Che ora è...nel mondo?

mercoledì 7 febbraio 2007

Ed ora traduco

Come promesso pubblico la traduzione dell'episodio, tratto dal calendario in vernacolo, che vi ho narrato pochi gioni fa.
La notte degli spettri
Era notte; una signora tornava a casa sfinita, dopo una giornata di lavoro al forno. La strada era deserta e siccome faceva freddo si coprì con il suo lungo scialle nero. Quella stessa notte una sua vicina di casa, che abitava presso un edificio noto ai gallipolini come “Ampalea”, non riusciva ad addormentarsi perché attendeva con ansia il rientro a casa di uno dei suoi figli. Ad un certo punto si alzò dal letto, si coprì con un lenzuolo e si recò all’angolo dell’isolato, di fronte a “villa Carducci”, sperando di scorgere il figlio. Non appena si affacciò sul ciglio della strada vide un’ombra nera giungere dalla destra e, presa dallo spavento, se ne tornò di corsa a casa. Intanto l’ombra nera (che altri non era che la sua vicina di casa) vide una cosa bianca apparire e poi scomparire dietro l’angolo e pensò che si trattasse di uno spettro; tanto fu lo spavento che se ne tornò indietro tutta tremante e trascorse l’intera notte al panificio. Ma dovete sapere che le due erano intime amiche ed il giorno seguente la fornaia andò a fare visita all’altra. “Ho trascorso una nottataccia!” - le disse. “Anch’io!” - rispose l’altra. Così si raccontarono l’accaduto a vicenda ed emerse la verità. “Così eri tu quella vestita di nero!” – disse una . “Allora eri tu quella vestita di bianco!” – rispose l’altra. Fu così che dopo una nottata passata in subbuglio, tutto finì con una sonora risata.

Nessun commento: