Che ora è...nel mondo?

martedì 30 dicembre 2008

Brindiamo al nuovo anno...ma un secondo dopo!

Tutti pronti al brindisi di mezzanotte? Quest’anno dovremo pazientare un secondo di più prima di festeggiare il nuovo anno: attenti che non vi scappi il tappo dello spumante o un botto prima del tempo!!!

Il 2008 durerà, infatti, un secondo in più. La decisione è stata presa dal Naval observatory di Washington e dall’ International earth rotation and reference system, allo scopo di effettuare uno degli aggiustamenti periodici del giorno civile rispetto a quello solare. La prima introduzione del “secondo intercalare” fu effettuata a fine anno 1972, l’ultima a fine 2005. E così, dalle h. 23 59’ 59’’ del 31 Dicembre, anziché passare alle h. 00 00’ 00’’ del 1 Gennaio (mezzanotte), si passerà al secondo aggiuntivo che nell’ora ufficiale UTC verrà battezzato come h. 23 59’ 60’’ del 31/12 e solo nel secondo successivo sarà davvero mezzanotte e quindi nuovo anno 2009.

Il motivo di ciò risiede nella ridefinizione del secondo effettuata dagli scienziati nel 1967; prima di allora il secondo era definito prendendo in considerazione la rotazione terrestre, più precisamente il giorno solare medio (coincidente con il giorno civile). Tale intervallo di tempo veniva suddiviso in 24 parti esatte (le ore), ciascuna di esse era divisa in 60 parti esatte (i minuti primi) e ciascun primo veniva infine suddiviso in 60 parti esatte (i minuti secondi). Il secondo era quindi definito come la 86.400-ma parte di un giorno solare medio. Tale definizione di secondo presentava due problemi. Il primo consisteva nel fatto che, avendo come riferimento la rotazione terrestre, risultava poco agevole individuare il lasso di tempo esatto corrispondente al secondo, da utilizzare per regolare tutti gli orologi della terra. Il secondo problema era costituito dall’irregolarità del movimento di rotazione della terra, la quale nel corso del tempo subisce delle fasi di accelerazione e decelerazione, dovute essenzialmente dall’attrazione esercitata su di essa dagli altri astri, in primo luogo la vicina luna (attualmente sta decelerando). Variando la durata della rotazione diveniva quindi opportuno modificare (sia pur in maniera lievissima) la durata del secondo, se si voleva farlo rimanere della definizione data. Si è pensato allora di definire il secondo in un altro modo e precisamente prendendo in considerazione le radiazioni emesse da un elemento chimico: il Cesio 133. Il secondo è attualmente definito come il tempo corrispondente a 9.192.631.770 periodi di emissione di radiazione, relativi alla transizione tra due livelli dello stato fondamentale dell'atomo di cesio 133. In questo modo il secondo è più facile da misurare e soprattutto rimane costante nel tempo. Il secondo così definito è impercettibilmente più breve di quello di prima, per cui un giorno solare medio non dura più 24 ore esatte ma 2 millesimi di secondo in più, ciò significa che in 500 giorni la terra accumula un secondo di ritardo rispetto all’ora ufficiale. Per evitare che il ritardo si accumuli e si crei uno sfasamento fra ora solare e ora civile, si provvede periodicamente a degli aggiustamenti come quello di domani notte. In pratica alla mezzanotte di domani, fermeremo per un secondo i nostri orologi per dare modo alla terra di recuperare il suo ritardo e completare il suo giro, per poi farli ripartire dalle h. 0,00 insieme all’inizio del nuovo giro di rotazione. Tale aggiustamento, quindi, pur avvenendo, per convenzione, a fine anno, serve per regolare la durata del giorno e non quella dell’anno. Quest’ultimo dipende invece dal giro di rivoluzione della terra rispetto al sole. Per l’adeguamento dell’anno civile rispetto a quello solare si son succedute, nel corso dei secoli, le varie riforme del calendario. Di questo scriverò all’inizio del nuovo anno.

Spero di essere stato il più possibile chiaro e, data la complessità dell’argomento, non era affatto facile. Ritengo che una buona spiegazione debba essere precisa e, al tempo stesso, chiara e comprensibile a tutti. Paperinik è qui per questo! Chi non segue il nostro blog, potrà rifarsi con TV, radio, giornali, ecc. : se all’inizio ha le idee confuse, niente paura!…..Alla fine le avrà più confuse di prima.

