Che ora è...nel mondo?

martedì 20 maggio 2008

Una Caremma a "scoppio" ritardato

Formucca, assidua lettrice del nostro blog, mi ha posto una domanda riguardante una tradizione popolare gallipolina: la Caremma (in realtà, prima di leggerlo, pensavo si trattasse di un commento di qualche tifoso).

La Caremma è un fantoccio di cartapesta che si usa appendere in molte strade di Gallipoli (specie al centro storico) all’inizio della Quaresima. Si tratta di una vecchia decrepita, vestita di nero, brutta in viso, che tipicamente regge in mano fuso e conocchia. Ad essa viene appesa un’arancia (che simboleggia il mondo), alla quale vengono fissate 7 penne di gallina; secondo quanto recita l’antica tradizione: “le sette penne più belle della gallina consumata durante il pranzo di Natale”. Si tratta di una sorta di calendario che indica quanto manca all’arrivo della Pasqua. Ogni Domenica viene tolta una penna: le prime 5 penne corrispondono alle cinque domeniche di Quaresima, la sesta alla Domenica delle Palme, l’ultima a Pasqua; a quel punto la Caremma, alla quale era stata collegata una batteria di petardi, viene fatta esplodere. Ciò avveniva in passato a mezzogiorno del Sabato Santo, momento in cui, fino alla riforma di Pio XII, veniva festeggiata la Resurrezione di Cristo. Di recente, si è parlato di questa tradizione nella nota trasmissione di RAI 1 “Effetto Sabato”, nel corso del collegamento con Gallipoli. Sull’etimologia del nome Caremma non ci sono dubbi: esso deriva da Quaresima; l’accostamento è più evidente se si considera il termine “Carême”, con il quale i francesi indicano il periodo che precede la Pasqua. La domanda di Formucca è però un’altra.

Ella mi chiede conferma di quanto ha letto per caso su Wikipedia, se cioè la Caremma è in realtà la mamma di Titoru. Quest’ultimo, per chi non lo sapesse, è la maschera tradizionale gallipolina. Titoru era un soldato, figlio di un’anziana signora. Tornato, incolume dalla guerra, proprio il Martedì Grasso, mentre è a tavola ad abbuffarsi, muore soffocato da una polpetta andatagli di traverso. Egli è il simbolo dell’ingordigia, della sregolatezza e degli eccessi dell’uomo; la sua morte indica la fine del Carnevale e l’inizio del raccoglimento quaresimale. La questione posta da Formucca è stata affrontata nel calendario in vernacolo della Comunità del canneto “Cantu te caddhuzzu” del 2000, in una rubrica di usi e costumi da me personalmente curata (da esso è tratta la foto in alto). Vi riporto testualmente quanto scritto in proposito:

… Perciò trasuta ca ave la Cariggesima, lu mercutia te le Cenneri, ppe’ le strate se ‘ppende la Caremma. Tanti pensene ca ete la mamma te lu Titoru; addhi ca ete una te le tre Parche creche parcè tene a manu lu fusu e la cunocchia; ppe’ addhi ‘ncora addhu nu’ ete ca ‘na vecchia ca chiange e triula la morte te Gesù Cristu.

Traduco: Perciò, una volta giunta la Quaresima, il Mercoledì delle Ceneri per le vie della città si appende la Caremma. Taluni pensano che sia la mamma di Titoru; altri che sia una delle tre parche greche, in quanto regge in mano il fuso e la conocchia; per altri ancora è semplicemente una vecchia che piange la morte di Gesù Cristo e per lui porta il lutto.

Sono dunque tre le ipotesi formulate sull’identità della Caremma; di esse, specie attualmente, la più accreditata è proprio la prima, secondo cui la Caremma sarebbe la madre della popolare maschera. Personalmente non mi sento però di escludere che l’accostamento fra la Caremma e l’anziana madre di Titoru sia avvenuto solo successivamente, allo scopo di arricchire la leggenda del Carnevale. La Caremma, di per sé, ha già un’identità: essa rappresenta la Quaresima. E’ brutta e vestita di nero per simboleggiare la penitenza e la tristezza che il periodo comporta, nonché il dolore per il sacrificio di Cristo. Per questo viene fatta scoppiare a Pasqua, quando alla sofferenza fa seguito l’esplosione di giubilo.

Chi ci tiene alle nostre tradizioni o più in generale vuole a ampliare la sua conoscenza degli usi e costumi dei vari luoghi, non si faccia mancare nella propria casa il nostro calendario, il quale arriva già in molte zone d’Italia e persino all’estero. Guarda caso proprio questa sera ci sarà la riunione per la preparazione del calendario 2009 e si sta progettando d’inviarlo per corrispondenza onde venire incontro alle tante richieste.

Ringrazio Formucca per la sua domanda e mi auguro che me ne pervengano altre: nell’ambito delle mie possibilità, sarò ben lieto di rispondere a tutti. Ora, per di più, arriva l’estate e spero che Gallipoli sia una delle vostre mete. A tal proposito, in un mio post di poco tempo fa vi ho consigliato uno splendido appartamento (Formucca lo conosce molto bene, avendovi personalmente alloggiato). Appuntamento dunque, per quest’estate, a Gallipoli, con le sue tradizioni, il suo mare, il suo centro storico…..la Comunità del Canneto …..e il suo calendario “Cantu te Caddhuzzu”.

1 commento:

Formucca ha detto...

grazie mille!!! lo sapevo che sarebbe stato l'unico a cui rivolgersi...