, la morte di Gesù (e quindi la sua resurrezione) avvenne, secondo i Vangeli, proprio nelle vicinanze di tale ricorrenza. Forse per prendere le distanze dagli ebrei (colpevoli di non aver accettato il Cristo) e per far cadere la Pasqua di Domenica (giorno della risurrezione), il concilio di Nicea stabilì che la Pasqua si celebrasse la Domenica successiva al plenilunio stesso (e non il giorno del plenilunio come per gli ebrei), anche se, per le due eccezioni, da me evidenziate nel citato post, Pasqua cristiana e Pasqua ebraica possono in qualche rarissimo caso coincidere.

Le indicazioni contenute nei Vangeli sono troppo vaghe per permettere d’individuare l’anno di morte di Gesù. La sua predicazione iniziò, secondo i Vangeli, a circa trent’anni, riferimento che diventa ancora più vago a causa delle incertezze riguardanti l’anno di nascita di Gesù stesso. Durante il periodo di predicazione, il Vangelo di Giovanni fa riferimento a tre Pasque Ebraiche, di cui l’ultima sarebbe quella avvenuta in occasione della sua morte. Gli anni di predicazione sarebbero quindi stati poco più di due; considerato però il gran numero di posti visitati, la durata esatta della predicazione è probabile che sia stata in realtà più lunga. Gli unici dati certi che si possono sfruttare sono quelli relativi al riferimento evangelico e storico a tre importanti personaggi: Ponzio Pilato, Erode e Caifa, ma d ciò si può dedurre soltanto che Gesù morì fra il 26 e il 36.

Per quel che riguarda il giorno della morte, tutti e quattro i Vangeli concordano sul fatto che fosse un Venerdì, ma, mentre dai sinottici si può dedurre che si trattasse del giorno di Pasqua, secondo il Vangelo di Giovanni era invece la vigilia di Pasqua. I primi tre evangelisti, infatti, affermano che Gesù, la sera prima di essere arrestato, consumò la pasqua con i suoi apostoli, facendo chiaramente intendere che si trattasse del tradizionale banchetto della vigilia, nel quale si consuma l’agnello. Giovanni, invece, non indica l’ultima cena come il banchetto di Pasqua (scrive solo che era vicina la Pasqua) e per di più è l’unico a scrivere esplicitamente che la morte di Gesù avvenne il giorno della “Parasceve della Pasqua” cioè della vigilia di Pasqua. Considerata veritiera la precisa indicazione di Giovanni, le date più probabili per la morte di Gesù sono: 7 Aprile 30 e 3 Aprile 33, entrambe queste date cadono infatti di Venerdì nel giorno che precede il primo plenilunio di primavera.

Per il cristiano, tuttavia, la questione riveste scarsissima importanza, ciò che conta è vivere, con grande partecipazione, il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo, preludio alla Pasqua eterna di ogni uomo.

Buona Pasqua a tutti

lunedì 17 marzo 2008

Arriva la Pasqua...Tirate fuori i cappotti!

Dopo il passeggero anticiclone, della scorsa settimana, che ci aveva regalato quasi un anticipo di primavera, in questi ultimi giorni il tempo è nuovamente peggiorato e si sono già avute delle piogge su alcune zone d’Italia. Dall’osservazione del barometro e molto di più dall’osservazione della mappa delle isobare al livello del mare, direi che il peggio deve ancora venire.

La situazione è quanto mai semplice da interpretare. Vi basta osservare la cartina in alto e tenere presente quanto segue:

Le alte pressioni (indicate con A) portano bel tempo, le basse pressioni (indicate con B) sono collegate al maltempo, il vento spira dalle zone di alta pressione verso quelle di bassa pressione, le linee rosse e le linee blu indicano le perturbazioni (rispettivamente fronti caldi e fronti freddi). Come potete vedere, tutta l’area che va dall’Atlantico alle nostre regioni, dalle medie alle basse latitudini, è dominata dalle zone di basse pressione, alle quali sono collegate diverse perturbazioni, che, nei giorni seguenti, dovrebbero giungere soprattutto al centro Europa ma anche sul Mediterraneo, mentre l’anticiclone delle Azzorre ( portatore di bel tempo) è confinato a sud-ovest, ben al di là della penisola Iberica (in basso a sinistra nella cartina). A complicare la situazione vi è l’alta pressione situata fra Gran Bretagna e Islanda che favorirà l’afflusso di correnti fredde verso le nostre regioni.

