Che ora è...nel mondo?

giovedì 26 aprile 2007

Pesate la vostra intelligenza

Come promesso ho incominciato a corredare il blog con delle immagini, le vedrete scorrendo i post più recenti. Intanto vi propongo un test per "pesare" la vostra intelligenza.
Abbiamo 10 sacchetti, 9 di essi contengono 10 monete autentiche del peso di 1 g. l'una, 1 di essi contiene invece 10 monete false, identiche in tutto tranne che per il peso che è di 0,9 g. l'una. Disponendo di una bilancia ad un piatto di altissima precisione e facendo una sola pesata, come è possibile scoprire qual è il sacchetto incriminato?
N.B. Per semplicità viene trascurata la tara, i sacchetti vuoti vengono cioè considerati privi di peso.
Buon divertimento!

sabato 14 aprile 2007

Ba Ka Yo Kò a Gallipoli

Da oggi entra in scena una nuova figura quella del mio "inviato superspeciale", sempre in giro a captare gli umori della gente e le notizie inteprima, specie a livello cittadino e, se io ho assunto lo pseudonimo Paperinik, lui sarà giusto chiamarlo PaperBat. L'anteprima che vi comunico oggi, lui me l'aveva fornita parecchi mesi fa, ma da ora in poi non ci saranno più ritardi. Come già avete letto nel titolo, a Gallipoli avremo un nuovo Pub: il Ba Ka Yo Kò, che ora si trova a Parabita in via Isonzo, 2. La sua nuova sede sarà in c.so Roma, 28 (o comunque nell'ambito dell'isolato), dove da tempo sono iniziati i lavori di ristrutturazione.
Intanto dò il benvenuto ai nuovi visitatori del blog a cui raccomando di collaborare con i loro commenti. Vi garantisco che prossimamente il blog verrà migliorato con l'aggiunta di foto e immagimi e spero di migliorare sempre più la qualità dei contenuti. Continuate perciò a collegarvi per dialogare e scherzare con me, per esaminare ogni cosa con maggiore perspicacia e con un pizzico d'ironia, per sapere quello che accade e quello che accadrà (magari lo sapessi io!).
A presto
Paperinik

mercoledì 4 aprile 2007

La Pasqua gallipolina ieri e oggi

Trascorrere la Settimana Santa a Gallipoli è un modo per vivere un intenso momento di fede e scoprire tante antiche tradizioni. Prima di descrivere i riti ancora attuali, mi piace però soffermarmi sulla Pasqua gallipolina di una volta, quella che mi è stata raccontata dai miei genitori. Sino ai tempi di Pio XII (che provvide a correggerli), i riti pasquali presentavano ancora delle difformità rispetto al Vangelo. Benchè la solennità pasquale vera e propria cadesse di Domenica, la resurrezione di Cristo veniva di fatto festeggiata il Sabato a mezzogiorno. Questa tradizione creava alcune incongruenze rispetto alle sacre scritture e creava confusione nell'interpretazione dei riti che precedevano la Pasqua, tanto che taluni erano assolutamente certi che Gesù fosse morto di Giovedì. La scarsa cultura e la scarsa conoscenza della Bibbia, favorita dalle messe ancora in latino, faceva però sì, che alla gente sembrasse tutto in regola e vivesse intensamente tutti i riti pasquali. La quaresima era per i gallipolini periodo di penitenza, durante il quale feste e festini erano rigorosamente aboliti. Subito dopo il Carnevale veniva appesa nelle strade la cosiddetta "Caremma", un fantoccio che rappresentava una vecchia vestita di nero, simbolo della quaresima, che si faceva poi esplodere a Pasqua. La IV Domenica di Quaresima era dedicata alle Anime Sante e nell'omonima chiesa, che, in quell'occasione era gremita di gente, si teneva una grande predica. La domenica successiva era detta la "Croce Coperta", perchè in ogni chiesa venivano coperte tutte le croci e tali restavano fino a Pasqua. Seguiva quindi il Venerdì dell'Addolorata, di cui ho scritto in precedenza e quindi la Domenica delle Palme. Per tutta la Settimana Santa non si mangiava carne e persino le campane della chiesa venivano legate in segno di lutto, per sciogliersi nel suono festoso il Sabato a mezzogiorno, dopo naturalmente i riti e le processioni del Giovedì e del Venerdì. In quel momento avveniva un'utentica esplosione di giubilo: le campane suonavano, le Caremme scoppiavano, tanti si riversavano in strada per scambiarsi gli auguri, altri rimanevano in casa ma facevano un gran frastuono percuotendo i mobili e ripetendo la frase: "Esse lu tristu e trase Gesù Cristu" ("Esce il maligno ed entra Gesù Cristo"). Nelle chiese si metteva in mostra la statua del Cristo Risorto ed il periodo di digiuni e penitenze era finito.

