Che ora è...nel mondo?

martedì 26 gennaio 2010

Enigma finalmente risolto

L'enigma delle tre scatole, postato il 19 Dicembre u.s. è finalmete stato risolto (per fortuna che era facile) e se ce lo siamo per l'appunto tolto dalle scatole dobbiamo ringraziare Valeria...Questo nome non mi è nuovo...Ricordo che parecchi mesi fa, proprio una certa Valeria ne risolse un altro (che sia la stessa?).
Il numero minimo di tentativi necessari per stabilire il contenuto delle scatole (come potete leggere dal commento al post) è uno. Basta estrarre una pallina dalla scatola con l'etichetta Rosso-Verde. Se la pallina estratta è rossa, vuol dire che in quella scatola son tutte rosse (non possono essere rosse e verdi altrimenti l'indicazione sarebbe esatta), pertanto le altre due scatole conterranno una solo le verdi e l'altra rosse e verdi; precisamente quella con la scritta verdi conterrà rosse e verdi, quella con la scritta rosse conterrà le verdi, questo è l'unico modo infatti affinchè le etichette siano entrambe errate. Se invece dall'urna estrarrò una pallina verde vuol dire che in quella scatola sono tutte verdi. Con un ragionamento analogo al precedente potrò quindi stabilire che, quella con la scritta rosse conterrà rosse e verdi e quella con la scritta verdi conterrà le rosse.
Valeria, nella sua spiegazione, non so perchè, completa solo il primo caso e lascia incompleto il secondo, è però evidente che ha trovato la soluzione.... per cui...In virtù dei poteri a me conferiti la dichiaro : Vincitrice.

La seduta si è sciolta!