Ancora una volta è rispettata la tradizione della Settimana Santa, con i tradizionali riti sacri in forse fino all’ultimo momento; e poi la solita frase: arriva Pasqua o Natale? Quest’anno, per di più, la Pasqua cade bassa e i capricci del tempo sono giustificati. Vi consiglierei quindi, ovunque abitiate, di tirare fuori, dai vostri armadi, cappotti e impermeabili: potrebbero servirvi!

Il calcolo della Pasqua

Il nostro Blog ama precorrere i tempi e, mentre si attende la Pasqua di quest’anno, già vi annuncia quella del 2009, che cadrà il12 Aprile. Lo scorso anno, nell’annunciarvi la Pasqua 2008, v’indicai la regola pratica per poterla calcolare. Il metodo da me enunciato è valido quasi sempre, ma presenta qualche piccola eccezione. Ora che siete cresciuti di un altro anno, vi ritengo maturi abbastanza per approfondire l’argomento. Ripeterò prima la regola basilare, così come enunciata lo scorso anno; a questo punto chi non ama andare troppo per il sottile potrà fermarsi lì ( e comunque ne saprà abbastanza per calcolare correttamente la Pasqua nella grandissima maggioranza degli anni), chi, invece, vuole approfondire potrà leggere il resto.

La Pasqua cristiana è una festa mobile collegata alla luna, precisamente: la Pasqua si festeggia la Domenica successiva al primo plenilunio di primavera. Se quest’ultimo cade giusto di Domenica, la Pasqua si festeggia, non in quello stesso giorno, ma la Domenica successiva. In pratica, basta scorrere il lunario dal 21 Marzo (1° giorno di primavera) in poi, sino ad incontrare la luna piena: la Domenica seguente a quella data è Pasqua. Stando così le cose, la Pasqua più bassa si verifica quando il primo plenilunio di primavera cade giusto il 21 Marzo ed è Sabato; in tal caso, la Pasqua sarà il giorno seguente, ossia il 22 Marzo. La Pasqua più alta si verifica, invece, quando il primo plenilunio cade più tardi possibile, cioè il18 Aprile ed è Domenica; in tal caso la Pasqua sarà festeggiata la Domenica seguente ossia il 25 Aprile. La Pasqua varia quindi fra il 22 Marzo e il 25 Aprile. Questa è la regola enunciata lo scorso anno. Essa presenta due piccole eccezioni, chi vuole conoscerle legga il resto!

Abbiamo detto che la massima altezza che può toccare il primo plenilunio di primavera è il 18 Aprile; ciò non è del tutto vero. Il ciclo lunare dura, infatti, circa 29 giorni e mezzo. Pertanto, se l’ultimo plenilunio d’inverno cade il 20 Marzo, dopo mezzogiorno, il plenilunio seguente cade la mattina del 19 Aprile e se quel giorno è Domenica, Pasqua dovrebbe festeggiarsi il 26 Aprile. La regola ecclesiastica stabilisce però che la Pasqua non debba mai essere festeggiata dopo il 25 Aprile. Pertanto, per evitare che ciò accada, ogni qualvolta la luna di Pasqua cade il 19 Aprile, si calcola come se cadesse il 18 Aprile. Questa regola comporta un nuovo inconveniente. Nel corso dello stesso ciclo lunare, (detto ciclo di Metone), avente la durata di 19 anni, la luna di Pasqua potrebbe cadere due volte il18 Aprile, una volta per davvero e un’altra volta per via dello spostamento. Ciò è in contrasto con la definizione stessa del ciclo, nel corso del quale la luna di Pasqua non deve mai cadere lo stesso giorno. Per ovviare a ciò s’introduce un secondo aggiustamento. Quando la luna di Pasqua cade il 18 Aprile, si considera il cosiddetto “numero d’oro”: se esso è minore di 11, la luna di Pasqua mantiene la sua vera data, se è maggiore di 11 essa viene idealmente spostata al 17 Aprile. Il numero d'oro (che serve soprattutto per altre importanti indicazioni riguardanti luna) si calcola dividendo l'anno considerato per 19 e prendendo il resto. Quest'ultimo è, appunto, il numero d'oro.