Le usanze fin qui descritte sono quasi tutte scomparse: la Quaresima è oramai un periodo come gli altri, con le sue feste e i suoi momenti di svago, e si dà scarsa importanza ai precetti esteriori come il digiuno e l'astinenza dalle carni; l'uso di coprire le croci è scomparso un po' ovunque e la "Predica delle Anime" esiste solo nel racconto dei nonni. Grande importanza rivestono invece ancora oggi le processioni e altri riti religiosi del Giovedì e del Venerdì Santo; da alcuni anni hanno fatto la loro grande ricomparsa persino le Caremme che parevano ormai desuete. Fulcro del Giovedì Santo è la messa in "Coena domini", al termine della quale il Ss. Sacramento viene deposto nel ciborio che per l'occasione viene adornato con fiori, luci, drappi di vario colore e a volte struture in cartapesta raffiguranti degli elementi simbolici. Queste strutture, oggi dette Cenacoli o Altari di Adorazione, venivano un tempo denominate Sepolcri, poichè si riteneva che rappresentassero la tomba di Gesù, tanto è vero che, nel corso della serata, le confraternite delle varie chiese, organizzavano delle processioni di uomini incappucciati (i Mai) e due di essi per ogni chiesa restavano durante la notte a vigilare il "Sepolcro" così come avvenne per la tomba di Cristo. I Sepolcri erano visitati per tutta la serata e nella mattina del Venerdì da una folla di devoti, i quali, in segno di lutto, incontrandosi, non si rivolgevano mai il saluto, anche se amici o parenti stretti. La convinzione che il Giovedì fosse giornata di lutto e non di festa è stata molto difficile da sradicare, tanto che i cenacoli continuano in gergo ad essere chiamati Sepolcri e fra le varie processioni non mancano quelle dei Mai. La tradizione di visitare i Cenacoli (tipicamente 7) è oggi molto viva e le strade della città, soprattutto del centro storico, sono molto più gremite che in passato. Nel pomeriggio del Venerdì Santo, si celebra, come da ogni altra parte, la Passione e morte di Cristo; tale celebrazione era detta anticamente "La messa sciarrata" ossia "La messa sbagliata", in quanto differisce notevolmente da una messa normale, circostanza che veniva attribuita dalla fantasia della gente semplice al turbamento del celebrante per la morte di Gesù. In serata, è molto attesa la processione di Gesù morto, organizzata dalla confraternita del Crocifisso e di S. Maria degli Angeli, un autentico funerale a Gesù, caretterizzato, ancora una volta dalla presenza dei Mai (che per l'appunto sogliono accompagnare i funerali), i quali percorrono le vie della città, sfilando in fila per due, con grande compostezza e con le torce accese.

Fra un gruppo di Mai e un altro, compare una statua che rappresenta un momento della passione di Gesù, sono i cosiddetti Misteri, ordinati in senso cronologico dalla statua di Gesù nel Getsemani sino al Sepolcro. Per ultima sfila la Madonna Addolorata, che sembra seguire, mesta, il tragico destino del Figlio. La processione ha termine in nottata. Alle prime luci del Sabato, la confraternita della Purità porta in processione, ancora una volta, il Santo Sepolcro e la statua della Madonna (la Desolata); quest'ultima procesione si ritira intorno a mezzogiorno ed ha anch'essa un gran seguito di fedeli.

Ormai è tutto pronto per la grande veglia di mezzanotte! Al termine della messa, comitive di giovani vanno in giro per le vie della città, cantando e suonando la chitarra, per annunciare che Gesù è risorto e invitare la gente ad alzarsi dal proprio letto e a cosegnare loro alcune uova di gallina. Il giorno dopo, la mensa di Pasqua è sicuramente molto più ricca che in passato ma non può fare a meno del tradizionale spezzatino d'agnello (lu spazzatu) e dei dolci tipici gallipolini, cioè l'agnello di pasta reale e i dolci di pasta frolla: i caddhuzzi (galletti), le pupe (bamboline) e le cuddhure (panieri con l'uovo), rispettivamente per bambini, bambine e famiglia. E intanto si organizza la Pasquetta (lu Pascone). Ho cercato di riassumere frettolosamente le tradizioni vecchie e nuove, ma, per quanto abbia tralasciato particolari anche importanti, mi accorgo che è risultato un post lunghissimo. Evidentemente le nostre tradizioni per Quaresima e Pasqua sono veramente tante e vale davvero la pena viverle!