Non preoccupatevi è l’ultima nota polemica dell’anno…..L’anno prossimo si ricomincia!

Ora però pensiamo a questo scorcio di 2008, la morale del lavoro degli scienziati e di quello che vi ho comunicato è la seguente: ogni secondo è prezioso, spendiamolo bene!!!

Buon Anno

domenica 28 dicembre 2008

Tempo di oroscopi: qualche riflessione personale

Si avvicina l'anno nuovo e, come ogno anno, riviste e settimanali andranno a ruba: più spazio dedicano all'oroscopo 2009, più copie venderanno, nonostante internet, televideo e televisione dedichino già ampio spazio alle previsione astrologiche. E' segno che la popolazione è alla ricerca spasmodica di sapere cosa gli riserva il futuro, vuol saperlo subito, ci creda o no la curiosità è forte. Che significa tutto ciò?
A mio avviso, sono due le motivazioni che spingono una persona a voler credere all'arte divinatoria. La prima è appunto la curiosità di conoscere in anticipo ciò che gli accadrà, è come se non vedesse l'ora di aprire un pacco: non sta nella pelle. La seconda motivazione è un po' più preoccupante e deriva dal pessimismo o dall'insicurezza. La persona è sfiduciata ed è convinta che le premesse siano tali che, dal punto di vista logico, non si possa attendere nulla di buono. Preferisce allora credere che il destino dipenda dagli astri, perchè, se è davvero così, le sue probabilità di successo son sicuramente maggiori, anche perchè, prima o poi, si dovrà pur realizzare una congiuntura astrale favorevole.
Il quesito principale è però un altro: l'oroscopo è veritiero? All'interno della popolazione, i pareri sono molto discordi: si va da chi non crede per nulla, a chi ne è certo. C'è anche chi dice di non crederci ma poi consulta gli oroscopi. Una volta sentii un astrologo fare la seguente affermazione: "Coloro che non credono all'astrologia, sono quelli che non conoscono l'astrologia!". Quest'affermazione racchiude in sè qualcosa di vero; in effetti, coloro che non credono sono soprattutto quelli che non se ne curano, chi consulta regolarmente gli oroscopi, almeno un po' finisce per crederci, poichè essi sembrano avverarsi. E' parso così anche a me, in certi periodi! Esperimenti scientifici accurati dimostrano, tuttavia, in modo inconfutabile, che l'oroscopo è del tutto infondato. Se ad esempio vengono letti ad una persona 12 oroscopi e gli si chiede in quale di essi si riconosce, nella grande maggioranza dei casi egli ne indicherà uno che non corrisponde al suo segno; se poi si ripete l'esperimento molte volte, il numero di volte in cui viene individuato il segno esatto è di tipo casuale (in media una volta su 12, come previsto dal calcolo delle probabilità). Perchè allora l'oroscopo sembra avverarsi? Alla base di ciò sembra esserci un meccanismo di natura psicologica. Una pesona che legge l'oroscopo e vi crede tende ad esserne condizionata nel suo modo di agire; se lo legge dopo che il periodo in questione è già trascorso, tende a soffermarsi molto di più sulle previsioni esatte piuttosto che su quelle errate; inoltre, indipendentemente dal momento in cui lo legge ha la tendenza ad adattare ciò che accade a quanto previsto dall'oroscopo, in pratica la sua interpretazione cambia a seconda degli eventi. A dimostrazione di ciò, vi racconterò ora due mie esperienze personali.
Come ho scritto poco fa, vi sono stati dei periodi in cui consultavo spesso l'oroscopo, ritenendo che esso potesse contenere delle previsioni veritiere. Un giorno lo leggevo con grande interssse, curioso di conoscere ciò che mi attendeva in settimana, e mi sembrò che inquadrasse perfettamente la mia situazione. Un attimo dopo mi accorsi però che avevo letto l'oroscopo sbagliato, quello del segno accanto. Lessi allora il mio e mi sembrò che anch'esso calzasse a pennello. A questo punto rileggendo quello di prima mi sembrò che in fondo non fosse poi tanto azzeccato. Mi resi allora conto che, qualunque oroscopo poteva sembrarmi azzeccato a condizione di credere che fosse il mio e fu così che incominciai a dubitare seriamente delle previsioni astrologiche. C'è poi chi crede che dal segno zodiacale dipenda la propria personalità. Ho potuto sperimentare l'infondatezza anche di questo! Un giorno lessi la personalità del mio segno, l'acquario, e rimasi profondamente colpito dalla descrizione che ne veniva fatta, sembrava scritta da uno che mi conosceva. Dopo un po' lessi nuovamente l'articolo e scoprii una cosa molto interessante: tutte le caratteristiche che venivano descritte (senza eccezione alcuna) avevano poco dopo un loro corrispettivo opposto, enunciato con parole diverse: ad es. era scritto che non aspiravo a cariche prestigiose e poco più avanti si leggeva che ero un tipo ambizioso, venivo definito tipo molto razionale e poco dopo si leggeva che mi lascio trascinare dagli istinti, ecc. Senza renderme conto, per ogni coppia di caratteri avevo dato importanza a quella che si addiceva a me, trascurando l'altra. Non era dunque una descrizione azzeccata ma solo una descrizione ben fatta.
Avrei ancora altri aspetti da analizzare ma mi fermo qui, non vorrei ridurre più di tanto la tiratura dei giornali. Vi faccio solo una raccomandazione: "Se leggerete o ascolterete l'oroscopo del nuovo anno, prendetelo come un gioco". Io, dal canto mio, sarei contento se, almeno per il prossimo anno, fosse tutto vero. Nel 2009 Giove sarà in acquario e dovrebbe essere il mio anno fortunato. In un prossimo post vorrei potervi dire che le mie osservazioni erano tutte errate! Quanto lo vorrei!
Ciao, a presto

martedì 23 dicembre 2008

Una Festa tanti simboli

La festa del Natale è collegata a una marea di simboli, che possono variare da un luogo ad un altro e dei quali non sempre si conosce l'origine. Intorno ad essi sorgono spesso varie leggende e non è facile conoscere la verità. Esaminiamo alcuni di questi simboli.
Il vischio
E’ uno più diffusi simboli natalizi. Del vischio ne parlava già Virgilio nell’Eneide. Per le sue virtù magiche, era considerata una pianta divina e miracolosa, tanto che era permesso raccoglierla solo ai sacerdoti, utilizzando esclusivamente una falcetta d’oro. I druidi dei paesi nordici la consideravano un rimedio miracoloso contro le malattie e, durante i combattimenti, i guerrieri che passavano davanti a tale pianta dovevano deporre le armi. Ancora oggi è una pianta di buon augurio, simbolo di pace e serenità.
Il ginepro
La leggenda narra che la croce di Gesù fosse fatta di ginepro. Un’ altra racconta che Maria trovasse rifugio proprio tra i rami di questa pianta. Inoltre Il ginepro era considerato magico, perché si pensava tenesse lontano i serpenti e curasse dal loro morso. Nella tradizione cristiana, diviene simbolo di purificazione dai peccati. Alcuni lo usano per adornare i presepi.
Stella di Natale
La leggenda racconta che questo fiore, da sempre usato per gli addobbi natalizi del Natale, sia stato in origine il regalo di un bimbo a Gesù. Un 25 dicembre di tanti anni or sono, un bambino povero entrò in Chiesa per offrire un dono al Signore, ma era talmente povero che poteva portare solo un mazzo di erbacce. Il bimbo piangeva e su quei rametti, cadde una lacrima, che per miracolo trasformò quelle foglie in uno splendido fiore rosso: la stella di Natale.
La rosa di Natale
Anche chiamata Rosa delle nevi o Rosa d’inverno, il suo vero nome è "Helleborus niger". In Inghilterra è considerata il fiore natalizio per eccellenza. Anch’esso è legato a una leggenda. Durante l’offerta di doni al Bambino Gesù, una pastorella vagava in cerca di un dono da offrire, ma l’inverno era stato freddo e la povera pastorella non riuscì a trovare neanche un fiore da offrire. Mentre si disperava, vide passare un angelo che intenerito dalle sue lacrime si fermò, spalò un po’ di neve davanti a lei e apparvero delle candide rose, che la ragazza raccolse e portò in dono al Bambinello.
I regali
La tradizione dello scambio dei regali ha radici antiche. Già in epoca romana, era usanza scambiarsi doni, le strenne, in occasione dell’anno nuovo: il primo giorno dell’anno al re veniva offerto in dono un ramoscello raccolto nel bosco della dea Strenna. Tale rito benaugurale ben presto si diffuse tra la popolazione: ci si scambiava rami di ulivo, di alloro e di fico, che in seguito vennero sostituiti da oggetti. Con il Natale, lo scambio dei doni ha acquistato un significato nuovo: il regalo di Natale simboleggia il dono che Dio ha fatto all’umanità, suo Figlio.
I dolci natalizi
Sono tanti i dolci natalizi e variano da regione a regione: torrone, panettone, castagne, fichi, ma qual è il significato di tali leccornie? Le castagne, i Marron Glaces, i torroni e in generale tutti i dolci fatti con le mandorle, si pensava favorissero la nascita della prole e la fecondità della terra. Sono perciò simbolo di buona fortuna. L’uvetta del panettone richiama l’immagine delle monete d’oro: è quindi auspicio di ricchezza. Lo stesso si dice delle lenticchie di fine anno.
La Tombola
La tradizione di giocare a tombola la notte di Natale (o più in generale i giochi natalizi) ha origini antichissime. Nell’antica Roma, durante i Saturnali, che precedevano il solstizio d’inverno, eccezionalmente, si concedeva il gioco d’azzardo, proibito nel resto dell’anno. Saturno era infatti considerato dispensatore della fortuna, agli uomini, per il nuovo anno. La buona sorte del giocatore non era infatti attribuita al caso, ma al volere della divinità.
Buon Natale a tutti

sabato 20 dicembre 2008

La leggenda dell'albero di Natale

Parliamo oggi dell' albero di Natale. Prima però rispondo al commento al post precedente.
Io, nel mio presepe, metto il tradizionale asinello, accanto all'altrettanto tradizionale bue. Se l'ippociuccio costa troppo caro, è più ciuccio chi se lo compra!
E veniamo alla leggenda di oggi. Sono tante le ipotesi intorno all’origine dell’albero di Natale e tante le leggende sorte intorno ad esso. I più lo ritengono un simbolo pagano, ma qualcuno lo ha rivestito di un significato cristiano, come quello che lo accosta al legno della croce di nostro Signore; ad esempio il canto natalizio tedesco “O tannembaun” (l’albero di Natale), che recita così:“…Il legno croce un dì sarà, ma il regno tuo non morirà...”. Quella che vi racconto oggi non è sicuramente la vera origine dell’albero di Natale, ma una simpatica storiella da raccontare ai bambini.

In un remoto villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un bambino si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte Santa. Si attardò più del previsto e, poiché si era fatto buio, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Era una serata gelida e ad un certo punto prese a nevicare abbondantemente. Il bimbo fu preso da grande timore e anche da grande amarezza, pensando che avrebbe dovuto rinunciare a quella festa che da mesi attendeva. Ad un tratto, fra gli alberi spogli, vide un abete verdeggiante. Intirizzito dal freddo, affamato e sfinito dalla stanchezza, non poté far altro che raggomitolarsi sotto i suoi rami, quand’ecco che esso piegò i suoi rami fino a terra, formando una capanna attorno a lui per proteggerlo. Così il fanciullo si addormentò. All’alba del giorno seguente, fu svegliato dalle voci dei genitori e dei suoi compaesani che avevano girato tutta la notte per riuscire a trovarlo ed egli poté riabbracciarli tutti. Un meraviglioso spettacolo si presentò ai loro occhi: la neve caduta abbondantemente nella notte, congelandosi fra le fronde dell’abete, aveva formato dei, cristalli che, alla luce del sole che stava sorgendo, sembravano festoni e decorazioni sfavillanti di luce. In ricordo di quel fatto, l'abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, come a riprodurre lo spettacolo meraviglioso che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno. Inoltre da quel giorno gli abeti hanno mantenuto la caratteristica di avere i rami pendenti verso terra.

Ciao, a presto

martedì 16 dicembre 2008

Rudolph la renna dal naso rosso

Domenica scorsa vi ho parlato di Babbo Natale e della sua vera storia. Usciamo ora del tutto dalla realtà ed entriamo nella sua favola. Non so se vi siete mai accorti, ma fra le quattro renne che trainano la sua slitta ve n’è sempre una rappresentata con un naso rosso scintillante: essa è Rudolph. La leggenda narra che essa veniva derisa dal sua branco a causa della sua stranezza. In una vigilia di Natale, però, il generoso vecchietto s’imbattè in una fitta nebbia e fu solo grazie al luminoso naso di Rudolph che riuscì a a non smarrire la strada e a recapitare i regali ai bambini. Da allora Rudolph divenne la sua renna prediletta.
A presto con altre storie, leggende e altri temi del magico Natale