Un ultima curiosità. Nel corso di 11 anni, accade spesso (ma non sempre) che la Pasqua si ripeta tre volte nella stessa data. Affinché, però, le date della Pasqua si ripetano tutte esattamente nello stesso ordine deve concludersi il ciclo, il quale ha una durata spaventosa: 5.700.000 anni. L’umanità lo vedrà mai concluso?

martedì 11 marzo 2008

Elezioni Politiche: si gioca un tressette a perdere!

Si è conclusa alle h. 20 di ieri la presentazione delle liste dei partiti, ora la campagna elettorale entra nel vivo. In attesa del 14 Aprile, è sfida fra i sondaggi, ognuno legge numeri diversi: possibile che anche la matematica sia diventata un’opinione? Vediamo di fare un po’ di chiarezza in proposito!

Il Popolo della Libertà è dato vincente da tutti i sondaggi ma con percentuali differenti, che oscillano da poco più di 5 punti a poco più di 10: in media fra 7,5 e 8. Berlusconi si ostina però a dire che il vantaggio è di almeno 10 punti. Veltroni, dal canto suo, dice che il vantaggio di Berlusconi si è ridotto a 4 punti, il che è altrettanto falso (egli si riferisce ai singoli due partiti e non alle intere alleanze, inoltre prende in considerazione il sondaggio a lui più vantaggioso); parla inoltre di una crescita del suo partito, ma non so da quale sondaggio emerga ciò. C’è poi il problema del senato: lì i calcoli sono più complessi, anche se Berlusconi ostenta sicurezza. Spero di poter fornire, anche a tal proposito, statiche più attendibili, visto che i diretti interessati, come al solito, danno solo i numeri.

Viene finora definita una campagna elettorale dai toni pacati, ma non ne sono molto convinto. Ciò che distingue questa campagna dalle altre è invece sicuramente il comportamento autolesionista dei grossi partiti: PD da una parte e PDL dall’altra. Con la caduta del governo Prodi, il centrodestra pareva avere la vittoria in pugno, e la sorprendente decisione di Veltroni di correre da solo pareva aver sigillato la pratica, tanto che il leader democratico era stato accusato di aver tendenze suicide. Nel giro di poche settimane tutto è cambiato e la partita è tornata ad essere aperta, tanto che si tornano ad analizzare attentamente i sondaggi, mai così in voga come stavolta. La scelta di Veltroni, ha infatti innescato la reazione di Berlusconi che ha rinunciato alle previste alleanza per correre ad armi pari e vincere come partito e non come coalizione. Il cavaliere aveva follemente sperato di bruciare le tappe, aggregando nel suo nuovo partito chi, come Casini, si era da poco riappacificato o, chi, come Storace, si era da poco allontanato, ora rischia di perderli per sempre, anche se, nella nostra politica, non si può mai dire nulla (anzi, per quel che riguarda Storace, credo tornerà presto all’ovile). Tanto per cambiare, è stato lo show della confusione e delle contraddizioni. Un giorno Berlusconi parlava esplicitamente di simboli separati ma di adesione allo stesso gruppo parlamentare, il giorno dopo pretendeva la candidatura sotto lo stesso simbolo. Veltroni accusava Boselli di essere andato con tutti i partiti di centrosinistra, tranne che con il PD, ma nascondeva di avergli in sostanza proposto lo scioglimento del neonato partito socialista. Alla fine, Berlusconi ha rifiutato la vittoria regalatagli da Veltroni, il quale a sua volta, rifiutando le alleanze di un tempo, ha sciupato l’opportunità di un insperato ribaltamento di situazione. Dice di voler tagliare i ponti con le ideologie diverse dalla sua, e fa benissimo, ma non si accorge che le contraddizioni sono all’interno del suo partito e, ancor di più, all’interno della sua lista elettorale. Intanto, Casini, dopo essere stato per anni con Berlusconi e dopo essere stato ad un passo da una nuova alleanza con lui, si scaglia spudoratamente contro il leader del PDL (che faccia tosta!). Storace corre da solo, ma fa il tifo per PDL; Bertinotti vuol “battere le destre”, ma, calamitando su di lui il voto della sinistra, fa un immenso favore a Berlusconi. Una volta tanto, non tutti contro tutti, ma tutti a favore di tutti. Si gioca una specie di “tressette a perdere” dove ognuno cerca di disfarsi delle carte di valore per fare il minor numero di punti possibile. Mentre nel Tressette a perdere, però, alla fine vince chi ha fatto meno punti, nella sfida di queste elezioni vincerà alla fine chi ne avrà di più. In definitiva, tutti stanno giocando a perdere, ma tutti vorranno vincere: è questo il paradosso!

