Che ora è...nel mondo?
martedì 31 agosto 2010
Paperinik vi legge il pensiero
lunedì 30 agosto 2010
Una zeppa...zeppa di vincitori
domenica 29 agosto 2010
Passo comprende ma rinuncia
sabato 28 agosto 2010
Solo un aiutino...Non vuole mica la Luna...
domenica 22 agosto 2010
Indovina la zeppa
martedì 17 agosto 2010
Varietà estivo
Più bugiardo del diavolo...
Opposte motivazioni...
Avance stroppo vistose...
La storia di sempre...Pillole di saggezza
Quando il probabile diventa impossibile, l'imposibile diventa possibile (la ascoltai in una telenovela).
Se avessi, se potessi, se volessi, erano tre fessi (è scritto su certe targhette).
Fai quello che non hai voglia di fare e farai sempre la cosa giusta.
La vera saggezza consiste nel non pentirsi mai di nulla.
A proposito di saggezza...pubblico la canzone "cara droga" di Franco simone (1979) come vi avevo promesso giorni fa.
Alla prossima...
sabato 14 agosto 2010
Storia e origini del Ferragosto
giovedì 12 agosto 2010
Un omaggio a Franco e ad Antonia...e a tutti gli innamorati
Antonia, una nostra lettrice e amica, ha detto di aver gradito la canzone "Notte di S. Lorenzo" da me pubblicata due giorni fa, in occssione, appunto della festa di San Lorenzo. Si tratta di un successo di Franco Simone del 1983. Il cantautore salentino, negli anni settanta e ottanta andava forte, scrisse anche un'interessante canzone contro la droga; in un post successivo ve la proporrò. Ora spero di fare cosa gradita pubblicando uno dei suoi più grandi successi "Tu e così sia" del 1976, che sicuramente conoscerete. E' una romantica e suggestiva canzone d'amore.
A presto
martedì 10 agosto 2010
Breve biografia di S. Lorenzo
Nonostante la grande popolarità, le notizie biografiche certe non sono molte. S. Lorenzo nacque a Osca, in Aragona (Spagna), situata alle falde dei Pirenei. Completò gli studi letterali e teologici a Saragozza, in un famoso centro di studi. Ebbe come maestro il futuro papa Sisto e fra i due incominciò una stretta collaborazione che sarebbe praticamente continuata per l'intera breve esistenza del Santo. Ben presto entrambi si trasferirono a Roma dove continuarono la loro opera di evangelizzazione. Il 30 agosto 257 d. C., Sisto fu eletto vescovo di Roma e affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono, cioè di responsabile delle attività umanitarie che si svolgevano nella diocesi, rivolte principalmente ai poveri e alle vedove. La sua attività di presbitero durò poco, in quanto a soli 33 anni fu condanato a morte in applicazione dell'editto emanato proprio quattro giorni prima dal'imperatore valeriano, che ordinava espressamente l'uccisione di tutti i sacerdoti, diaconi e vescovi. Era il 6 agosto 258 d.C. Secondo la tradizione S. Lorenzo fu giustiziato facendolo ardere su di una graticola, ma esistono seri dubbi circa la veridicità storica di questo particolare, non vi è invece alcun dubbio circa l'effettiva esistenza del santo e circa la data e la ragione della sua condanna a morte. Si narra anche che il suo sangue fu raccolto da un soldato romano che lo trasportò ad Amaseno (FR) dove tuttora è custodito , ogni anno, il 10 agosto, si assiste al miracolo della liquefazione del sangue (come quello di S. Gennaro).
Ancora Cesare...
lunedì 9 agosto 2010
Una doverosa traduzione
Compatrona di Gallipoli
La devozione per Santa Cristina incominciò dubito a crescere e a diffondersi ovunque. I documenti storici non sono molti, ma il ricordo della Santa si è tramandato da una generazione all'altra e non si mai perduto. Ella divenne popolare anche nella nostra cittadina, tanto che le fu eretta una chiesetta nelle vicinanze della chiesa del Canneto. Per tradizione, il giorno di S. Cristina, in segno di rispetto, non si doveva andare a mare a fare il bagno, si diceva che portasse la "steddha" (questo termine, che letteralmente significa stella, deriva forse da cattiva stella). La paura della "steddha" si accrebbe, quando il 24 luglio del 1807, un ragazzo di undici anni, figlio di Carlo Ricci e Lucia Indelli, morì annegato in mare.
Parecchi anni dopo, a Gallipoli, vi fu una forte epidemia di colera la quale cessò solo con l'intercessione di S. Cristina. Da allora, S. Cristina divenne compatrona di Gallipoli, andandosi ad aggiungere a S. Sebastiano e a S. Agata, e ogni anno, a iniziare dal 1867, viene onorata con una grande festa. S. Cristina ricorre il 24 luglio ma a Gallipoli è stata sempre festeggiata per due o tre giorni di fila (23,24,25); un anno venne addirittura festeggiata per cinque giorni, tanto che fu pubblicato l'articolo nei quotidiani nazionali. In quell'occasione le luminarie si estendono per tutto corso Roma e c'è il palco per i bandisti. Un tempo c'era molto sport: gare di nuoto, gare di barche, tiro alla fune, cuccagna a mare, cuccagna a terra...Poi è diventata soprattutto una fiera, dove puoi trovare un po' di tutto. Una tradizione che ancora sopravvive è è quella della cuccagna a mare, che si svolge nel porto grande o nel seno del Canneto. Sulle bancarelle non può mai mancare la "scapece" (piatto a base di pesciolini, pangrattato e zafferano), che una volta era un piatto dei poveri, ora, invece, è molto ricercato. La festa si conclude sempre con i fuochi.
Alcuni anni si sparge la voce che il comune è in deficit e la festa non ci sarà, ma poi c'è sempre qualcuno che si fa avanti e la festa si fa ugualmente. Tutte le feste possono saltare ma s. Cristina mai!
L'articolo mette in risalto la differenza fra la festa di un tempo e quella attuale (così come la ricordo anch'io) e come essa si sia evoluta probabilmente in negativo. Inoltre, come ho scritto quando ho pubblicato la versione dialettale, a partire dallo scorso anno la festa si è ulteriormente trasformata in peggio, in parte per motivi economici ma soprattutto per l'infelice idea di far svolgere la fiera in una zona periferica della città, separata e lontana dalle luminarie, per cui, passeggiando nel mezzo della festa, s'incontrano solo bancarelle con panini caldi, dolciumi e giocattoli. Per di più gran parte del percorso è del tutto privo di bancarelle. Si è creduto probabilmente di evitare in queso modo il sovraffollamento e favorire la passeggiata, ma il risultato è che non si avverte più l'atmosfera festosa di una volta. I pareri sono stati nella maggior parte negativi, il mio è categorico: "Hanno distrutto la festa, a me quest'anno non è sembrato neppure che ci sia stata!". La mia festa di S. Cristina è quella con la calca di gente, i vari articoli nuovi e bizzarri da osservare e da comprare, le urla dei mercanti, le bancarelle delle scarpe e dei piatti alternate alle noccioline e allo zucchero filato, i vari ciarlatani che cercano di turlipinare la gente con i loro giochi o distribuendo pacchi gratuiti.
Io spero che la festa torni presto all'antico splendore, prima che che la gente si abitui (come fa in tutte le cose) a questa nuova forma, scarna e priva di fervore. Se ciò accadrà ci sarò sempre io a ricordare la grande festa di una volta...Potete giurarci!