Che ora è...nel mondo?

mercoledì 13 gennaio 2010

Doverosa traduzione

Come promesso traduco il brano del calendario inserito nel post del 30 dicembre u.s.. Si tratta di un brano inserito nel mese di Novembre del calendario gallipolino "Cantu te caddhuzzu", nella rubrica "Li cunti te la vecchia" da me curata.
Il malladrone

La chiesa di S. Francesco d'Assisi è fra le più belle e antiche chiese del centro storico (di Gallipoli), eppure di tanta arte, ciò che colpisce maggiormente è il cappellone che incontri entrando a destra, dove è rappresentato il Calvario. In passato al centro vi era Gesù crocifisso e ai due lati i ladroni: il buono e il cattivo, com'è scritto nel Vangelo. Attualmente, appesi alle croci, vi sono solo i due ladroni; il buono non lo considera nessuno, ma il cattivo sembra tanto reale che non riesci a staccargli di dosso, t'impressiona eppure lo guardi: pare quasi un incantesimo. Di sicuro saprete anche che il Malladrone si lacera continuamente le vesti (si dice con i denti) e ogni tanto devono ricucirgliele. Ora vogliamo raccontarvi un'altra storia, che non tutti conoscono.
Tanti anni addietro, quando arrivava il Venerdì Santo, la gente malediva il Malladrone e ad un certo punto della funzione religiosa, intingevano una spugna nell'acqua e aceto e con una canna gliela avvicinavano alle labbra, come fecero i giudei con Gesù Cristo. Era una sorta di dispetto, di vendetta, perchè lui non si era pentito neppure in punto di morte e anzi insultò Nostro Signore. Poi questa cosa non si è usata più, evidentemente anche noi ci siamo stancati davanti a un individuo tanto cocciuto che non s'arrende mai, di fronte al suo sorriso di scherno che sembra che ti compatisca e che ti dica così: "Povero tu che sei così buono e ti fai mettere i piedi addosso da tutti!".
Il Malladrone è sempre lì e ogni volta che entriamo ci ricorda che il male non muore mai e dobbiamo sempre combatterlo.
La traduzione termina qui. Aggiungo che Gabriele d'Annunzio, venendo a Gallipoli, rimase molto impressionato alla vista della statua del Malladrone, tanto che lo citò in un suo scritto, definendolo "l'orrenda bellezza". Aggiungo anche, a chiarimento di quanto scritto, che le vesti del Malladrone si logorano rapidamente e devono spesso essere sostituite, da cui deriva la leggenda secondo cui se le straccia con i denti. Tale questione era stata da me trattata in un precedente calendario, è per questo che nell'attuale rubrica vi ho solo accennato.

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