sabato 8 marzo 2008

Centenario della festa della donna: ecco la mia idea di parità!

Ricorre oggi il centenario dell’istituzione della festa della donna, anche se, almeno in Italia, essa si è diffusa solo negli ultimi 20 anni: prima l’ otto Marzo era un giorno come gli altri. L’origine della festa è ormai noto a tutti: risale all’8 Marzo del 1908.

Da diversi giorni le operaie di un’industria tessile di New York erano in sciopero per protestare contro le disumane condizioni lavorative a cui erano sottoposte. L’otto Marzo, i proprietari dell’impresa bloccarono l’uscita della fabbrica e fermarono le operaie all’interno. Scoppiò un incendio che uccise 129 di loro, fra cui molte immigrate, alcune provenienti dall’Italia. Fu per questo che, il movimento di liberazione della donna, sorto appunto per liberare la donna dalle ingiustizie e dai soprusi, scelse questa data per festeggiare la donna e le sue conquiste, ottenute spesso a caro prezzo. La scelta della Mimosa, di cui faccio idealmente omaggio alle visitatrici del mio blog, è avvenuta in Italia nel 1946. A livello mondiale, il fiore della donna è, invece, il Tulipano.

Da sempre, il problema della parità di diritti ha suscitato il mio interesse, così come ogni tema legato alla giustizia. La mia idea di parità è però alquanto diversa da quella invocata dai movimenti femministi, dai quali mi dissocio. I miei principali punti di dissenso sono i seguenti:

1°) Per me la parità deve riguardare i diritti, con la rimozione dei pregiudizi, delle ingiustizie e degli handicap, che impediscono o rendono difficile alla donna la sua affermazione nella società. Tutto questo non deve però indurre alla negazione della verità: è vero ciò che è vero e non ciò che a ognuno fa comodo! Se una singola donna (o la donna in generale) si dimostra particolarmente brava in un particolare settore, questo fatto dev’essere riconosciuto e lodato; ma se viceversa dimostra delle difficoltà e dei limiti, questo non può essere negato (naturalmente il discorso vale anche per gli uomini). Le femministe, invece, pur di affermare l’uguaglianza fra uomo e donna, arrivano a negare la realtà, come se dicessero: “Uomo e donna sono uguali, perché così vogliamo che siano, e tanto basta!”.

2°) Le femministe, rivendicando il diritto delle donne al lavoro, hanno continuamente svilito il valore e le difficoltà del lavoro domestico, umiliando così se stesse e offendendo chi legittimamente ha scelto quella vita. In questo caso son le donne a umiliare se stesse, non certo io e quelli come me, che hanno sempre ammirato il ruolo svolto egregiamente, in casa, dalla donna.

3°) Le esponenti dei movimenti femministi si sono spesso avventurate in puerili dimostrazioni di presunte uguaglianze fra uomo e donna, anche dal punto di vista anatomico e fisiologico (per es. con riferimento al sesso), esponendosi così al rischio di essere scientificamente contraddette. La dignità della donna va affermate a priori e non può essere subordinata alle caratteristiche fisiche e genetiche, che pure vanno prese in considerazione, in altra sede, per trarne le dovute conseguenze, sempre nel rispetto della verità.