domenica 14 dicembre 2008

La vera storia di Babbo Natale

Come accennato in precedenza, secondo il parere di molti, la figura di Babbo Natale coinciderebbe con quella di un personaggio realmente esistito: San Nicola di Mira, vissuto nel periodo medievale. Tale origine è testimoniata dal suo nome inglese: Santa Nicolaus, abbreviato poi in Santa Claus. San Nicola nacque a Patara (Turchia) da una ricca famiglia del luogo. Divenne vescovo di Mira (in Licia) nel VI secolo D.C. Dopo la sua morte, le sue spoglie furono deposte a Mira e nel 1087 furono trafugate da un gruppo di cavalieri italiani camuffati da mercanti e trasportate a Bari. Tuttora tali spoglie sono conservate nel capoluogo pugliese di cui San Nicola è il Santo protettore. Si narra che San Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. Da qui nasce la leggenda di un arzillo vecchietto che, dopo aver fabbricato giocattoli per bambini, con l'ausilio di una slitta trainata da renne, distribuisce i regali venendo giù dal camino. Secondo la tradizione, San Nicola è, nella fantasia popolare, "il portatore di doni", compito eseguito (come per S.Lucia) grazie all’ausilio di un asinello, nella notte del 6 dicembre (S. Nicola, appunto) o più spesso nella notte di Natale. Il suo abito, originariamente verde, ha assunto successivamente la più sgargiante e festosa colorazione rossa, che tutti quanti oggi conosciamo. Il personaggio, sebbene con nomi e talvolta con tradizioni differenti, è conosciuto in molti paesi del mondo e ovunque è prodigo di doni.

sabato 13 dicembre 2008

Finalmente sciolto l'enigma: bravo Cesare!

Il complicato problema di logica che ci ha tormentato per quasi un mese e forse non ci ha fatto dormire la notte, ha finalmente trovato una soluzione. Lo si deve al grande Cesare (che non è nuovo a queste imprese) al quale è bastato l'aiutino di ieri per dipanare l'intricata matassa. Suppongo che per tuto questo tempo non abbia fatto altro che pensarci e ripensarci!
Trovate la spiegazione nel commento al post precedente e, contrariamente a quanto egli crede, non è affatto incasinata. Diciamo piutosto che chi ci capisce qualcosa, avrà capito; chi non ha capito, non avrebbe capito comunque. Do soltanto un ulteriore chiarimento.
Dopo aver posto ad A la domanda: "Se mi rivolgo a B piuttosto che a C, avrò una maggiore probabilità di avere una risposta veritiera?", se la risposta sarà affermativa, vi sono tre possibilità. 1) A è sincero, in tal caso la sequenza è la seguente: sincero-ambiguo-bugiardo. 2) A è bugiardo, in tal caso la sequenza è la seguente: bugiardo-ambiguo-sincero. 3) A è ambiguo, in tal caso la sequenza è la seguente: ambiguo-(sincero o bugiardo)-(bugiardo o sincero). Dal confronto delle tre sequenze si ottiene una certezza: C non può essere l'ambiguo, come giustamente dedotto da Cesare ed è perciò a lui che dovremo rivolgere la domanda successiva. Se invece alla prima fatidica domanda la risposta sarà negativa, analizzando le relative possibili sequenze, si arriva alla conclusione che B non può essere l'ambiguo ed a lui bisognerà rivolgere la seconda domanda. poi si va avanti come indicato da Cesare.
Tutto chiarooo? Sento molti più no che sì. Comunque sia, coplimenti a Cesare che ci ha liberati da quest'incubo. Ora concentratevi sull'altro indovinello rimasto, molto più semplice e spassoso.
Ciao, a presto

giovedì 11 dicembre 2008

Un aiutino: è natale!!!