lunedì 25 gennaio 2010

La neve: spettacolo della natura


La natura ci regala spesso degli spettacoli, a volte piacevoli, altre volte...un po' meno...ma di certo non si può dire che manchi di fantasia. La neve, ad esempio, è un elegante precipitazione che da sempre suscita la gioia e lo stupore dei bambini, che spesso la usano per i loro giochi o l'attendono, come manna dal cielo, nei luoghi dove essa è rarissima.
La neve può avere varie forme ed essere di vario tipo, esistono inoltre dei fenomeni meteorologici che si avvicinano alla neve ma che non sono neve vera e propria. Eccovi una carrellata delle varie precipitazioni legate al gelo.
Neve: Questa precipitazione, tipica dell'inverno e dei luoghi freddi, si verifica quando il vapore acqueo, a causa delle temperture molto basse, anzichè trasformarsi in gocce d'acqua, si solidifica formando minuscoli cristalli di ghiaccio.
Tali cristalli hanno normalmente una base di forma esagonale, ossia suddivisibile in sei porzioni uguali fra di loro, la forma esatta differisce però da un cristallo all'altro, può ad esempio variare da un classico esagono chiuso ad una forma aperta di stella a sei punte.
Se la temperatura è molto inferiore agli zero gradi, i cristalli assumono di solito una forma allungata, quella cioè di un prisma a base esagonale, se invece è più vicina allo zero, assumono generalmente forma esagonale appiattita. Affinchè i cristalli di neve giungano inalterati sino al suolo è necessario che le temperature, in tutti gli strati, siano inferiori allo zero. Quando le temperature sono intorno allo zero, i cristalli tendono a sciogliersi e a riunirsi fra di loro, formando i classici fiocchi che danno luogo a delle eleganti nevicate. Se però la temperatura supera i +2°C, i fiocchi tendono a sciogliersi trasformandosi in pioggia. E' per questo che da un'abbondante nevicata, si può improvvisamente passare alla pioggia, il che rende le previsioni molto difficili. Occorre anche considerare l'umidità dell'aria, se quest'ultima è molto secca, i fiocchi possono continuare a cadere anche con diversi gradi sopra zero.
La neve appena caduta ha una consistenza polverosa, se successivamente la temperatura sale sopra zero essa si fa più pesante ed è adatta per fare i pupazzi di neve. Se la temperatura continua a salire, la neve sublima, si trasforma cioè direttamente in vapore, se invece torna a scendere sotto zero la neve si trasforma in ghiaccio. Successivi passaggi della temperatura, al di sopra e al di sotto dello zero, rendono la neve soffice e compatta: la più adatta a sciare.
Nevischio: Nel linguaggio comune, con il termine nevischio, si indicano tutte le precipitazioni collegate al gelo, distinte dalla neve vera e propria. I meteorologi, invece, definiscono nevischio la neve sottilissima che talvolta viene giù dagli strati (nubi basse) o dalla nebbia. Il nevischio è quindi la corrispondente gelata della pioviggine. Così come la neve, esso viene giù a temperature sotto zero o intorno allo zero.
Acqua neve: E' detta anche pioggia mista a neve e deriva dal parziale scioglimento della neve, che si verifica quando negli strati più bassi la temperatura è al di sopra dello zero. Può essere costituita da gocce in forma intermedia tra l'acqua e la neve, o da gocce di pioggia associate a fiocchi di neve. In quest'ultimo caso si vede la pioggia venire giù di botto e i fiocchi di neve che, essendo molto più leggeri, vengono giù lentamente.
Gragnola: E' costituita da palline di ghiaccio opache, più piccole rispetto alla grandine, le quali cadono a terra rumorosamente e possono rimbalzare e frantumarsi facilmente. La gragnola si forma in condizioni di tempo freddo e turbolento ed è generalmente associata alla pioggia. Essa si forma quando i fiocchi di neve, provenienti dalla sommità delle nubi (cumulonembi), incontrano gocce d'acqua sopraffuse (allo stato liquido nonostante la temperatura sotto zero), le quali ghiacciano attorno ai fiocchi stessi aumentanone la consistenza e conferendogli una forma arrotondata. La gragnola (o granucola) può venir giù anche a temperature nettamente superiori allo zero, in quanto, essendo pesante, cade rapidamente e non fa in tempo a sciogliersi. A differenza però della grandine, che può caratterizzare anche i temporali estivi, la gragnola compare solo nei periodi freddi.
Neve tonda: E' costituita da cristalli di ghiaccio di forma conica o sferica che si formano in seguito ad un processo del tutto simile a quello descritto per la gragnola, tanto che, in meteorologia, entrambe le precipitazioni sono indicate con la medesima sigla. La neve tonda presenta però una consistenza più soffice e schiumosa, più simile a quella della vera neve, e cade a terra senza far rumore. Il fatto che si formi la neve tonda piuttosto che la gragnola dipende dalla velocità con cui le gocce sopraffuse congelano attorno al nucleo di neve: se il congelamento è rapido si ha neve tonda che è meno densa, se il congelamento è lento si ha la gragnola che è più densa.
Altri tipi di neve tonda possono formarsi quando i cristalli di neve cadono giù senza aver completato il processo di formazione oppure quando i fiocchi di neve, a causa dell'aumento di temperatura, si sciolgono parzialmente e tendono ad arrotondarsi. Qualunque sia la sua origine, la neve tonda, per lo stesso motivo spiegato per la gragnola, può cadere anche con temperature di +6°C, ma generalmente si presenta con temperature attorno allo zero.
Pioggia congelantesi: A volte, nonostante la temperatura al suolo sia inferiore agli zero gradi, si hanno delle precipitazioni piovose anzichè nevose. Questo fenomeno è detto sopraffusione e si verifica quando la neve, incontrando uno strato atmosferico a temperatura più alta, si scioglie del tutto; avvicinandosi al suolo, la pioggia incontra nuovamente temperature inferiori allo zero ma non fa in tempo a ricongelarsi. Appena però viene a contatto con gli oggetti forma uno strato di ghiaccio detto vetrone. Questo fenomeno è chiamato gelicidio ed è alquanto raro, durante questa stagione si è però verificato, nel mese di dicembre, in diverse parti d'Italia.
Altre volte la pioggia cade con temperature leggermente superiori allo zero ma si congela venendo a contato con le superfici che hanno una temperatura di 0°C o sotto zero, in questo caso il ghiaccio che si forma è più sottile e crea meno problemi.
Grani di ghiaccio: Quando la neve si scioglie del tutto in seguito al fenomeno appena descritto, è molto difficile che torni a congelarsi, per cui viene giù sotto forma di pioggia. In certi casi però la fusione non è totale ma rimane un nucleo interno ghiacciato. Quando accade ciò, se a bassa quota la temperatutura è sotto zero, la pioggia può tornare a congelarsi è forma i cosiddetti grani o granuli di ghiaccio. Si tratta di scagliette di ghiaccio che, a differenza della neve e della grandine, non hanno nucleo e si presentano perfettamente trasparenti, cadendo a terra rimbalzano ma non si rompono. Essi vengono per lo più giù dai nembostrati e dagli altostrati. La comparsa dei grani di ghiaccio precede spesso l'arrivo di pioggia congelantesi e la conseguente formazione del vetrone.
Spero che questa carrelata sia stata chiara e interessante e che da oggi in poi possiate guardare le varie precipitazioni gelate con più attenzione e amare la neve quanto i fanciulli.

