Che ora è...nel mondo?

domenica 30 dicembre 2007

L'anno vecchio

In uno dei miei primi post pubblicai la poesia "A Paperon de Paperoni", da me composta da bambino. Oggi, in occasione della fine dell'anno, mi sembra opportuno pubblicare una poesia dedicata all'anno vecchio, da me composta nel 1991, quando insegnavo catechismo ai cresimandi della parrocchia del Canneto, in occasione di uno spettacolo per la festa della famiglia (che guarda caso è la ricorrenza odierna) a cui dovevano partecipare per l’appunto tutti i ragazzi del catechismo. La poesia fu recitata da mia nipote che era anche mia allieva e che per l’occasione indossò i panni dell’anno vecchio. E’ un sonetto ABAB che composi traendo spunto (tanto per cambiare) da una storiella riportata dal mio libro di lettura delle elementari (da cui è tratta l'immagine). La lettura, che porta il titolo "Addio Anno vecchio", l'ho ripresa in mano solo in questo momento, a distanza di 39 anni, per fare la scansione dell'immagine (nel '91 mi limitai solo a comporre la poesia); ancora una volta l'ho trovata laddove la ricordavo, ma questa volta, per la verità, il contenuto l'ho trovato alquanto dissimile da come pensavo, per cui, in realtà, la poesia, anche nel contento, è più mia di quanto credessi.

L'anno vecchio

D’accordo vado via,

smettetela di urlare,

di odiar la faccia mia,

di farmi vergognare.

Ho fatto già i miei pacchi,

attendo alla stazione.

Son vecchio e pien d’acciacchi:

abbiate compassione!

Dodici mesi orsono

tutti m’acclamavate,

perché con gran frastuono

adesso mi cacciate?

E’ forse colpa mia

se il mondo va al contrario,

se gente tanto ria

devasta il calendario?

Che posso farci io

se l’uomo non ha amore,

non ha più fede in Dio

ha irrigidito il cuore,

se imbroglia, ruba, ammazza,

ha il cuore pien d’invidia,

la gente è tutta pazza

e agisce con perfidia?

Se avrete il cuore duro

(lasciatemelo dire)

anche l’anno venturo

lo stesso andrà a finire.

Ecco l’anno che viene,

io parto vado via;

ma ricordate bene:

la colpa non è mia!

Non mi resta che augurarvi Buon Anno. A risentirci nel 2008, sempre che vogliate continuare a collegarvi a questo blog.

sabato 29 dicembre 2007

Ad Anonimo l'ultimo quiz dell'anno!

Anonimo ha fatto suo anche l'ultimo quiz del 2007 ed è campione d'inver...Ah no, non c'entra. Comunque la sua striscia positiva si allunga, ormai non si contano più. Il punto debole di questi indovinelli non è tanto la loro semplicità, quanto la loro fama; devo asseggnarvi qualcosa di più originale, altrimenti, come scrivevo la volta scorsa, Anonimo (ma non troppo), è come un treno che passa, raccoglie e al ritorno scarica la soluzione. A proposito di treni...Il prossimo post sarà dedicato alla partenza dell'anno vecchio. Intanto complimenti al vincitore (che si sta dimostrando invincibile), al quale io e mia mamma contraccambiamo gli auguri, estendendoli alla sua famiglia. A presto per gli auguri a tutti quanti.

venerdì 28 dicembre 2007

Accendi il nuovo anno...

...con l'ultimo test dell'anno. Se nel 2007 non avete risolto alcun enigma, eccovi un'ultima possibilità.
Supponiamo di dover entrare in una stanza nella quale si trova una lampadina che si accende dall'esterno. Fuori ci sono 3 interruttori, tutti in posizione "off", solo uno accende la lampadina. La porta è completamente chiusa, per cui non si può vedere l'interno. La procedura più ovvia per stabilire qual è l'interruttore giusto sarebbe quella di aprire la porta e provare i tre interruttori. Supponiamo però di poter usare gli interruttori solo prima di aprire la porta e poi di non poterli usare più. Come sarà possibile, una volta entrati nella stanza (e senza più uscire), stabilire quale interruttore accende la lampadina?
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare che, prima di entrare possiamo armeggiare con gli interruttori a nostro piacimento e, una volta entrati, non è necessario tovare la luce accesa ma essere in grado di stabilire quale sia l'interruttore giusto senza dover nuovamente uscire dalla stanza.
Vediamo stavolta chi sarà il primo ad accendere la lampadina per rispondere!
A presto per gli auguri di buon anno.

domenica 23 dicembre 2007

Quando nacque Gesù ?

