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venerdì 21 marzo 2008

Quando morì Gesù?

Come scrissi lo scorso anno, in occasione delle feste natalizie (e come del resto molti ormai sanno), non si conosce la data esatta della nascita di Gesù, sia per quanto riguarda il giorno che per quanto riguarda l’anno. Altrettanto incerta è pure la data di morte.

La chiesa cattolica festeggia la Pasqua con le modalità che ho descritto attentamente nel mio post di alcuni giorni fa e che hanno come principale obbiettivo quello di avvicinare la Pasqua cristiana a quella ebraica, ma evitando di farla coincidere esattamente con essa. La Pasqua ebraica è parimenti una festa mobile di antichissime origini che celebra, come prescritto esplicitamente dalla bibbia, nel libro dell’Esodo, la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egizia. Essa, collegandosi ad una festa contadina di inizio primavera, culmina in concomitanza del primo plenilunio di primavera (il15 del mese di Nisan). L’accostamento della Pasqua cristiana a tale festa deriva dal fatto che, la morte di Gesù (e quindi la sua resurrezione) avvenne, secondo i Vangeli, proprio nelle vicinanze di tale ricorrenza. Forse per prendere le distanze dagli ebrei (colpevoli di non aver accettato il Cristo) e per far cadere la Pasqua di Domenica (giorno della risurrezione), il concilio di Nicea stabilì che la Pasqua si celebrasse la Domenica successiva al plenilunio stesso (e non il giorno del plenilunio come per gli ebrei), anche se, per le due eccezioni, da me evidenziate nel citato post, Pasqua cristiana e Pasqua ebraica possono in qualche rarissimo caso coincidere.

Le indicazioni contenute nei Vangeli sono troppo vaghe per permettere d’individuare l’anno di morte di Gesù. La sua predicazione iniziò, secondo i Vangeli, a circa trent’anni, riferimento che diventa ancora più vago a causa delle incertezze riguardanti l’anno di nascita di Gesù stesso. Durante il periodo di predicazione, il Vangelo di Giovanni fa riferimento a tre Pasque Ebraiche, di cui l’ultima sarebbe quella avvenuta in occasione della sua morte. Gli anni di predicazione sarebbero quindi stati poco più di due; considerato però il gran numero di posti visitati, la durata esatta della predicazione è probabile che sia stata in realtà più lunga. Gli unici dati certi che si possono sfruttare sono quelli relativi al riferimento evangelico e storico a tre importanti personaggi: Ponzio Pilato, Erode e Caifa, ma d ciò si può dedurre soltanto che Gesù morì fra il 26 e il 36.

Per quel che riguarda il giorno della morte, tutti e quattro i Vangeli concordano sul fatto che fosse un Venerdì, ma, mentre dai sinottici si può dedurre che si trattasse del giorno di Pasqua, secondo il Vangelo di Giovanni era invece la vigilia di Pasqua. I primi tre evangelisti, infatti, affermano che Gesù, la sera prima di essere arrestato, consumò la pasqua con i suoi apostoli, facendo chiaramente intendere che si trattasse del tradizionale banchetto della vigilia, nel quale si consuma l’agnello. Giovanni, invece, non indica l’ultima cena come il banchetto di Pasqua (scrive solo che era vicina la Pasqua) e per di più è l’unico a scrivere esplicitamente che la morte di Gesù avvenne il giorno della “Parasceve della Pasqua” cioè della vigilia di Pasqua. Considerata veritiera la precisa indicazione di Giovanni, le date più probabili per la morte di Gesù sono: 7 Aprile 30 e 3 Aprile 33, entrambe queste date cadono infatti di Venerdì nel giorno che precede il primo plenilunio di primavera.

Per il cristiano, tuttavia, la questione riveste scarsissima importanza, ciò che conta è vivere, con grande partecipazione, il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo, preludio alla Pasqua eterna di ogni uomo.

Buona Pasqua a tutti

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