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mercoledì 23 luglio 2008

S. Cristina (vita della Santa)

(S. Cristina-statua del De Lucrezis che oggi verrà, come ogni anno, portata in processione a Gallipoli)

Oggi, domani e dopodomani (24-26 Luglio) si festeggia a Gallipoli, la festa di S. Cristina, nostra compatrona assieme a S. Agata e S. Sebastiano, con lo speciale titolo di protettrice dalle pestilenze, per averci salvato dal colera del 1867. La festa come ogni anno si svolge con luminarie ed un programma sia religioso che civile.

Lo scorso anno feci, in questo blog una sintesi della vita della santa e della devozione gallipolina, che potrete trovare ciccando a fine pagina sul link “Blog più vecchi” e cercando poi il post del 22 Luglio 2007. Potete fare molto prima ciccando sul link Usi e Costumidel post dello scorso 4 Lugio, intitolato “Madonna del Canneto: è la fine di una tradizione ?”, che troverete poco più giu’ rispetto a questo; fra i post di Usi e costumi, troverete facilmente quelo indicato.

Quest’anno, invece, per chi vuole approfondire, pubblicherò la storia della Santa in tre puntate.

Vita di Santa Cristina

Momento storico e virtù della fanciulla

Il vero nome della fanciulla ci è del tutto ignoto; il nome Cristina (che di certo deriva da Cristo) pare le sia stato imposto al momento del battesimo, ma vi è pure chi ritiene che lo abbia scelto di sua propria volontà su suggerimento del suo Angelo custode. Cristina nacque a Bolsena, la più grande delle dodici famose città etrusche, nel terzo secolo d. C., tempo in cui, sotto l’impero di Diocleziano, le persecuzioni dei romani nei confronti dei cristiani raggiunsero la loro massima ferocia. L’intransigente imperatore si era prefisso come principale obbiettivo il definitivo abbattimento del cristianesimo, affinché di tale movimento religioso non si ricordasse più neppure il nome. Egli si circondò ben presto di uomini crudeli aventi lo stesso intento, fra cui Galerio Massimino al quale diede in sposa la sua stessa figlia, anch’ella bramosa di sangue cristiano. Forse, non tutti sanno che Cristina era nientemeno che la figlia del prefetto Urbano, amico fidato di Diocleziano, inviato a Bolsena da quest’ultimo con l’ordine perentorio di sterminare tutti i seguaci del Nazareno. Era dunque questi un accanito persecutore dei cristiani!

Cristina era una fanciulla bella e intelligente, di animo semplice e allegro, rispettosa verso i genitori e attratta dalla cultura e da ogni forma di conoscenza. Fu educata alla religione pagana e a soli dodici anni seguì con grande profitto gli studi letterari, filosofici e teologici, distinguendosi fra tutte le sue compagne. I suoi genitori la idolatravano e avevano riposto in lei tante proprie aspirazioni mondane; ma erano ben altri i fini per i quali il Signore aveva concesso a Cristina tanta virtù.

Cristina diventa vestale

Non è facile stabilire se l’amore del padre per Cristina fosse davvero sincero, ciò che è certo è che era geloso della fanciulla più che della sua stessa moglie. Per questa ragione e forse anche per attirare su di sé i benefici degli dei, decise di preservarla dagli sguardi altrui facendola divenire vestale e facendola alloggiare nella parte superiore di una bella ed altissima torre. Quando egli comunicò le sue intenzioni alla figlia, quest’ultima le accolse con grande letizia e ringraziò il padre di vero cuore, poiché era stata sempre sua intenzione rimanere vergine e vivere una vita di meditazione, lontano dal continuo andirivieni del suo palazzo. Potete immaginare la gioia del padre nell’apprendere che le idee della figlia collimavano con i suoi progetti; la fece subito alloggiare nella torre e le scelse due ancelle, Clelia e Massimina, con il compito di servirla e di vigilare su di lei.

Cristina, con l’animo ricolmo di gioia, andò così ad abitare nella nuova dimora, posta quasi sulle rive del famoso lago che dà il nome alla città. Per lei incominciava una vita di preghiera e di adorazione verso gli dei romani, con il primario dovere di alimentare il fuoco in onore della dea Vesta. Dopo la gioia dei primi giorni, la fanciulla incominciò però ad avvertire un vuoto interiore, come se le mancasse qualcosa; con animo sempre più inquieto continuava a chiedersi chi fosse il vero artefice di quel meraviglioso spettacolo che dalla finestra dell’imponente torre si mostrava ai suoi occhi: le lussureggianti colline, le verdi praterie, il suggestivo firmamento notturno. Come potevano gli inanimati idoli di pietra che suo padre le aveva insegnato ad adorare aver potuto tanto? Le sue ancelle l’avevano udita più volte sospirare nel chiuso della sua stanza e credevano che soffrisse di solitudine. Massimina, però, che le era più amica, continuava a porgere l’orecchio davanti alla porta della fanciulla cercando di carpire qualche suo sfogo.