La risposta è tuttaltro che semplice, non esiste infatti certezza nè sull'anno di nascita nè tantomeno sul giorno. Come ognuno sa la nascita di Cristo è fissata, in tutto il mondo cristiano e quindi per gran parte degli stati come punto di riferimento per la datazione degli anni, che vengono ad essere suddivisi in a.C e d. C. Per la precisione non esistendo anno zero, Gesù sarebbe nato in quello che noi chiamiamo 1 A.C. A stabilire ciò fu il monaco Dionigi il Piccolo nel secolo VI, al quale risultava dai suoi calcoli che fosse nato quasi alla fine dell'anno 753 dalla fondazione di Roma, per cui l'anno 754 fu chiamato 1 d.C. Da diversi anni però questa ricostruzione della data di nascita di Gesù è stata messa in dubbio e si ritiene che la nascita sia avvenuta alcuni anni prima. Vediamo qual è la versione recente più accreditata. Secondo la narrazione di Matteo, in concomitanza con la nascita di Gesù, sarrebbe avvenuta la strage degli innocenti, ordinata da re Erode (3,16), quest'ultimo morì però sicuramente in quello che noi chiamiamo IV a.C., il che dimostra in modo inconfutabile che la nascita di Cristo è certamente avvenuta prima di quando si crede. Resta da stabilire l'anno esatto. Luca, nel suo Vangelo, scrive che Gesù nacque durante il censimento di Quirino, funzionario romano in Siria. Quirino però fece due censimenti, uno nel 6 a.C. come funzionario insieme a Sanzio Saturnino, l’altro nel 6 d.C. come governatore. Per quanto scritto in precedenza il censimento che coincise col natale di Cristo non può che essere il primo. C'è ancora da considerare un utimo particolare. Il Natale cristiano fu celebrato per la prima volta su tutto l'impero nel 330 d.C. su decreto dell’imperatore Costantino al posto della festa del Sol Invictus. In quell'anno il Natale fu celebrato due volte: il 6 gennaio, come da tradizione in Bisanzio, e poi ancora il 25 dicembre, come da decreto imperiale che fissava il definitivo cambiamento. A causa della doppia celebrazione l’anno 1079 dalla fondazione di Roma diventò l’anno 1080, producendo così un ulteriore sfasamento di un anno rispetto alla nascita di Cristo. Quest'ultima sarebbe in definitiva avvenuta in quello che noi chiamiamo 7 a.C. Si è poi cercata una conferma astromica basata sul racconto dei magi, la quale permetterebbe di stabilire anche il giorno esatto della nascita. Secondo l'evangelista Matteo, uomo colto e molto competente in astronomia, i Magi riuscirono a prevedere la nascita del messia e a recarsi a Betlemme, seguendo "la stella". Gli annali cinesi sono gli unici a registrare un fenomeno celeste proprio nel 7 a.C. Non si è trattato di una cometa ma della congiunzione fra Giove e Saturno, che per effetto della diffrazione apparivano ciascuno cinque volte più luminoso, producendo complessivamente una luce pari al doppio della luna piena. I pianeti erano così vicini da sembrare un'unica stella. Il fenomeno si ripete ogni 854 anni. Tutto ciò accadde nella notte del 13 novembre dell’anno 7 a.C., per cui questa dovrebbe essere la data esatta del Natale o comunque dell'arrivo dei magi! A proposito di pianeti ce n'è unito che ci tiene compagnia in queste notti: il rossastro pianeta Marte, che potrete scorgere guardando verso est intorno alle 20,30 e successivamene transita ben alto nel cielo. Il suo moto è quello tipico dei pianeti esterni che descrissi a suo tempo (V. blog di Venerdì 6 Luglio 2007). Non mi resta che augurarvi un Felice Natale.