martedì 19 gennaio 2010

Piccolo trucco con i dadi

Lo sapevate che la somma di due facce opposte di un dado è sempre uguale a 7?
Come tutti sanno, il dado ha 6 facce; su di esse i numeri non sono posti a caso ma costituiscono tre coppie che danno come somma 7: al 6 si oppone l'1, al 5 si oppone il 2, al 4 si oppone il 3. Questo fatto è sfruttato per dei piccoli trucchi basati sull'aritmetica, io ve ne insegno uno che ho imparato da piccolo, semplice ma di buon effetto.
Porgete una coppia di dadi allo spettatore. Egli dovrà lanciarli normalmente e vedere che numero ha totalizzato; dovrà quindi prendere uno dei due dadi, a sua scelta, e voltarlo esattamente dal lato opposto, il numero che apparirà andrà sommato a quello ottenuto precedentemente; deve infine lanciare nuovamente il dado che ha appena capovolto e sommare anche quest'ultimo numero. Fatto questo dovrà lasciare i dadi nella posizione in cui si trovano. Tutto questo verrà fatto mentre voi sarete in un'altra stanza o avrete le spalle voltate. Alla fine vi basterà guardare la posizione finale dei due dadi per indovinare il punteggio complessivamente ottenuto.
Il trucco è semplicissimo: basta vedere il punteggio indicato dai dadi e aggiungere il fatidico 7. Se ad es. i dadi indicano 9, la somma complessiva sarà stata sicuramente 16.
Nell'augurarvi buon divertimento, vi ricordo che è ancora irrisolto l'indovinello delle tre scatole, pubblicato prima di Natale.
Ciao

mercoledì 13 gennaio 2010

Doverosa traduzione

Come promesso traduco il brano del calendario inserito nel post del 30 dicembre u.s.. Si tratta di un brano inserito nel mese di Novembre del calendario gallipolino "Cantu te caddhuzzu", nella rubrica "Li cunti te la vecchia" da me curata.
Il malladrone

La chiesa di S. Francesco d'Assisi è fra le più belle e antiche chiese del centro storico (di Gallipoli), eppure di tanta arte, ciò che colpisce maggiormente è il cappellone che incontri entrando a destra, dove è rappresentato il Calvario. In passato al centro vi era Gesù crocifisso e ai due lati i ladroni: il buono e il cattivo, com'è scritto nel Vangelo. Attualmente, appesi alle croci, vi sono solo i due ladroni; il buono non lo considera nessuno, ma il cattivo sembra tanto reale che non riesci a staccargli di dosso, t'impressiona eppure lo guardi: pare quasi un incantesimo. Di sicuro saprete anche che il Malladrone si lacera continuamente le vesti (si dice con i denti) e ogni tanto devono ricucirgliele. Ora vogliamo raccontarvi un'altra storia, che non tutti conoscono.
Tanti anni addietro, quando arrivava il Venerdì Santo, la gente malediva il Malladrone e ad un certo punto della funzione religiosa, intingevano una spugna nell'acqua e aceto e con una canna gliela avvicinavano alle labbra, come fecero i giudei con Gesù Cristo. Era una sorta di dispetto, di vendetta, perchè lui non si era pentito neppure in punto di morte e anzi insultò Nostro Signore. Poi questa cosa non si è usata più, evidentemente anche noi ci siamo stancati davanti a un individuo tanto cocciuto che non s'arrende mai, di fronte al suo sorriso di scherno che sembra che ti compatisca e che ti dica così: "Povero tu che sei così buono e ti fai mettere i piedi addosso da tutti!".
Il Malladrone è sempre lì e ogni volta che entriamo ci ricorda che il male non muore mai e dobbiamo sempre combatterlo.
La traduzione termina qui. Aggiungo che Gabriele d'Annunzio, venendo a Gallipoli, rimase molto impressionato alla vista della statua del Malladrone, tanto che lo citò in un suo scritto, definendolo "l'orrenda bellezza". Aggiungo anche, a chiarimento di quanto scritto, che le vesti del Malladrone si logorano rapidamente e devono spesso essere sostituite, da cui deriva la leggenda secondo cui se le straccia con i denti. Tale questione era stata da me trattata in un precedente calendario, è per questo che nell'attuale rubrica vi ho solo accennato.

mercoledì 6 gennaio 2010

Chi è la Befana?

