Che ora è...nel mondo?

venerdì 30 novembre 2007

Puntuale come il treno arriva la risposta di Anonimo

So già che avrete da ridire sul titolo: è un luogo comune che il treno non sia puntuale. Ma perchè essere sempre così pessimisti? Io ho viaggiato tantissime volte in treno e nella maggior parte dei casi l'ho trovato puntuale, sicuramente più di quanto lo siano tante persone quando danno gli appuntamenti...e poi i treni del nostro indovinello lo sono di sicuro. Dal canto suo, Anonimo (o Francesco che dir si voglia) sembra ormai un treno, che passa, raccoglie gli indovinelli e al ritorno scarica la soluzione.
In questo caso la soluzione è sconcertante, nel senso che abbatte le nostre convinzioni. Chiunque, ad una prima lettura dell'enigma, giurerebbe che ciascuno dei due treni, arrivando ogni 10 minuti, ha la stessa probabilità di giungere per primo. In realtà la probabilità è diversa a seconda degli orari, potendo variare dal 90% a favore di uno al 90% a favore dell'altro, passando per il 50%. Se quello per Colle Fiorito arriva ad es. alle 8,00, le 8,10, le 8,20, ecc. e quello per Poggio Ameno alle 8,01, le 8,11, le 8,21, ecc., come ipotizzato dal nostro vincitore, il viaggiatore incontrerà per primo quello per Poggio Ameno solo se giunge alla stazione fra le 8,00 e le 8,01 oppure fra le 9,00 e le 9,01, ecc. mentre nei rimanenti nove minuti di ogni decina incontrerà per primo quello per Colle Fiorito; ecco perchè la probabilità di quest'ultimo è di 9 su 10. Va solo precisato che questo è appunto un esempio, quello che conta non sono gli orari effettivi ma la distanza che intercorre fra il primo e il secondo treno: se questa è inferiore a 5 minuti, è favorito il primo treno, se è superiore a 5 minuti è favorito il secondo, se è esattamente di 5 minuti, i due treni hanno la stessa probabilità. Strano ma è così!
Ora vi lascio perchè è tardi. Ricordo soltanto, per chi è gallipolino e purtroppo non ha il nostro calendario "Cantu te Caddhuzzu", che oggi è S. Andrea, una delle feste che noi consideriamo di preparazione al Natale, insieme a S. Teresa d'Avila (15 Ottobre), S. Martino (11 Novembre), S. Cecilia (22 Novembre), Immacolata (8 Dicembre) e S. Lucia (13 Dicembre). Valgono perciò le nostre tradizioni gastronomiche ("pittule", baccalà, pesce fritto, ecc.). Si dice inoltre: "Santu 'Ndrea li pariti te friddea", ossia a S. Andrea si raffreddano i muri delle abitazioni. Ora invece splende il sole e l'aria si è riscaldata. Non fidatevi: la perturbazione non è ancora passata!

martedì 27 novembre 2007

Riparte il treno...e riparte la sfida!

Ragazzi si riparte con la gara degli indovinelli.
Piero è un bel ragazzo che vive a Monte Nevoso ed è innamorato di due ragazze, una di Colle Fiorito e l'altra di Poggio Ameno, entrambe molto carine. Essendo incapace di scegliere, ogni giorno si reca in stazione e, fra i treni diretti alle due destinazioni, prende il primo che gli capita. Sebbene ciascuno dei due treni passi ogni 10 minuti e sebbene l'orario in cui Piero si reca in stazione è sempre diverso, egli si ritrova 9 volte su 10 a Colle Fiorito. Come si spiega?
Non dovrebbe essere molto difficile. Perciò affrettatevi...o perderete il treno!

martedì 20 novembre 2007

Scontro Fini - Berlusconi: dove va la politica italiana?

