Il ciclo s'interrompe quando alcuni dissidenti abbandonano la società e danno vita all'Inter. Nell'ultimo dopoguerra il Milan torna prepotentemente alla ribalta schierando uno squadrone, comprendente nomi come Buffon, Maldini, Annovazzi, e davanti il micidiale trio svedese Gre-No-li (Green, Nordahl, Lidholm). In questi anni il Milan conquista tre scudetti ed altri importanti piazzamenti. Giungiamo così al Milan di Nereo Rocco e del ragazzo d'oro (Gianni Rivera). Nel 1963 il Milan conquista la sua prima coppa dei campioni, battendo in finale il Benfica per 2-1 (doppietta di Altafini e gol di Eusebio). Dopo altri bei piazzamenti, nel 1968, torna ad essere campione d'Italia e l'anno dopo giunge a disputare la finale di coppa dei campioni contro l'Aiax dell'emergente Cruijff. E' stato questo il mio primo incontro che ho atteso con ansia. Avevo allora solo 8 anni e conoscevo il nome Aiax solo per averlo sentito durante i Caroselli, nella publicità dell'omonimo detersivo. Seguii l'incontro a letto e mi addormentai sul 2-1 a favore del Milan. Il mattino seguente mi svegliai con la bella notizia che il Milan si era aggiudicato la coppa vincendo 4-1 (tripletta di Prati, gol di Sormani,Vasovic su rig.). Incominciò così la mia passione per il Milan, rimasta poi per sempre la mia squadra del cuore, insieme a quella della mia città. Era il Milan del portiere Cudicini (famoso per le uscite di pugno), Trapattoni, Rosato, e Prati (oltre al citato Rivera). Nel 1969, Gianni Rivera è il primo italiano a ricevere il pallone d'oro e, nel 1970, il Milan vince la sua prima coppa intercontinentale battendo gli argentini dell'Estudiantes (Milan vincente 3-0 a San Siro; sconfitto 2-1 a Buenos Aires).
Nel 1973 i rossoneri possono alzare al cielo la loro seconda coppa delle coppe, mentre già incombe l'impegno dell'ultima di campionato dove il Milan, capolista, ha la possibilità di conquistare il suo decimo scudetto. Al Bentegodi, però, la fatica si fa sentire, ed un Verona gia salvo liquida il Milan 5-3 e consegna l'ennesimo scudetto alla Juve. Per avere la stella sulla maglia, i rossoneri devono attendere il 1979, quando, sotto la guida di Nils Lidholm, possono dedicare a Nereo Rocco, da poco scomparso, la vittoria del loro decimo scudetto. Dopo quest'ennesima vittoria, Rivera abbandona il calcio, ma, intanto, emergono Tassotti, Collovati e soprattutto Franco Baresi. La prima metà degli anni 80 è da dimenticare! A dar via alla crisi è la retrocessione in B (per illeciti sportivi) nel 1980; il Milan risale prontamente, ma quello stesso anno retrocede nuovamente (stavolta sul campo): è un postumo della precedente sbandata! Ancora una volta risale immediatamente. Il nuovo ciclo si apre quando la presidenza passa nelle mani del famoso imprenditore Silvio Berlusconi che decide subito di rafforzare la squadra affiancando a Hateley (Attila) e Wilkins, altri campioni come Massaro e Donadoni; ma bisogna attendere l'arrivo di Arrigo Sacchi per festeggiare nel 1988 un nuovo scudetto. Nel Milan si compone un nuovo trio, stavolta olandese: Gullit, Van Basten, Rijkaard. Ricordo ancora le lacrime di Wilkins, quando per fare posto ai nuovi entrati, dovette abbandonare la squadra, proprio quando si profilava un periodo d'oro. Negli anni seguenti il Milan diviene talmente forte da ridurre a una nullità qualunque squadra affronti, tanto da sentirsi dire dagli invidiosi: "Avete vinto perchè avete giocato con una squadra di morti!" E magari si trattava del Real Madrid! Nel 1989 il Milan vince la sua terza coppa dei campioni travolgendo in finale lo Steaua di Bucarest (4-0 con doppiette di Gullit e Van Basten).
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