venerdì 21 dicembre 2007

La leggenda del Panettone

Sono tante le teorie e le leggende sull'origine del panettone, io preferisco quella che ho appreso a scuola; stavolta utilizzo il mio libro di lettura di IV elementare. Qualcuno si chiederà a questo punto se si tratta di leggende che ricordo davvero o se vado a cercarle sui libri. Questa leggenda, come quella che ho riportato nel post precedente, fa parte delle tante leggende e dei tanti racconti imparati nel corso dell'infanzia e che continuo ad avere chiari nella mia mente. Quando poi vado a ricercarli nei libri dove ritengo si trovino, puntualmente li trovo, sostanzialmente identici a come li ricordo.
Era la sera della vigilia e il famoso panettiere milanese Ambrogio aveva preparato, insieme ai suoi garzoni, l’impasto per il pane del giorno dopo: Solennità del Natale. Su di un asse sovrastante il cassone, aveva posto una scodella colma di uova sbattute, zucchero vanigliato, burro e uvetta appassita. Quella crema sarebbe servita a preparare delle torte per le quali era famoso in tutto il rione e che il giorno dopo sarebbero state molto richieste. Ad un tratto, il più sbadato dei suoi garzoni urtò l’asse e fece precipitare il contenuto della coppa nel cassone sottostante, contenente la pasta per il pane. Il fornaio era disperato, il un sol colpo aveva perso pane e torte, proprio nel giorno più importante. Non gli restò che mescolare il tutto e infornare. Quando l’insolito pasticcio fu pronto, fece un assaggio e si accorse che era molto buono. Ebbe allora un’idea: venderlo ugualmente, facendo credere ai clienti che quello era un pane speciale, ideato e preparato appositamente da lui per il giorno di Natale; non il solito panetto ma un “panettone”. Il giorno seguente il panettone andò a ruba, tanto che non bastò a soddisfare tutte le richieste. Da quell’anno il panettone è divenuto uno dei più tipici dolci natalizi, divenendo famoso sia in Italia che all’estero.

giovedì 20 dicembre 2007

Le scarpine d'oro

Nella publicazione dell'ultima leggenda natalizia ho avuto seri problemi tecnici con l'immagine. Per fortuna adesso tutto sembra essere ritornato normale.
Riprendo il libro di lettura a cui ho accennato in precedenza: si tratta del mio libro di V elementare, allora sì che si potevano trovare delle letture molto belle, tanto che talune mi sono rimaste impresse nella memoria a distanza di tanti anni. Allora l'insegnante poteva chiedere agli alunni di fare il riassunto; l'alunno la leggeva, la capiva e, con un po' d'impegno, poteva riuscire a riassumerla. Oggi invece i poveri scolari si trovano di fronte a letture del tipo: ...l'uomo uscì, l'uscio cigolò dietro di lui...le rane gracidavano nello stagno...l'aria era soave..ecc...Come potranno fare a riassumere una successione di frasi di cui non resta impresso nulla? Ma torniamo a noi! Oggi vi racconto una leggenda natalizia, tratta dal mio libro di lettura, che allora m'impressionò molto e che continuo a portare nel cuore.
Era la sera del 25 Dicembre. Un anziano zampognaro aveva camminato per l'intera giornata suonando le sue pastorali per tutte la vie del paese, ma nessuno gli aveva dato un soldo. Colto dal freddo e dalla stanchezza, andò a rifugiarsi in una chiesa buia e vuota: nel corso della giornata la chiesa era stata gremita di gente ma ora erano tutti in casa a festeggiare. Il povero zampognaro si distese su una panca da dove scorse la statua della Madonna col Bambino in braccio: anch'ella pareva mesta. Si trattava della "Madonna dalle scarpine d'oro", detta così perchè per l'appunto calzava un paio di preziose scarpe d'oro. Vedendola tanto sola e triste come lui, pensò di allietarla suonandole la più bella dellle sue melodie natalizie. Alla fine s'inginocchiò davanti alla statua, qund'ecco che la Madonna si chinò, sfilò la sua scarpetta destra e la donò allo zampognaro. Egli comprese che quella era l'elemosina della Madonna per lui e, dopo averla a lungo ringraziata, andò via pieno di gioia. Si recò da un gioielliere per vendere la scarpetta e procurarsi il denaro per sopravvivere, ma quando l'orefice la vide la riconobbe subito e, ipotizzando un furto, chiamò subito le guardie. Così lo zampognaro finì sotto processo; il giudice non potè credere alla sua versione dei fatti e lo condannò a morte con l'accusa di furto sacrilego. Prima di eseguire la condanna gli fu chiesto di esprimere un desiderio ed egli, per ringraziare ancora una volta la Vergine della sua generosità, chiese di poter suonare per l'ultima volta davanti alla statua. In una chiesa gremita di devoti e di curiosi, lo zampognaro, pieno di amarezza e commozione, eseguì ancora una volta la sua pastorale. Al termine la Madonna si chinò, sfilò la scarpetta sinistra e la donò allo zampognaro. Tutta la gente sbigottita cadde in ginocchio e gridò al miracolo. Lo zampognaro ebbe salva la vita e il miracolo fu interpretato come un invito della Madonna alla carità.
Ciao e alla prossima storia!