Con il ritorno all'ovile di Pier Ferdinando Casini, nella casa delle libertà pareva tornata l'armonia, ma la tranquillità è durata giusto il tempo di votare la finanziaria, poi le discussioni son riprese più aspre di prima. Il fatto eclatante è però la rottura del connubbio Berlusconi - Fini, un rapporto che sembrava destinato a durare nel tempo, un raro esempio di amore eterno, un valido modello per tutte le coppie di oggi. Tutto incominciò nell'autunno del '93, quando in occasione del ballottaggio Fini - Rutelli, per il comune di Roma, alla domanda "Se fosse a Roma per chi voterebbe?", Silvio (già allora famosissimo) rispose seccamente: "Conoscete già le mie idee, voterei per Fini!". Allora qualcuno, ignaro della serietà della cosa, scherzò dicendo: "Per forza Berlusconi è nella Fininvest!". Da lì a pochi mesi ecco la discesa in campo del cavaliere, protagonista dell'irripetibile impresa di creare un partito dal nulla e farlo divenire primo partito in Italia. Da subito la sua attenzione si concentrò su Fini, il quale da parte sua gli tese la mano, incominciando una rivoluzione che progressivamente lo ha portato a stravolgere la dottrina del partito sino al rinnegamento totale del fascismo e alla sua definizione di "male assoluto". Il rapporto fra i due leader, a parte qualche screzo passeggero, è andato avanti, come insegna la chiesa, nella buona e nella cattiva sorte, superando anche la proverbiale crisi del 7° anno. Ora però, allo scadere degli altri 7 anni, improvvisamente la crisi è arrivata. Berlusconi, dopo aver indetto l'originale, quanto assurda, raccolta di firme per far cadere il governo, ha deciso di dar vita ad un nuovo soggetto politico e minaccia nuove alleanze se i suoi persevereranno nell'idea di non non aggregarsi. Come se non bastassero i dissapori all'interno della maggioranza, si sono acuiti i disaccordi all'interno dell'opposizione; a questo punto l'intero scenario politico è imperversato da profondi contrasti che lo scuotono da destra a sinistra. Due gli interrogativi: Berlusconi si distaccherà davvero dai suoi alleati? Il governo sopravviverà fino alla fine della legislatura?
La risposta alla prima domanda mi sembra scontata: la crisi passerà! Il nuovo soggetto politico di Berlusconi è un contenitore destinato ad ospitare soltanto il suo stesso partito. La nuova legge elettorale fra non molto si farà e non credo che si voglia tornare al sistema proporzionale puro della prima repubblica; vi sarà un meccanismo che in qualche modo richiederà delle alleanze, Berlusconi non avrà i numeri per potercela fare da solo e (se non l'avrà già fatto) dovrà ristabilire i legami con i vecchi alleati. Del resto questa lite non è che la solita sbandata che avviene puntualmente dopo ogni delusione, in questo caso dopo la vittoria di Prodi al senato di qualche giorno fa. Ma chi l'aveva detto che Prodi sarebbe caduto? Se così fosse stato, il nostro blog l'avrebbe anticipato: è qui per questo! Invece è dall'inizio dell'anno che prevede contrasti all'interno della maggioranza ma senza crisi di governo. Si vede che Silvio non ci segue!
Per quel che riguarda appunto l'eventuale crisi, il discorso è più complesso. Va però subito notato che la vittoria della finanziaria al senato è in realtà molto più effimera di quanto il presidente del consiglio si ostina a far credere. Quattro voti di scarto vogliono significare che sarebbe bastato che Dini e Bordon votassero secondo le proprie convinzioni e si sarebbe giunti al clamoroso pareggio. L'opposizione ha gridato alla crisi sin dall'inizio della legislatura e sembra arrendersi proprio ora che essa incomincia a maturare. L'ostacolo di Dicembre sulla finanziaria verrà ancora superato, ma Prodi verrà crescentemente strattonato da destra e da sinistra: l'esempio della coperta corta calzerà davvero a pennello. Non credo che Dini, moderato com'è, vorrà far cadere il governo; la crisi avverrà quando la coperta si straccerà nel mezzo, quando cioè Prodi, incapace di mediare le opposte richieste, cederà lo scettro. A questo punto Dini e altri parlamentari si sentiranno autorizzati a non appoggiare nuovi governi di centro -sinistra e l'unica soluzione sarà il governo istituzionale, infine il voto anticipato. Perchè ciò accada è necessario ancora un bel po' di tempo: chi vivrà vedrà!

martedì 13 novembre 2007

Da Esopo ai giorni nostri

Come promesso vi traduco il brano "'Ppandire lu campanieddhu a 'ncanna allu cattu" tratto dalla rubrica "Parcè ticimu cusì" del nostro prossimo calendario in vernacolo " Cantu te caddhuzzu" e da me pubblicato nel blog pochi giorni fa. Ho cercato di attenermi il più possibile alla versione dialettale.
Appendere il campanello al collo del gatto
Taluni si vantano di riuscire a risolvere tutto in un batter d’occhio, ma poi al fare dei conti, si scopre che ciò che vorrebbero fare è impossibile. Quando uno voleva fare ciò che non si può, gli antichi dicevano che voleva “appendere il campanello al collo del gatto”. Questo proverbio deriva nientemeno che da una favola di Esopo, lo scrittore greco. C’era una volta un gatto che faceva la posta ai topi che stavano nella tana. Essi, spaventati, non uscivano più e, poiché la provvista stava per esaurirsi, rischiavano di morire di fame. Si riunirono perciò in consiglio, ma nessuno riusciva a trovare una soluzione. Improvvisamente uno esclamò: “Ho trovato…ho trovato…Appendiamo un campanello al collo del gatto, se sentiremo suonare vorrà dire che il gatto è qui vicino, se invece non sentiremo nulla vorrà dire che non c’è ed allora potremo uscire.” Tutti i topi, battendo le mani, gli gridarono: “Bravo, bravo…” e iniziarono a far festa. Solo il topo più anziano stava in silenzio. Alla fine disse: “Ciò che voi dite è tutto giusto, solo una cosa non mi è chiara, chi andrebbe a legare il campanello al gatto?” Di botto piombò il silenzio. “Io non ci andrò!” - Esclamò uno. “Io neppure!” – Aggiunse l’altro. Così, uno alla volta, si allontanarono tutti a testa bassa.
Avevate già compreso tutto, vero?