Scusate se scrivo questo post un po' in ritardo ma ho avuto problemi di connessione ad Internet.
Tutti sanno che la Befana è la brutta ma simpatica vecchietta che la notte fra il 5 e il 6 gennaio vola a cavallo di una scopa con un sacco in spalle; entra nelle case dove abitano bambini e porta dolci ai bimbi buoni e cenere e carboni a quelli cattivi. Ogni bimbo, la sera prima, appende la calza vicino al camino sperando di trovarla piena di leccornie.
Ma chi è con esattezza la Befana e da dove viene questa tradizione?
L'identità della Befana è quella di una donna nubile, molto anziana, il cui nome deriva indubbiamente da Epifania che a sua volta significa manifestazione (di gesù a tutte le genti). Ella è strettamente imparentata con le streghe con le quali condivide alcuni poteri straordinari che le permettono di compiere cose impossibili ai comuni mortali, ma, a differenza di queste ultime, è generalmente considerata buona e generosa, specie con i bambini.
L'origine della Befana sembra essere molto antica e, secondo taluni, andrebbe ricercata nella festa romana di inizio anno in onore del dio Giano, durante la quale venivano scambiati dei regali: le strenne. L'origine sarebbe quindi la stessa che ha portato alla tradizione dei regali di Natale e che ha dato origine ad altri personaggi come ad es. Santa Claus.
Secondo altri l'origine va ricercata nei riti pagani agrari che si svolgevano fra il 25 dicembre e il 6 gennaio con i quali si poneva fine all'anno vecchio e s'inaugurava la nuova stagione. La Befana simboleggerebbe in questo caso l'anno vecchio e per questo verrebbe rappresentata brutta e decrepita. Tale teoria è avvolorata dal fatto che, sin dall'antichità si usava bruciare dei fantocci che rappresentavano l'anno vecchio. Questa tradizione sopravvive in talune località del mondo, compresa l'Italia, è ad es. presente nella mia città, dove, fra l'altro, oltre al fantoccio che rappresenta l'anno vecchio, ne esiste un altro che viene appeso durante la Quaresima, che prende il nome di Caremma. Si tratta di una vecchia vestita di nero, brutta come la Befana, che viene bruciata a Pasqua.
La Befana sembra infine imparentata con la dea Diana, adorata dai romani, i quali le attribuivano grande importanza per la fertilità e l'abbondanza del raccolto e immaginvano che a cavallo fra il vecchio e il nuovo anno, ella solcasse i cieli garantendo prosperità.
Tale mito sopravviveva ancora nel medioevo, nonostante la diffusione del cristianesimo; si riteneva che durante le 12 notti comprese fra Natale e l'Epifania ella solcasse i cieli insieme ad altre figure femminili, assicurando ai contadini il buon raccolto per l'anno seguente. Ben presto però giunse la condanna della chiesa che trasformò Diana e le altre donne venerate in creature demoniache, dichiarandole "figlie di Satana". Sorse così la credenza che, nel periodo a cavallo fra un anno e l'altro, il cielo è solcato dalle streghe. In Germania sorsero le figure mitologiche Holda e Berchta, che simboleggiano la natura invernale. Sono gentili e benevole, assicurano la fertilità e proteggono le filatrici, ma sono spietate con chi fa del male.
Valicate le Alpi, le streghe benevole hanno così dato vita alla Befana, anch'ella buona, generosa e con un pizzico di cattiveria.
Ultimamente la Befana è stata però soppiantata da un altro personaggio leggendario: Babbo Natale, attualmente è lui che porta i regali alla maggior parte dei bimbi italiani. La Befana però non demorde e continua a sopravvivere nella fantasia e nelle tradizioni popolari di molte città (da noi proprio questo pomeriggio c'è stata un'importante manifestazione), pronta a tornare all'attacco e a riconquistare il primato.
Ci riuscirà? Staremo a vedere:
chi vivrà vedrà!