Conversione e Battesimo

Un giorno Massimina, mentre sostava davanti alla porta di Cristina, intese la fanciulla pronunciare queste parole: “il mio Dio dov’è?”. Dovete ora sapere che Massimina era segretamente cristiana. Resasi conto che l’occasione era propizia, entrò nella camera e avvicinatasi a Cristina le chiese garbatamente quale fosse il motivo della sua angoscia. La fanciulla, credendo che la sua ancella fosse devota agli dei pagani, rispose: “non so se mi convenga confidarti i miei dubbi… forse anche tu sei nella mia stessa situazione… forse siamo entrambe infelici!" Massimina rispose prontamente: “chi confida in Dio non è mai infelice!” Sulle prime Cristina pensava che Massimina parlasse di Giove, Marte o un altro degli dei pagani, ma l’ancella, incurante del rischio a cui si esponeva, rivelò a Cristina la sua vera fede; le parlò del Dio onnipotente, unico creatore di tutte le cose, le parlò di Gesù e della gioia che anima i cristiani. Nelle parole dell’ancella, Cristina trovò la risposta agli interrogativi che l’assillavano e sentì il suo cuore riaprirsi alla speranza, quindi con gli occhi pieni di felicità, manifestò l’intenzione di divenire una seguace di Cristo e di ricevere al più presto il battesimo. Massimina, ammonì Cristina sul grave rischio che tutto ciò comportava, ma le promise che le avrebbe al più presto inviato Protasio, il sacerdote che l’aveva a suo tempo convertita e battezzata.

Così una notte, mentre Clelia dormiva, Massimina uscì e andò a chiamare Protasio con cui si era accordata il mattino precedente. I due si recarono di nascosto alla torre e, senza far rumore, andarono a destare Cristina. Alla vista del sacerdote, la fanciulla fu piena di gioia e, buttatasi giù dal letto, le corse subito incontro. Quella stessa notte Protasio istruì Cristina sui misteri del cristianesimo; poi, presa dell’acqua le amministrò il battesimo. Infine, sempre di nascosto abbandonò la torre, lasciando la fanciulla felice e raggiante come mai lo era stata.

Si sospetta la conversione di Cristina

Rigenerata a vita nuova dal battesimo ricevuto, Cristina, con animo sereno, incominciò il suo cammino di preghiera e di meditazione su Gesù. Ella non sospettava lontanamente quanto stava per accaderle, né se ne sarebbe curata, visto che il suo amore per Cristo era l’unica cosa che ora le interessava.

Il suo primo pericolo era costituito da Clelia; questa, infatti, era una donna scaltra e molto devota agli dei pagani e non tardò a notare lo strano atteggiamento della vestale. Passando per caso davanti alla porta della sua stanza, le aveva spesso sentito pronunciare insolite parole, come croce e crocifisso; inoltre non l’aveva mai sentita pregare o nominare i suoi dei, anzi sembrava volerne evitare il discorso. Per tirarsi fuori da ogni responsabilità, ella pensò bene di riferire ogni cosa a Urbano. Quest’ultimo, però non credé a quanto gli era stato riferito e decise che il giorno dopo si sarebbe recato personalmente alla torre. Clelia, intanto, raccontò tutto a Massimina, la quale, facendo finta di nulla, cercò di convincerla che si sbagliava di grosso. Subito dopo, però, si recò tremando da Cristina e, con le lacrime agli occhi, la informò dei sospetti di Clelia e del suo colloquio col padre. La fede di Cristina era però ormai così ben radicata che le parole dell’ancella non poterono inquietarla più di tanto, era infatti decisa a fare in tutto la volontà di Dio. Una sola cosa chiese a Massimina, di continuare ad istruirla sui principi del cristianesimo per esser fatta degna di ricevere l’eucaristia quella stessa notte, poiché il corpo ed il sangue di Cristo dovevano darle la forza per affrontare l’incontro con suo padre ed anche perché dopo tale incontro non sapeva se le sarebbe rimasto altro tempo. Massimina si trattenne diverse ore per fare della catechesi alla fanciulla, poi le promise che sarebbe tornata da Protasio per convincerlo a recarsi nottetempo alla torre, come aveva fatto la prima volta.

A domani per il proseguimento della storia

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie Adina per i tuoi complimenti, mi fa piacere sapere che mi seguirai.