Che ora è...nel mondo?

lunedì 26 gennaio 2009

In Puglia splende il sole: niente illusioni!

Nel salento e più in generale nella Puglia e in molte altre zone d'Italia, oggi splende il sole. Da noi (a Gallipoli) il cielo è finalmente tornato sereno e la temperatura è mite. La mia esperienza, però, (indipendentemente dalle previsioni ufficiali) mi porta a non fidarmi.
Nei giorni passati il barometro si è abbassato fino 990 hPa; a tale valore non può non essere collegata una perturbazione, la quale dovrebbe presto attraversare le nostre regioni. L'aumento della temperatura, il ritorno dello scirocco e dell'umidità, confermano questa situazione. Nei prossimi giorni, dunque, prevedo, anche per noi, pioggia, vento e freddo; altre nevicate al nord.
Ne approfitto per ricordarvi che è ancora irrisolto l'ultimo indovinello.
Ciao, a presto.

domenica 25 gennaio 2009

Il falso accrescitivo...e le false apparenze


Salve amici, in quest'ultimo periodo ci siamo sentiti un po' poco, ma ora si riparte!
Visto che l'ultimo enigma è stato risolto in modo fulmineo da Manè, ve ne propongo un altro. Ancora una volta è il gioco del falso accrescitivo, che sembra sia piaciuto. Per la spiegazione, rimando agli ultimi due post. Anche in questo caso si tratta di un indovinello ideato da me, ma stavolta dovrebbe essere più difficile.....Un attimo...guardavo se Manè è da qualche parte a spiarmi..
Lo strano minatore
Nascosto sotto terra
custodisce il tesoro
e ha bisogno di sole
per compiere il lavoro.
Prima di salutarvi vi faccio osservare quest' immagine: quale segmento è più lungo, a o b (mi riferisco ovviamente al segmento interno)? Come dite? A? Siete sicuri? Ma proprio sicuri, sicuri? Guardate bene. Dite ancora A?
Sbagliato, i due segmenti sono uguali! (Anzi è leggermente più lungo B). Se non credete provate a misurarli.
Con questo esperimento d'illusione ottica, introduco l'argomento che tratterò in uno dei prossimi post. E' giusto fidarsi delle apparenze? E' vero che l'abito non fa il monaco? Oggi tutti ciattano, ma chi c'è dall'altra parte: un angelo o un demonio? Analizzeremo la questione!

venerdì 16 gennaio 2009

Botta e risposta: bravissimo Manè

La risposta al quiz è giunta immediata; ho guardato di sfuggita l'orario in cui è stata postata e mi è sembrato quasi che sia giunta prima della domanda. Manè era forse nascosto in qualche angolo della mia stanza?...Eppure era da parecchio che non proponevo nuovi indovinelli!
La risposta come si legge nel commento è: sale e salone. Esendo un nuovo gioco mi sembra opportuno spiegare il perchè. Sale si riferisce alle prime due righe: esistono infatti i sali da bagno e il sale da cucina. Salone è la soluzione delle ultime due: nel salone si organizzano generalmente le feste. Inoltre salone è il falso accescitivo di sale.
Benissimo per Manè, malissimo per me: evidentemente era troppo facile!... A pensarci bene però, anch'io a volte, nei giochi di enigmistica, indovino subito, eppure sono compilati da esperti. Quindi bene così.
Alla prossima

giovedì 15 gennaio 2009

Sperimentiamo nuovi enigmi

E così l'indovinello dialettale non è stato risolto da nessuno...La soluzione l'ho dovuta fornire io pochi giorni fa. Evidentemente siete stati troppo maliziosi, come ammette Monica nel suo commento al post precedente. Per la cronaca, si trattava di un indovinello che ho ascoltato nientemeno che quando avevo 11 anni, durante una cena in casa di parenti. Ricordo che tutti ridevano ma nessuno diceva nulla; quando la soluzione fu svelata da colui che l'aveva proposto, il commento fu simile a quello di Monica. Ora che ella conosce la soluzione, visto che lo ha anche tradotto nel suo dialetto, potrà proporlo dalle sue parti ricordandosi di dire che è un indovinello salentino e precisamente gallipolino, così farà anche pubblicità alla mia città.
Durante quella serata ne fu proposto anche un altro, anch'esso altrettanto vivo nella mia memoria, ma per ora lasciamo stare.
Vi propongo oggi il gioco del Falso accrescitivo, uno dei classici dell'enigmistica. Per chi non lo conoscesse spiego di che si tratta. Viene dato un indovinello, spesso in rima, avente un titolo di fantasia che si riferisce al suo significato apparente. In realtà sono due indovinelli in uno, nel senso che la prima parte dell'indovinello (i primi versi) ha una determinatra soluzione, mentre la seconda parte (i versi successivi) ne ha un'altra completamente diversa. Le due soluzioni sono però legate insieme dal fatto che, la seconda soluzione è il falso accrescitivo della prima (ad es. potrebbero essere mela e melone), per cui conoscendo la prima si arriva facilmente alla seconda e viceversa.
Come uso fare quando si tratta di giochi di tipo enigmistico, ve ne propongo uno ideato direttamente da me. Perdonatemi se lo stile o il grado di difficoltà non sarà quello della "Settimana enigmistica" o di altri giornali specializzati.
L'indovinello è il seguente:
Un utensile tutto fare
In bagno e in cucina
lo puoi usare,
e se ce l'hai
una festa puoi ospitare.
Buon Divertimento

domenica 11 gennaio 2009

Un indovinello irrisolto

C'è un indovinello, precisamente quello del 26 Novembre scorso che nessuno è riuuscito a risolvere. Si tratta per intenderci dell'indovinello in dialetto gallipolino, quello di fronte al quale tutti ridono ma nessuno risponde. Prima di assegnarvene un altro ho deciso di darvi la soluzione. E' la seconda volta, da quando curo questo blog, che mi vedo costretto a far così. Siccome l'indovinello è ormai nell'archivio dei post più vecchi, per vostra comodità lo ripeto.
Ventre cu ventre,
la manu 'nculu sempre.
Intra la spaccazza tua
mintu nu picca te carne mia.
Traduco:
Ventre con ventre,
la mano sul culo sempre.
Nella fessura tua
metto un po' di carne mia.
La soluzione è "Lu piccimmu ca 'llatta", ossia "Il bambino che allatta". Ed eccovi la spiegazione, che, per essre compreso da tutti, darò direttamente in italiano.
Quando il bambino allatta, la pancia del bambino è rivolta contro quella della madre, la quale lo sorregge tenendogli la mano sul sedere. Nella fessura tua (la bocca del bambino), ci metto un po' di carne mia (la mammella della mamma). Tutto chiaro?
Fra qualche giorno pubblicherò un nuovo indovinello.

sabato 3 gennaio 2009

Un po' di storia del calendario

Il nostro blog, che segue gli eventi e i periodi dell'anno, si occupa oggi del calendario, come promesso alcuni giorni fa. Vediamo di percorrere brevemente la sua storia.

Quella di misurare il tempo è un'esigenza antica. Sin dall'antichità l'uomo ha notato il ripetersi ciclico degli eventi naturali, a incominciare dal regolare moto degli astri: luna, sole e stelle. L'astrologia, da cui è deivata l'astronomia, è infatti una scienza molto antica. I primi calendari erano calendari lunari, basati cioè sul moto di rivoluzione del nostro satellite intorno alla terra, oppure luni-solari, come quello ebraico, il quale pu basandosi essenzialmente sul mvimento della luna, prendeva anche in considerazione il moto apparente del sole. Tali calendari, pur scandendo il ritmo del tempo, non mettevano in risalto l'alternarsi delle stagioni. Quest'utime dipendono, infatti, dal movimento di rivoluzione della terra intorno al sole, combinato con l'inclinazione dell'asse terrestre. Alle diverse posizioni che assume la terra lungo l'eclittica (orbita intorno al sole), corrispondono inclinazioni diverse dei raggi solari e quini diverse stagioni dell'anno. Affinchè uno stesso giorno dell'anno cada sempre nella medesina stagione è quindi necessario che venga a corrispondere sempre alla stessa posizione della terra sull'eclittica. Ciò può accadere solamente se la durata di un anno civile è esattamente uguale all'anno solare, cioè al tempo che impiega la terra a tornare in una stessa posizione rispetto al sole. Tale durata è di 365,2422 gioni, cioè 365 giorni, 23 h, 48 primi e 46 secondi.

Per tale ragione i calendari lunari sono stati sostituiti, nel corso dei secoli, da quelli solari. Solo pochi popoli per motivi di tradizione o di religione continuano a utilizzare calendari del primo tipo.
Il primo calendario solare risale ai tempi dei romani ed è detto calendario di Numa, in quanto viene collegato al regno di Numa Pompilio, II re di Roma. L'anno era di 355 giorni; ogni 2 anni veniva però aggiunto un mese di 22 giorni, per cui ogni anno durava mediamente 366 giorni, circa 18 ore in più rispetto all'anno solare. A causa di questo fatto l'anno civile accumulava sempre più ritardo rispetto alla posizione della terra e, ai tempi di Giulio Cesare, le stagioni erano ormai completamente stravolte. Per mettere a posto le cose, Cesare si rivolse a uno dei più illustri astronomi del tempo, il quale gli consigliò di rendere la durata dell'anno civile, il più possibile vicina a quella dell'anno solare. Per fare ciò si decise di alternare 3 anni di 365 giorni e uno di 366 giorni. Il giorno in più che veniva aggiunto cadeva fra il 23 e il 24 Febbraio e veniva chiamato bis-sexto (in quanto veniva dopo il 23 Febbraio detto Sexto Kalendas martii), da cui il termine anno bisestile. In tal modo ogni anno durava mediamente 365 giorni e 6 ore. Tale durata, questa volta si avvicinava moltissimo a quella reale ma non era ancora esattamente uguale, ogni anno civile era infatti ancora un po' più lungo di quello solare. Tale differenza, benchè molto piccola, divenne rilevante nel corso dei secoli e ai tempi del Papa Gregorio Magno, era di ben 11 giorni. Per rimediare a questo fatto Gregorio Magno stabilì innanzitutto che venissero saltati 11 giorni (nel 1582, dal 4 ottobre si passò al 15 Ottobre) e poi, per evitare che si ricadesse nello stsso errore decise di riformare, ancora una volta il calendario. Poichè con il calendario giuliano, si accumulava un ritardo di 3 giorni ogni 400 anni, si pensò di eliminare 3 anni bisestili ogni 4 secoli. Poichè tutti gli anni secolari (1600, 1700, 1800, ecc.) erano tutti anni bisestili, si decise di considerarne bisestile solo uno su quattro e precisamente solo gi anni secolari le cui prime due cifre sono divisibili per 4 (1600, 2000, 2400, ecc.). Si è giunti così all'attuale calendario gregoriano. Si tratta di una riforma del calendario poco nota, tanto che il nostro calendario viene spesso confuso con quello giuliano. Per di più, noi non abbiamo potuto sperimentare concretamente tale riforma, in quanto il 2000, avendo le prime due cifre divisibili per 4 è stato regolarmente considerato bisestile (a differenza di quanto accaduto ad es. nel 1900). In realtà anche in questo modo c'è un piccolo errore, in quanto la duranta dell'anno risulta ora di 365,2425 giorni, appena inferiore a quella reale. Stavolta però l'errore è davvero irrisorio e perchè lo sfasamento divenga rilevante occorre proiettarsi lontinissimi nei secoli a venire. Fino ad allora può davvero accadere di tutto!