martedì 18 dicembre 2007

La leggenda del Pettirosso

Tutti noi siamo abituati ad inserire nei nostri presepi i due animali che con il loro fiato riscaldarono il Bambinello: il bue e l'asino, quest'ultimo di proprietà di Giuseppe e Maria che lo usarono nei loro lunghi viaggi. Io, per la verità, negli ultimi anni ho aggiunto una mucca e un maiale, convinto che nella stalla doveva esserci qualche altra bestia. Secondo una leggenda, però, un altro animale condivideva la stalla con la Sacra Famiglia di Nazaret: un uccellino marrone.
Una notte si accorse che il fuoco che scaldava la mangiatoia stava per spegnersi (evidentemente non erano solo il bue e l'asino a scaldare Gesù Bambino), così si mise a battere ininterrottamente le ali e riuscì ad alimentare la fiamma per l'intera nottata. Il mattino seguente fu premiato con un bel petto rosso brillante, simbolo del suo amore per Gesù. Così nacque il Pettirosso!
A proposito di freddo, le temperature sulle nostre regioni sono ancora molto basse, al centro-nord spira un forte vento gelido e al sud vi sono ancora nubi. La depressione che ha provocato maltempo sul Mediterraneo si sta però colmando e l'Anticiclone, che da qualche giorno domina l'Europa centrale e orientale, si estenderà anche sull'Italia garantendo tempo bello e mitigando il freddo. Buone notizie quindi per chi sta per mettersi in viaggio per raggiungere i propri cari e per chi, restando in città, si recherà nei supermercati per le solite compere natalizie. Buon Viaggio e Buon Shopping: per gli auguri di Natale avremo tempo più in là!

sabato 15 dicembre 2007

Le palline di Natale

Alla conferenza di Bali, sul clima, alla quale hanno partecipato 190 paesi, è stato finalmente raggiunto un compromesso anche con gli USA per la riduzione dei gas inquinanti. Sarebbe l'occasione giusta per riprendere il discorso, iniziato la scorsa estate, sul riscaldamento del pianeta ma per ora, come promesso, preferisco andare avanti con le leggende natalizie, anche perchè, con il Natale alle porte e con il gelo che attanaglia il centro - sud, mi sembra fuori luogo parlare di surriscaldamento.
Le leggende sul Natale, così come le tradizioni, sono davvero moltissime. In certi casi, come per la leggenda che vado a raccontarvi, risulta difficile stabilire se la tradizione derivi dalla leggenda o se viceversa la leggenda sia sorta per giustificare una tradizione già esistente. Ad ogni modo: "Sapete perchè le palline colorate sono usate come addobbo natalizio?". Statemi a sentire!
Pochi giorni dopo la nascita di Gesù, un arista di strada si trovò a passare da Betlemme e, vedendo che tutti accorrevano alla grotta, decise di recarsi anche lui a far visita al Bambino; non sapeva però cosa portargli in dono poichè era molto povero. Alla fine decise di regalare a Gesù l'unica cosa che possedeva: la sua abilità di giocoliere. Così si recò alla capanna e si esibì nei suoi soliti numeri con le palline colorate. Il Bambinello stette a guardarlo e rise tantissimo. Per questo ancora oggi, per ricordare il sorriso di Gesù Bambino, si usa decorare l'albero di Natale con tante belle palline colorate.
A presto per altre curiosità e leggende.

giovedì 13 dicembre 2007

Buon Natale ovunque tu sia!

