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martedì 11 marzo 2008

Elezioni Politiche: si gioca un tressette a perdere!

Si è conclusa alle h. 20 di ieri la presentazione delle liste dei partiti, ora la campagna elettorale entra nel vivo. In attesa del 14 Aprile, è sfida fra i sondaggi, ognuno legge numeri diversi: possibile che anche la matematica sia diventata un’opinione? Vediamo di fare un po’ di chiarezza in proposito!

Il Popolo della Libertà è dato vincente da tutti i sondaggi ma con percentuali differenti, che oscillano da poco più di 5 punti a poco più di 10: in media fra 7,5 e 8. Berlusconi si ostina però a dire che il vantaggio è di almeno 10 punti. Veltroni, dal canto suo, dice che il vantaggio di Berlusconi si è ridotto a 4 punti, il che è altrettanto falso (egli si riferisce ai singoli due partiti e non alle intere alleanze, inoltre prende in considerazione il sondaggio a lui più vantaggioso); parla inoltre di una crescita del suo partito, ma non so da quale sondaggio emerga ciò. C’è poi il problema del senato: lì i calcoli sono più complessi, anche se Berlusconi ostenta sicurezza. Spero di poter fornire, anche a tal proposito, statiche più attendibili, visto che i diretti interessati, come al solito, danno solo i numeri.

Viene finora definita una campagna elettorale dai toni pacati, ma non ne sono molto convinto. Ciò che distingue questa campagna dalle altre è invece sicuramente il comportamento autolesionista dei grossi partiti: PD da una parte e PDL dall’altra. Con la caduta del governo Prodi, il centrodestra pareva avere la vittoria in pugno, e la sorprendente decisione di Veltroni di correre da solo pareva aver sigillato la pratica, tanto che il leader democratico era stato accusato di aver tendenze suicide. Nel giro di poche settimane tutto è cambiato e la partita è tornata ad essere aperta, tanto che si tornano ad analizzare attentamente i sondaggi, mai così in voga come stavolta. La scelta di Veltroni, ha infatti innescato la reazione di Berlusconi che ha rinunciato alle previste alleanza per correre ad armi pari e vincere come partito e non come coalizione. Il cavaliere aveva follemente sperato di bruciare le tappe, aggregando nel suo nuovo partito chi, come Casini, si era da poco riappacificato o, chi, come Storace, si era da poco allontanato, ora rischia di perderli per sempre, anche se, nella nostra politica, non si può mai dire nulla (anzi, per quel che riguarda Storace, credo tornerà presto all’ovile). Tanto per cambiare, è stato lo show della confusione e delle contraddizioni. Un giorno Berlusconi parlava esplicitamente di simboli separati ma di adesione allo stesso gruppo parlamentare, il giorno dopo pretendeva la candidatura sotto lo stesso simbolo. Veltroni accusava Boselli di essere andato con tutti i partiti di centrosinistra, tranne che con il PD, ma nascondeva di avergli in sostanza proposto lo scioglimento del neonato partito socialista. Alla fine, Berlusconi ha rifiutato la vittoria regalatagli da Veltroni, il quale a sua volta, rifiutando le alleanze di un tempo, ha sciupato l’opportunità di un insperato ribaltamento di situazione. Dice di voler tagliare i ponti con le ideologie diverse dalla sua, e fa benissimo, ma non si accorge che le contraddizioni sono all’interno del suo partito e, ancor di più, all’interno della sua lista elettorale. Intanto, Casini, dopo essere stato per anni con Berlusconi e dopo essere stato ad un passo da una nuova alleanza con lui, si scaglia spudoratamente contro il leader del PDL (che faccia tosta!). Storace corre da solo, ma fa il tifo per PDL; Bertinotti vuol “battere le destre”, ma, calamitando su di lui il voto della sinistra, fa un immenso favore a Berlusconi. Una volta tanto, non tutti contro tutti, ma tutti a favore di tutti. Si gioca una specie di “tressette a perdere” dove ognuno cerca di disfarsi delle carte di valore per fare il minor numero di punti possibile. Mentre nel Tressette a perdere, però, alla fine vince chi ha fatto meno punti, nella sfida di queste elezioni vincerà alla fine chi ne avrà di più. In definitiva, tutti stanno giocando a perdere, ma tutti vorranno vincere: è questo il paradosso!

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