4°) Parità di diritti non significa uguale personalità. Le donne hanno peculiari caratteristiche distintive rispetto agli uomini, delle quali dovrebbero andare fiere e alle quali non hanno motivo di rinunciare. Le differenze che la natura ci ha attribuito servono a garantire la complementarietà fra uomo e donna e sono alla base della reciproca attrazione fra i sessi.

5°) Molte donne, poi, vogliono la parità quando le fa comodo. Vogliono essere come gli uomini, ma non sanno rinunciare ai privilegi della cavalleria; invocano nuove leggi, ma, al tempo stesso, non rinunciano ai privilegi della figura femminile tradizionale.

6°) Infine, le femministe vorrebbero capovolgere la situazione, passando dallo stato d’inferiorità a quello di superiorità. Non si accontentano più di avere pari opportunità, vorrebbero essere aiutate a raggiungere più facilmente i loro traguardi. Si pensi ad es. alle “quote rosa” (alle quali io sono assolutamente contrario), proposte da taluni parlamentari, per garantire alle donne un minimo di seggi in parlamento. Ciò che conta è che la legge garantisca alle donne la stessa possibilità di mettersi in lista e di essere elette che viene data agli uomini. A questo punto devono essere le donne a fare il resto e devono essere gli elettori a decidere liberamente chi scegliere. Se si stabilissero delle quote rosa, si creerebbe una disparità di trattamento, visto che gli uomini non hanno alcun minimo garantito.

Per queste e per altre ragioni, mi considero favorevole alla parità di diritti, ma contrario al femminismo, che considero l’opposto del maschilismo e non la via di mezzo, giusta da seguire. La mia parità fra i sessi, vuol dire rispetto reciproco, stima, lealtà, giustizia, amore vicendevole e amore per la verità. Faccio i miei migliori Auguri a tutte le donne e, coerente con la mia idea di parità, auspico che in futuro nasca anche la “Festa dell’uomo”.

domenica 2 marzo 2008

Il vero enigma

Vi propongo un nuovo enigma: come farà Frafbi (ex anonimo ) a risolvere qualunque indovinello nel giro di poche ore, in qualunque giorno e a qualunque ora lo si pubblichi? E' questo il vero rompicapo! A voi la risposta! Per la risposta al test delle palline, leggete invece il commento al post precedente. Ciao Francesco Saluti a tutti i lettori del Blog, vecchi e nuovi

Il Bog ha fatto centro. Ora tocca a voi!

Anche quest’anno, il nostro Blog è riuscito ad anticipare il vincitore di Sanremo, correggendo in tempo i primi pronostici. Non solo sono state dedicate le immagini dei due post sul festival proprio ai primi due classificati, non solo nel post di Giovedì scorso è stato fatto esplicitamente il nome della canzone vincitrice, ma, nel pronostico al buio di Lunedì scorso, è stato persino previsto il terzo posto di Fabrizio Moro. Tutto questo senza avere i mezzi a disposizione di altri blog molto più rinomati. Ci sono molte cose da migliorare, è vero, ma questo potrà essere fatto solo con il vostro incoraggiamento e la vostra collaborazione. Sistemate le difficoltà con Internet, mi propongo innanzitutto d’inserire dei video e poi vedremo cos’altro si può fare. Vediamo intanto se voi riuscirete a centrare la soluzione del prossimo test.
Abbiamo 27 palline: 26 di ferro e una di piombo (più pesante) e abbiamo una bilancia a due piatti. Come possiamo fare per stabilire qual è la pallina di piombo con sole 3 pesate?
Non è difficile, affrettatevi a rispondere!
…E poi continuate a connettervi! Se siete stanchi di blog che vi ubriacano di parolacce, collegatevi al nostro blog, per affrontare ogni tema in modo pulito ed elegante; per far funzionare la ragione, senza tralasciare il sentimento; per conoscere vecchie storie e particolari curiosi; per analizzare la realtà con occhio perspicace e con un pizzico d’ironia; per mettere alla prova la vostra intelligenza e per conoscere quello che accadrà……
…..Magari lo sapessi io!