Ho preso in prestito il titolo di un brano riportato dal mio libro di lettura delle elementari, dove si mette in risalto l'universalità delle feste natalizie che, a seconda dei luoghi, presentano tradizioni differenti, che sono un misto di sacro e profano. Con la festa di S. Lucia, si sono concluse per noi gallipolini le tradizionali feste di preparazione al Natale di cui ho scritto in precedenza. Inoltre anticamente, a partire dal giorno successivo al giorno di S. Lucia, si faceva corrispondere a ogni giorno un mese dell'anno (il 14 era Gennaio, il 15 era Febbraio, ..., il 25 era Dicembre) e ci si attendeva il tempo corrispondente al mese considerato. Secondo un noto proverbio (in uso sia nel salento che altrove) S. Lucia è il giorno più corto. Ciò accadeva realmente prima della riforma gregoriana del calendario, quando il solstizio cincideva con tale data, inoltre tuttora, S. Lucia, sebbene non sia più il dì più corto, è il giorno in cui il sole tramonta prima. In questo periodo ritengo opportuno lasciare un po' da parte gli argomenti seri e seguire la favola natalizia raccontandovi le sue tradizioni e leggende. Incominciamo proprio da S. Lucia.
S.Lucia da Siracusa, martire dei tempi di Diocleziano, è molto venerata sia in Italia che altrove (ad es. in Svezia), la sua storia s'intreccia con varie leggende a partire da quella legata agli occhi, che avrebbe miracolosamente riacquistato dopo che le erano stati strappati dai suoi carnefici. Altra leggenda è quella che fa discendere S.Lucia dalla stirpe del famoso scienziato Archimede (anch'egli siracusano). In molte zone del Nord, nella notte fra il 12 e il 13 Dicembre, i bambini attendono l'arrivo della Santa che elargisce loro i doni richiesti, a patto che li abbiano meritati. E' quanto accade in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e in talune zone del Veneto e dell'Emilia Romagna.
I bambini scrivono una letterina alla Santa elencando i doni che vorrebbero e le buone azioni fatte durante l'anno per meritarli; i cattivi infatti avranno solo carboni. La sera della vigilia vanno a "nanna" presto, perchè se la Santa dovesse trovarli ancora in piedi gli lancerebbe sabbia e cenere negli occhi, accecandoli. S.Lucia, secondo la tradizione gira per le strade cavalcando l'asinello Tobia e, secondo taluni, è accompagnata da un aiutante: Gastaldo. I bambini per ingraziarsi la Santa, le fanno trovare del cibo, generalmente un panino, latte, caffè, mandorle e mandarini. Preparano anche il pasto per l'asino: fieno, crusca, zucchero e acqua, nonchè il vino per Gastaldo. Secondo taluni la tradizione dei doni risalirebbe al Medio Evo, quando molti paesi limitrofi del Nord e del Centro Italia erano in lotta fra di loro. Nella notte di S. Lucia, gli abitanti di un paese benestante, impietositi dalla miseria in cui versavano i paesi nemici, si recarono in tali luoghi e distribuirono alle popolazioni il cibo di cui avevano tanto bisogno.
Nei prossimi giorni vi racconterò altre storie e altre leggende natalizie. A presto.

domenica 2 dicembre 2007

Cambiamenti in campo liturgico. Forse per l'Immacolata Messa in latino a Gallipoli!

Tempo di mutamenti in campo liturgico. Tanto per cominciare, da ieri, prima Domenica d'Avvento, è entrato in uso il nuovo lezionario che riporta la versione aggiornata delle letture bibliche, dopo le ultime modifiche eseguite dai traduttori; entro il 2010, tutti i lezionari dovranno essere sostituiti. A quanto pare però non vi sono modifiche sostanziali e si ha la sensazione che si stia esagerando con le frequenti modifiche. Ci sono poi le novità riguardanti le due preghiere più famose: Padre Nostro e Ave Maria. Nella prima preghiera, la modifica era stata già annunciata diversi anni fa: la sostituzione della frase "Non indurci in tentazione" con "Non abbandonarci alla tentazione". Si ritiene infatti assurdo che Dio possa indurci in tentazione. Più discutibile la trasformazione nell'Ave Maria, dove si sostituirà l'espressione "Ave o Maria" con Rallegrati o Maria. Personalmente ritengo che l'espressione usata fino ad oggi risultasse più completa mettendo in risalto sia il saluto dell'Arcangelo, che l'invito a gioire. Non dimentichiamo inoltre che il brano, sebbene sia tratto dal Vangelo, è pur sempre una preghiera rivolta da noi alla Madonna, per cui il termine "rallegrati" detto da noi è poco pertinente, mentre "Ave" suona come un rispettoso saluto. Quello che però fa più discutere in questi giorni è la liberalizzazione, da parte del pontefice, delle Messe in latino. Come tutti sanno, il Concilio Vaticano II, modificando le regole tridentine, ha sostituito il latino con la lingua madre di ciascuna nazione cattolica. Era consentito seguire la regola preconciliare solo previa autorizzazione episcopale, ora invece sarà possibile celebrare Sante Messe in latino (e con il sacerdote rivolto verso l'altare) ogni qualvolta i fedeli ne faranno richiesta al proprio parroco.
Il rettore del santuario di maria Ss. del Canneto di Gallipoli, Don Antonio Pisanello, ha accolto favorevolmente quest'atto del Santo Padre e ha promesso ai suoi fedeli di celebrare una Messa in latino in occasione della prossima solennità dell'Immacolata Concezione. Resta ancora qualche dubbio circa la reale attuazione del progetto, legata alla perplessità e alla contestazione da parte di taluni esponenti della diocesi di Nardò - Gallipoli. Intanto il coro del Santuario (di cui anch'io faccio parte) sta preparando i canti che dovrebbero essere eseguiti in tale circostanza. Vedremo come andrà a finire.