venerdì 9 novembre 2007

Al Sud Maltempo in vista !

Questa mattina, quando mi sono alzato e, come al solito, ho dato uno sguardo al barometro, sono rimasto sorpreso nel notare che, durante la notte si era abbassato di ben 5 hPa. Ora la diminuzione di pressione sta continuando mentre la temperatura è in aumento e in cielo sono comparse le prime nubi.
Quando l'abbassamento è così netto e perdura per diverse ore, c'è da aspetarsi un marcato peggioramento delle condizioni del tempo con l'arrivo di pioggia e vento. Tutto ciò vale nello specifico per la mia zona (il Salento) ma naturalmente non è escluso che il peggioramento abbia un raggio molto più ampio.

giovedì 8 novembre 2007

Un assaggio del nuovo calendario

I fedelissimi del nostro blog sapranno che la "Comunità del Canneto" di Gallipoli, associazione ONLUS, di cui io faccio parte, fra le altre cose, pubblica ogni anno un suo calendario in vernacolo: "Cantu te caddhuzzu". L'immagine in alto si riferisce al primo dei calendari (quello del 1990), il prossimo sarà dunque il 19°; la sua uscita è prevista entro l'otto Dicembre e proprio in questi giorni stiamo lavorando agli ultimi ritocchi. Le rubriche variano quasi tutte anno per anno, la rubrica da me curata quest'anno ha il titolo "Parcè ticimu cusì" (Perchè diciamo così). Essa prende in considerazione ogni mese un modo di dire, un proverbio, o semplicemente un termine gallipolino e ne spiega le origini. Fra i tanti detti popolari ho privilegiato quelli collegati a una favola, un aneddoto o alla storia di Gallipoli per far sì che la rubrica risulti piacevole e istruttiva. Naturalmente è solo una delle tante rubriche, che anche quest'anno sono molto interessanti. Vi dò un assaggio della mia rubrica riportando una favola pubblicata nel mese di Ottobre che spiega un modo di dire gallipolino molto antico: "Ppandire lu campanieddhu a 'ncanna allu cattu".
Certa gente se vanta ca risorve tuttu a na mazzata, ma poi allu tirare te li cunti, se scopre ca na certa cosa nu’ se pote fare. Quandu unu ulia cu fazza 'ccinca nu’ se pote, li ‘ntichi ticiene ca “ulia cu ‘ppenda lu campanieddhu a ‘ncanna allu cattu”. Stu motu te tire, vene nienzimenu te nu cuntu te Esopo, nu scrittore crecu. Nc’era na fiata nu cattu ca facia la posta alli surici ca stavene intra allu bucu. Iddhi, spaurisciati nu ‘ssiene cchiui e, siccomu la pruvista staci se spicciava, rischiavene cu mojerene te fame. Se riunira perciò a cunsiju, ma ciujeddhi 'cchiava na soluzione. Tuttu 'ncoddu se utau unu te iddhi: “Aggiu 'cchiatu, aggiu 'cchiatu…Ppandimu nu campanieddhu a ‘ncanna allu cattu: ci santimu sunare ole dica ca stae quannanzi, ci mbece nu’ santimu nienti ole dica ca nu 'nc’ete e putimu ‘ssire.”. Tutti li surici 'nde critara: “Brau, brau..”, 'nde schiattarisciara li mani e 'nsignara cu fazzene festa. Sulu lu sorice 'cchiu’ vecchiu stava quetu quetu. Alla fine tisse: “Quiddhu ca iti tittu vae tuttu bonu, sulu na cosa nu aggiu capitu: “Lu campanieddu allu cattu ci vae cu 'nde lu ‘ttacca?”. Tuttu 'ncoddu se ‘ntise silenziu. “Jeu nu bau!” – tisse unu, “Mancu jeu!” – tise l’addhu, e chianu chianu tutti se ‘lluntanara culla cuta ‘mmienzu ‘ll’anche.
Chi non è di Gallipoli si diverta a tradurlo, fra qualche giorno gli darò modo di verificare la sua traduzione.
Ciao, a presto