Come i lettori più assidui sapranno, non sono solito dare aiuti negli indovinelli. Il motivo è semplice: il nostro blog, che come dice il titolo si occupa un po' di tutto, si rivolge anche a visitatori occasionali e a persone che non hanno molto tempo da trascorrere davanti al computer. Se dessi degli aiuti, il test diverrebbe troppo facile e verrebbe avvantaggiato chi è più presente ed è quindi più pronto a cogliere i suggerimenti; così, invece, c'è più tempo per pensare. Inoltre, in precedenza, vi sono stati periodi in cui anche enigmi di un certo livello sono stati risolti in poche ore. Solo una volta non si riuscì a trovare la soluzione e dovetti darla io. L'indovinello "Che gente ambigua" mi sembra però molto difficile e, considerato anche che il Natale si avvicina, mi sembra doveroso darvi un piccolo aiuto.
Indichiamo i tre individui con A, B, C. Rivolgiamo la prima domanda ad uno di essi, ad es. il primo (tanto uno vale l'altro), cioè la seguente: "Se mi rivolgo a B, piuttosto che a C, avrò una maggiore probabilità di avere una risposta veritiera?". Dalla risposta potremo incominciare a fare le prime deduzioni.
Il resto enunciatelo voi!
Vi ricordo inoltre che è ancore aperto anche l'ultimo test, quello dialettale: è il classico indovinello che tutti possono provare a risolvere. Grazie a Monica, abbiamo anche la traduzione in piemontese, ma ancora nessuna risposta.
A presto con argomenti più tipicamente natalizi

sabato 6 dicembre 2008

Atmosfera di Natale

E' appena trascorsa la giornata di S. Nicola, il Santo che ci fa pensare a Babbo Natale, da cui deriverebbe. Oggi è seconda Domenica d'avvento e la solennità dell'Immacolata è alle porte: a grandi passi ci avviciniamo al Natale! Anche quest'anno, come l'anno scorso, ho deciso di pubblicare una serie di post che abbiano come oggetto le festività che ci accingiamo a trascorrere e ci aiutino a vivere la magia del periodo più bello dell'anno. Naturalmente, non escludo, qualora capitasse l'occasione, la possibilità di pubblicare qualcosa di genere diverso. Intanto, chi fosse interessato alle tradizioni e leggende natilizie, potrà consultare i post pubblicati lo scorso anno, cliccando su "Post più vecchi", quest'anno farò ben attenzione a non essere ripetitivo.
Oggi festa di S. Ambrogio (patrono di Milano) e vigilia dell'Immacolata e, mentre nel capoluogo lombardo, come da tradizione, credo verrà inaugurata la stagione del teatro Alla Scala, nella mia città, Gallipoli, si festeggia la vigilia dell'importante festa mariana con il tradizionale digiuno. In realtà non si tratta di un digiuno vero e proprio e, soprattutto atualmente, è ormai più una tradizione che non una devozione; di sicuro tutto è tranne che un sacrificio. La tradizione consiste in questo:
La mattina non si fa colazione (almeno per chi ancora la rispetta pienamente); il pranzo è sostituito dalla cosiddetta puccia che è un tipo di pane molto gustoso, il quale viene generalmente imbottito di tonno, capperi e acciughe (alcuni mettono anche altro). Per tradizione non dovrebbe mangiarsi nient'altro, ma la puccia è già sufficiente a saziare (esistono quelle da 250 gr. e quella da mezo Kg.). Infine la sera ci si riunice fra parenti e si fa una cena sfiziosa e spesso abbondante cena, durante la quale si mangia, in particolare, pesce fitto, baccalà con contorno di patate e le tradizionali "pittule", delle frittelle livitate che possono essere di vari gusti (pizzaiola, con i gamberi, con seppia e calamaro, con il cavolo, ecc.). Alcuni non vedono l'ora che arrivi la vigilia dell'Immacolata per gustare la puccia (pensa te che sacrificio).
Quest'anno la ricorrenza cade di Domenica e, alcuni sacerdoti, come il rettore del santuario da me frequentato, Don Antonio Pisanello (a cui altre volte ho accennato) hanno ammonito i fedeli di non seguire la tradizione, poichè, in questo caso la Domenica ha il sopravvento sulla vigilia e dev'essere santificata con un pranzo adeguato. Il monito sarebbe giusto se non fosse che, come appena scritto, non si tratta in reltà di una penitenza ma di una gioiosa tradizione locale, per cui ritengo che si tratti di un modo degno di festeggiare Domenica e Immacolata. Se poi, oltre che a farci pregustare il natale, serve anche a riunire e magari a riappacificare le famiglie, dal punto di vista cristiano è sicuramente da lodarsi.
A presto, dunque con nuovi post sul Natale.
Intanto vi ricordo che ci sono due indovinelli irrisolti e se il primo è effettivamente molto difficile, il secondo (quello dialettale) credo che sia fattibile. Ancora però non mi è giunta alcuna risposta.
Ciao. Fatevi sentire!